Lo sceriffo, deve aver avuto qualche problema per continuare con questo tarlo, magari qualche negrone gliel'avrà fatto sentire .....o forse usa lo stratagemma del razzismo per non far fuorviare l'opinione pubblica per le gravi deficienze amministrative e le baggianate che ci propone ogni giorno. (tattica usata dai leghisti in genere).
Cui prodest?
La sua arroganza e prepotenza dovrebbe far riflettere!
Signori politici, perchè lo avete appoggiato? Volete sputtanarvi fino alla fine? Concittadini....siamo così masochisti?
SAN BONIFACIO. Lettera al ministro dell'Interno sulla concessione della residenza a immigrati pregiudicati e sulle autocertificazioni a scuola In attesa di chiarimenti il sindaco ha sospeso l'iter delle domande considerate dubbie.
Il sindaco Silvano Polo, sulle residenze agli stranieri pregiudicati, scrive al ministro dell'Interno, Roberto Maroni e, in attesa di una risposta, sospende l'iter delle domande di residenza. «Si deve concederla a cittadini stranieri pregiudicati e condannati, quand'anche in possesso di permesso di soggiorno? E' ininfluente il fatto che cittadini stranieri redigano autocertificazioni mendaci ed è condivisibile che le scuole comunali debbano accogliere indiscriminatamente minori, irregolari, non residenti, in qualche caso clandestini?».Sono le domande che Polo ha girato al ministro in seguito alle risposte ricevute dalla Questura e dal dirigente regionale del ministero dell'Istruzione relativamente a due questioni. La prima riguarda la richiesta di informazioni, inoltrata da Polo a Questura e Prefettura, su un «cittadino straniero presunto pregiudicato». Polo chiedeva «se sussistono i presupposti per concedere la residenza a tale persona».La seconda, indirizzata anche ai Carabinieri di San Bonifacio, al dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale e all'Ufficio scolastico regionale, partiva dall'accertamento «che ben 45 minori (elementari e materne) sono iscritti alle scuole pubbliche comunali a seguito di presentazione di false autocertificazioni che dichiaravano la residenza nel Comune mentre non lo sono».Nel primo caso Polo sollevava i propri dubbi «nella considerazione che un cittadino straniero, se reo e pregiudicato, non dovrebbe più avere il diritto al rinnovo del permesso di soggiorno e che, in considerazione della inefficienza constatata nel rilascio di detti rinnovi, si vorrebbe evitare che tali stranieri consolidino altri diritti nel nostro Paese come, appunto, quello di residenza».Nel secondo il sindaco della Liga Veneta puntava il dito contro i dirigenti scolastici, accusati di «scarsissima collaborazione» e di «lassismo» nell'«accettare autocertificazioni false presentate da stranieri» anziché «richiedere il certificato di residenza dell'anagrafe».La Questura ha risposto citando le leggi e spiegando, in pratica, che «una volta accertato che il cittadino straniero è titolare di valido permesso di soggiorno/carta di soggiorno, nessun impedimento di ordine penale può essere opposto dall'ufficiale di stato civile per negare l'iscrizione anagrafica, essendo già stata valutata la sua posizione dall'autorità competente, ovvero il Questore, a determinare la sussistenza dei requisiti per la permanenza in Italia. Di conseguenza, l'eventuale diniego all'iscrizione anagrafica potrà avvenire esclusivamente per carenza di requisiti indicati nelle norme dello Stato, ma alle identiche condizioni previste per gli italiani». Polo si è allora rivolto a Maroni per avere un parere, specificando che «la richiesta di precisazioni sull'applicazione della norma si intende sufficiente per sospendere l'iter delle pratiche di domanda di residenza in corso», una quindicina quelle di persone con precedenti.Infine, la questione delle autocertificazioni false. L'Ufficio scolastico regionale risponde a Polo «che i minori con cittadinanza non italiana devono essere iscritti nelle nostre scuole indipendentemente dalla regolarità del loro soggiorno. Va da sé che non è neppure necessario che le relative famiglie producano certificazioni di residenza o autocertificazioni». Abbastanza, secondo Polo, per far intervenire il ministro.
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