domenica 30 dicembre 2007

l'Arena di domenica 30/12/2007

VIOLENZA. L’interrogatorio fissato per l’ultimo giorno dell’anno Romeno atteso davanti al giudice. Si annunciano ordinanze e si chiedono leggi chiare

Comparirà davanti al giudice Marzio Bruno Guidorizzi l’ultimo giorno dell’anno. Marius Gavrib, il muratore di 22 anni della Romania accusato di aver violentato nel pomeriggio del giorno di Santo Stefano una signora di cinquant’anni che stava rientrando a casa, nell’est veronese. Il giovane, che non parla l’italiano ed è in grado di capire solo qualche parola, difeso dall’avvocato Eugenio Scaramellino deve rispondere oltre che di violenza sessuale anche di sequestro di persona (perchè secondo l’accusa ha trascinato la donna in una via laterale e lì l’ha immobilizzata), lesioni (l’ha colpita duramente al volto e in altre parti del corpo) e rapina (perchè dopo aver abusato della donna le ha strappato la catenina che aveva al collo). Accuse pesantissime che lo hanno fatto finire in carcere, dopo che a lui i carabinieri di San Bonifacio sono risaliti grazie alle segnalazioni dei suoi connazionali. Intanto alcuni amministratori dell’est veronese si interrogano sull’episodio. Il sindaco di San Bonifacio, Silvano Polo, che venerdì aveva rilasciato una dichiarazione per dire che l’episodio non era avvenuto nel suo Comune, ha preannunciato un’ordinanza con la quale inasprirà la sanzione «per chi non si iscrive nell’elenco della popolazione temporanea». Chi verrà trovato senza carta di identità, «sarà sanzionato con il pagamento di 500 euro». E il romeno non risulta, ha detto Polo, «nè residente, nè domiciliato a San Bonifacio». Un’altra ordinanza preannunciata da Polo riguarda poi l’autocertificazione. «Non saranno valide le autocertificazioni», dice, «né a scuola, né per fare i contratti di affitto, perché per questi atti pubblici è valida solo la residenza, nemmeno il domicilio». Polo punta poi il dito contro chi «sottoscrive contratti di affitto con gente che non è residente, senza nemmeno preoccuparsi se è in regola o meno». «Sono stato male», dice Antonio Carletto, sindaco di Monteforte d’Alpone. «Sono arrabbiato, anche col mio governo che s’è perso su virgole e cavilli di un decreto legge che doveva dare risposte e ora è tardivo. Io non sono e non sarò mai un sindaco sceriffo», aggiunge, «ma posso garantire sicurezza se ci sono leggi e regole che mi danno certi strumenti». Due mesi fa una retata notturna fatta da carabinieri e polizia municipale aveva scovato cinque clandestini: lui aveva ribadito che «Monteforte è un paese accogliente ma solo a patto che si rispettino le regole; quello che serve sono leggi chiare e certe che tengano conto del bisogno di sicurezza dei cittadini».

Che dire??
ogni scusa è buona!!
intanto mia moglie è rimasta per oltre un'anno senza documenti per colpa di Polo che "inasprisce"

sabato 29 dicembre 2007

Deliri del Sindaco......conati di razzismo.....

A PROPOSITO DELLA VIOLENZA SULLA DONNA COMPIUTA DAL RUMENO

VIOLENZA. Il grave episodio è avvenuto il giorno di Santo Stefano. Il caso è stato risolto in poche ore dai carabinieri della Compagnia di San Bonifacio Donna stuprata, arrestato romeno Fermato a San Bonifacio Sono stati i connazionali del giovane muratore a mettere i carabinieri sulle sue tracce Prima di fuggire l’aggressore le ha rubato anche la collanina d’oro che ha nascosto poi in un presepe.

Forza Nuova annuncia una fiaccolata

«Si trovava abusivamente nel nostro territorio comunale». Sulla vicenda della donna aggredita, violentata e rapinata da un giovane muratore nel giorno di Santo Stefano, le agenzie di stampa hanno battuto, nel pomeriggio di ieri, una precisazione del sindaco di San Bonifacio, Silvano Polo. «Il romeno arrestato per l’aggressione avvenuta a Monteforte d’Alpone, Comune limitrofo al nostro», fa sapere il sindaco Polo, «non risulta residente né domiciliato a San Bonifacio». E precisa: «Costui era ospitato abusivamente in un appartamento, ma senza essersi mai iscritto al registro temporaneo della popolazione, come richiesto dalla legge e ribadito da un’ordinanza».
Intanto, la sezione locale del movimento di estrema destra Forza Nuova annuncia che nei prossimi giorni indirà a San Bonifacio una fiaccolata per «manifestare solidarietà alla famiglia della vittima e per focalizzare l’attenzione della popolazione su un problema, quello dell’immigrazione, che ormai sempre più spesso porta a tragedie come quella a cui abbiamo appena assistito». E.S.

e intanto il Sindaco non dice una parola!

Dall'Arena
Sabato 29 Dicembre 2007


SAN BONIFACIO. Nuovo episodio in via Zampieri: presa di mira la vetrina di una macelleria gestita da un marocchino residente da 16 anni Negozi degli stranieri sotto tiro Gli immigrati: «Vandalismo che è frutto del razzismo» L’assessore: «Non si deve etichettare tutto il paese»

Gianni Bertagnin «Babbo Natale? Mi ha portato una spaccata alla vetrina del mio negozio», dice amaramente Habibi Abderrahim, un marocchino residente a San Bonifacio da 16 anni e che dal 2000 gestisce una macelleria in via Zampieri. Quello della Notte di Natale è il terzo atto vandalico alla grande vetrina, sulla quale sono ancora visibili i colpi della precedente sassata: il vetro non era stato sostituito. A terra sono stati trovati alcuni pezzi di autobloccanti in cemento, accanto alla lastra caduta dalla parte alta della vetrina che, pur frantumandosi, ha retto alla violenza dei colpi. Sul movente e sugli autori ci sono solo ipotesi: un atto vandalico o un gesto di intolleranza. «Con la gente della nostra via», dice Abderrahim, «non abbiamo mai avuto problemi, anzi ci vogliono bene; non abbiamo mai ricevuto minacce né intimidazioni; è certo comunque», conclude, «che questi atti vandalici sono frutto del razzismo». È lo stesso parere di Yassin, che gestisce la filiale sambonifacese del Coordinamento Migranti, aperta da un anno, ogni pomeriggio, in via Roma. E a conferma che questi gesti sarebbero di chiara matrice xenofoba, ci accompagna in un breve tour di vetrine rotte, frutto di analoghi atti vandalici registrati negli ultimi tre anni. Così appare, fracassata di colpi, la vetrina del negozio di generi alimentari del nigeriano Juba, in via Sorte, che di sassaiole ne ha subite già quattro in tre anni, l’ultima sei mesi fa. «Dopo le ultime due volte non abbiamo più cambiato il vetro, sarebbe inutile e costerebbe troppo», dice il titolare, «senza contare che per farci maggiore dispetto spesso (e sempre il venerdì notte) infilano nella fessura, accanto alla serratura dell’ingresso del negozio, dei pezzi di legno, così da bloccare la chiave azionata dall’interno. Il nigeriano vive in paese da 18 anni e ha aperto il negozio cinque anni fa. Analoga la vicenda degli indiani che gestiscono il «Suman Market» sul piazzale del centro commerciale San Bonifacio, inaugurato un anno fa, la cui vetrina è stata fatta oggetto di sassate già pochi giorni dopo l’apertura. Questi atti vandalici si sono ripetuti in questi mesi, quasi in contemporanea con analoghi episodi messi a segno ai danni dell’adiacente negozio «Super Bazar», che è gestito da cinesi. Una serie di atti che fanno pensare inevitabilmente a manifestazioni di razzismo, ma sarebbe scorretto parlare di un clima generalizzato di xenofobia in un paese nel quale le associazioni di volontariato sono davvero numerose e attivissime in favore dei Paesi più poveri. Come sottolinea l’assessore ai servizi sociali del Comune, il medico Paolo Cannas, non si può stabilire la natura né la consistenza di questa frangia di vandali. «Non posso dire se si tratti di giovani, di estremisti di destra o di integralisti; certo è che non si può etichettare un paese come il nostro di razzismo. Nemmeno l’Amministrazione comunale, che in passato è stata tacciata di razzismo, può essere messa sotto accusa, perché sta finanziando progetti e interventi nei Paesi in via di sviluppo per cercare di aiutare gli stranieri a vivere dignitosamente a casa loro». E cita, tra gli esempi più recenti, la costruzione dell’ospedale San Bonifacio in Costa d’Avorio, i pozzi in Niger o i vari interventi in America Latina con il Mlal. Cannas conclude dicendo che l’Amministrazione comunale «ha una sensibilità e una apertura nei confronti dei problemi dei meno fortunati testimoniata più volte, come dimostra, ad esempio, anche il progetto di un dormitorio pubblico in paese, per dare un tetto a chi non ce l’ha».

giovedì 20 dicembre 2007

IL SINDACO ERA GIA' PARTITO BENE!!!!

Leggete cosa aveva scritto il ns. caro sindaco Polo, tra i primi sceriffi del Nordest

SAN BONIFACIO (VR) - La polemica sull’elenco della popolazione temporanea: per il sindaco crescono i residenti-fantasma. Immigrati, numeri da primato.
«Vivono qui ma non portano ricchezza». Polo pensa a una tassa di soggiorno

Gianni Bertagnin
13 set 2005
[FONTE: L'Arena on line]
San Bonifacio. L’elenco della popolazione temporanea sarà decisivo per capire come sta cambiando il paese e quanto davvero incide il fenomeno migratorio sulle dinamiche della popolazione. Il sindaco Silvano Polo non ha dubbi: gli extracomunitari che vivono a San Bonifacio sono ormai il 15% della popolazione, contro una media nazionale del 2,3%. Un dato record che, se confermato, proietterebbe il comune al primo posto nel Veneto, superando anche Arzignano, fermo al 14%.
Rispondendo alle critiche mosse alla proposta di istituire l’elenco della popolazione temporanea, Polo tiene a chiarire l’equivoco sulla concessione della residenza agli extracomunitari, che in passato sollevò un mare di polemiche. «Non è vero», dice, «che io chieda i documenti per rifiutare la residenza a chi è senza casa o senza lavoro: a chi non ha né abitazione né lavoro il sindaco è obbligato a rilasciare comunque la residenza.«La residenza viene rifiutata solamente a chi dichiara il falso. Infatti», spiega Polo, «secondo la circolare ministeriale numero 8 del 29 maggio 1995, citata dall’ex sindaco Antonio Casu, chiedo a tutti, italiani e stranieri, ciò che loro stessi hanno dichiarato, ma lo faccio esclusivamente per accertarne la veridicità, cioè chiedo la documentazione solo per verificare se le dichiarazioni sono veritiere.
«Del resto», aggiunge Polo, «la circolare ministeriale esprime l’opinione personale del ministro ma non ha valore giuridico: hanno valore solo la legge del 1954 e il decreto presidenziale del 1989, citato da Casu, che però non è un’altra legge ma semplicemente il regolamento attuativo della legge del 1954».In merito alla nota diffida del Prefetto, il sindaco dice: «Per me è rimasta lettera morta, dopo le spiegazioni che ho fornito assieme al mio legale». E aggiunge: «Le stesse organizzazioni sindacali, che avevano innescato tutta quella querelle sulla stampa, messe al corrente della prassi utilizzata, che è di controllo e non pregiudizievole al rilascio della residenza, hanno compreso le motivazioni che sono alla base della mia azione.
«Infatti», sottolinea Polo, «non ho mai rifiutato la residenza a nessuno: la residenza viene rifiutata soltanto a chi dichiara il falso, come risulta scritto sullo stesso modulo di domanda, perché la dichiarazione che sostituisce l’atto notorio ha rilevanza penale e quindi ritengo che non sia degno di avere la residenza chi dichiara il falso, così come l’ho rifiutata a quell’extracomunitario che ha aggredito, nel corso di un accertamento, un nostro vigile urbano e che è stato quindi processato per direttissima».
Sull’istituzione dell’elenco della popolazione temporanea, il sindaco fa notare che «non essere residenti significa anche non contribuire al pagamento dei tributi locali per i servizi generici, che il Comune tassa in forma generalizzata; inoltre», sottolinea Polo, «significa non consentire al Comune di ricevere dallo Stato la quota di compartecipazione all’Irpef prodotta sul territorio (gli ex trasferimenti) e anche l’addizionale Irpef comunale, che sono dedotti dal domicilio fiscale».Con l’attuazione dell’elenco emergeranno i cosiddetti residenti sommersi, un numero che il sindaco ritiene considerevole. «Se il fenomeno» dice, «si rivelerà sensibile e significativo agli effetti del bilancio comunale, presenterò allo Stato la richiesta per ottenere trasferimenti adeguati, altrimenti valuterò se mettere una tassa di soggiorno, come c’è in certi Comuni». Perché, spiega, «con il 12 per cento di extracomunitari, il cui reddito si aggira su 7.500-8.000 euro all’anno, dov’è la ricchezza che arriverebbe da questi al Comune, come si va dicendo? Lo sarà, caso mai, per i loro datori di lavoro, ma non per il Comune».Il sindaco ritiene infatti che il numero reale dei domiciliati a San Bonifacio si aggiri, come detto all’inizio, sul 15%.
Sulla formazione dell’elenco dei domiciliati, Polo replica all’ex sindaco Casu: «Senza un’ordinanza specifica, i domiciliati non verranno mai ad autodenunciarsi. E poi perché dovrebbe essere il Comune che va a cercarli? È ingenuo sostenere che deve essere la polizia municipale che va a scovarli: sa cosa significa in termini di costi? E perché», si chiede Polo, «non si è preoccupato di attivare questo controllo annuale durante la sua Amministrazione, quando cioè si è registrata la maggiore impennata di extracomunitari e ha iniziato a manifestarsi anche l’altro fenomeno, quello della fuga degli italiani da San Bonifacio?».
E conclude: «Stendo un velo pietoso sulla situazione in cui versava l’Ufficio Anagrafe: un caos, se si pensa che è in corso una indagine della Procura. Sono consapevole che l’immigrazione non si può eliminare, ma quella indiscriminata e priva di ogni controllo che si è verificata a San Bonifacio va certamente messa sotto osservazione seriamente, tant’è che nell’ultimo anno l’incremento è stato il più basso dal 1999, nonostante siano aumentati i motivi di "attrazione" che San Bonifacio rappresenta per gli stranieri».
[origine: http://www.larena.it/ultima/oggi/provincia/Aae.htm]

venerdì 14 dicembre 2007

SCERIFFI!!!


Oggi, 14 dicembre 2007, dopo aver presentato domanda in settembre 2006, mia moglie Hilda, con la quale siamo sposati dal 25 marzo 2006, ha avuto finalmente la residenza a San Bonifacio.

Come cittadina extracomunitaria le è andata ancora bene, considerato chi abbiamo a capo del Municipio! E' uno scandalo che anche se una si sposa con un italiano ci sia qualche sceriffo razzista che le metta i bastoni tra le ruote!

Abbiamo dovuto pagare anche una sanzione di 86€ perchè non ci avevamo informato che doveva registrarsi in un fantomatico registro dei cittadini temporanei (già....abbiamo le mogli a tempo...se sono straniere). e cio nonostante ancora non era contento lo sceriffo padano, voleva la sanzione massima di 250€!!!

Un grazie va all'Avv. Lombardi, difensore civico che ha perorato la ns. causa!

In seguito darò maggiori dettagli su questa vergogna e su queste miserie che stiamo vivendo qui nel veneto.