Sono questi alcuni dei dati più importanti ed inediti che risultano dagli studi del gruppo di lavoro sulla disabilità della Associazione Luca Coscioni, coordinato dal prof. Alberto Zuliani, già presidente dell'Istat e presidente della Fondazione "Handicap - dopo di noi". Ai risultati del gruppo di lavoro è dedicata un'ampia parte del prossimo numero del mensile "Agenda Coscioni", in edicola da ieri assieme al quotidiano "Terra". Dalle relazioni di Alberto Zuliani e di un altro membro del gruppo di lavoro - Alessandro Solipaca, responsabile del sistema informativo sulla sanità dell'Istat- risultano molti altri dati rilevanti: - Sono circa 3 milioni le persone con disabilità comunque importanti, seppure a diversi livelli. I gravissimi sono circa 1.500.000. Un problema particolare è rappresentato dal "dopo di noi": si stima che il 50% delle persone disabili vivrà senza genitori e quindi senza il loro sostegno per venti anni in media.- La spesa per l'assistenza assorbe in Italia l'1, 6% del Pil: 25 miliardi di euro, destinati per due terzi alle persone con più di 65 anni. Un problema che si aggraverà con l'invecchiamento della popolazione. -
lunedì 2 novembre 2009
Handicap si fa troppo poco
Su 66 società quotate in Borsa prese in esame solo 11 redigono il "bilancio sociale" e, tra queste, solo 8 indicano il numero di persone disabili assunte: 6.745 rispetto alla 13.343 che deriverebbero dalla osservanza della legge n. 68/1999 ("Norme per il diritto al lavoro dei disabili"). Le multe che le 8 società dovrebbero pagare per queste violazioni della legge ammontano a 57 milioni di euro, ma la maggior parte delle aziende preferiscono rischiare sanzioni anche elevate piuttosto che assumere persone disabili. In generale, le quote di riserva di posti di lavoro per disabili previste dalla legge 68/1999 non sono coperte integralmente. Il tasso di inadempienza è stimato intorno a 40% e risulta più elevato per le grandi imprese (con oltre 50 addetti) rispetto a quelle con 15-50 addetti.
Sono questi alcuni dei dati più importanti ed inediti che risultano dagli studi del gruppo di lavoro sulla disabilità della Associazione Luca Coscioni, coordinato dal prof. Alberto Zuliani, già presidente dell'Istat e presidente della Fondazione "Handicap - dopo di noi". Ai risultati del gruppo di lavoro è dedicata un'ampia parte del prossimo numero del mensile "Agenda Coscioni", in edicola da ieri assieme al quotidiano "Terra". Dalle relazioni di Alberto Zuliani e di un altro membro del gruppo di lavoro - Alessandro Solipaca, responsabile del sistema informativo sulla sanità dell'Istat- risultano molti altri dati rilevanti: - Sono circa 3 milioni le persone con disabilità comunque importanti, seppure a diversi livelli. I gravissimi sono circa 1.500.000. Un problema particolare è rappresentato dal "dopo di noi": si stima che il 50% delle persone disabili vivrà senza genitori e quindi senza il loro sostegno per venti anni in media.- La spesa per l'assistenza assorbe in Italia l'1, 6% del Pil: 25 miliardi di euro, destinati per due terzi alle persone con più di 65 anni. Un problema che si aggraverà con l'invecchiamento della popolazione. -Tra le persone con disabilità solo il 3,5% è occupato (a fronte del 49% per il resto della popolazione). Solo il 17% ha fatto ricorso ai centri per l'impiego previsti dalla legge 68. Il 30,9% ha trovato lavoro grazie ad aiuto di parenti o conoscenti; il 20% attraverso un concorso pubblico; il 16% grazie ad annuncio o invio di curriculum. - Altri due problemi gravi emersi nel gruppo di lavoro riguardano le barriere architettoniche e l'immobilismo del governo nel campo degli ausili tecnici volti ad agevolare la mobilità dei disabili. Vorrei richiamare l'attenzione del ministro del Welfare e del vice ministro della Sanità, del nuovo vertice del Pd, dei sindacati e delle associazioni industriali perché mettano fine a questa drammatica situazione che interessa - se oltre ai 3 milioni di disabili consideriamo i loro familiari - circa 15 milioni di italian
Sono questi alcuni dei dati più importanti ed inediti che risultano dagli studi del gruppo di lavoro sulla disabilità della Associazione Luca Coscioni, coordinato dal prof. Alberto Zuliani, già presidente dell'Istat e presidente della Fondazione "Handicap - dopo di noi". Ai risultati del gruppo di lavoro è dedicata un'ampia parte del prossimo numero del mensile "Agenda Coscioni", in edicola da ieri assieme al quotidiano "Terra". Dalle relazioni di Alberto Zuliani e di un altro membro del gruppo di lavoro - Alessandro Solipaca, responsabile del sistema informativo sulla sanità dell'Istat- risultano molti altri dati rilevanti: - Sono circa 3 milioni le persone con disabilità comunque importanti, seppure a diversi livelli. I gravissimi sono circa 1.500.000. Un problema particolare è rappresentato dal "dopo di noi": si stima che il 50% delle persone disabili vivrà senza genitori e quindi senza il loro sostegno per venti anni in media.- La spesa per l'assistenza assorbe in Italia l'1, 6% del Pil: 25 miliardi di euro, destinati per due terzi alle persone con più di 65 anni. Un problema che si aggraverà con l'invecchiamento della popolazione. -
giovedì 22 ottobre 2009
Berlusconi: l'accusa e la difesa su Newsweek
Il settimanale americano Newsweek dedica la storia di copertina al primo ministro italiano. All'interno c'è un editoriale che prende le sue difese ma l'articolo di copertina titola, senza mezzi termini: «Silvio, è tempo di andare». L'accusa. L'Italia, scrive Christopher Dickey, non può ancora a lungo affidarsi alle cure del suo «capo playboy». Il giornalista ricorda tutte le vicende degli ultimi mesi. «Silvio Berlusconi ha il record di intimidazioni nei confronti dei suoi nemici, riscrive leggi per i suoi interessi e generalmente mischia il pubblico e con la sua vita privata, un atteggiamento che lo pone in un particolare pantheon tutto italiano. Ma siamo nel 2009 e non ai tempi dei Borgia». E sebbene Il Cavaliere «goda ancora dei consensi del 63% della popolazione italiana». Sebbene «l'opposizione di centro sinistra sia allo sbando» e sebbene «vincerebbe probabilmente le elezioni anticipate» non è detto che Berlusconi sia ancora la cosa migliore per l'Italia: «Solo perché egli può stare al potere non significa che egli debba comunque restarci. E' tempo per l'italia di tirare una riga. Non c'è cospirazione che tenga, per Silvio è tempo di andare. E' solo una questione di buon senso». «Negli Stati Uniti, ricorda il giornalista, c'è un modo di dire: "Amico non lasciare che i tuoi amici si ubriachino". L'ubriacatura al potere di Berlusconi rischia di costare cara all'Italia, ma anche di danneggiare l'Europa e l'Alleanza atlantica». E ancora. «L'Italia è pressata dai problemi con tante strade piene di pericoli nelle quali navigare, da Wall Street all'Afghanistan». E «il businessman Berlusconi è diventato la quintessenza dell'antipolitica». «Le politiche di Berlusconi sono fallite in tutti i campi», secondo Newsweek. Il giornale ricorda che all'inizio degli anni '90 l'Italia era uno dei Paesi europei con le migliori performance economiche, mentre ora è uno dei peggiori»... «Sempre incline a buttarla sullo show piuttosto che sulla sostanza, Berlusconi lavora duro per essere sicuro che le buone notizie siano le uniche che gli italiani vedano. E la tragedia è che l'Italia -una nazione di intellettuali brillanti, artisti, uomini pubblici di talento e business leader creativi - potebbe andare molto meglio» di come in effetti va. Diversi nomi, ricorda il giornale, si fanno già per una possibile successione a Berlusconi: Montezemolo, Fini, Tremonti, Frattini, Draghi. La spallata finale potrebbe arrivare dagli italiani qualunque, secondo Newsweek che conclude citando Umberto Eco. «La risposta - scrive Eco - è semplice. Nel 1931, il regime fascista di Musssolini chiese la fedeltà a 1.200 docenti universitari. Solo 12 rifiutarono e persero il loro lavoro. Questi 12 però salvarono l'onore delle loro università e del nostro paese. Ecco perché dobbiamo dire di no». Ed ecco perché, conclude l'articolo, «l'Italia deve sapere dire di no una volta ancora. E dire a Silvio che è tempo di andare». La difesa. A William Ward, editorialista del Foglio e corrispondente da Londra di Panorama, è affidato l'ampio editoriale che lo stesso numero Newsweek dedica a Berlusconi. Il titolo è «Il coraggioso Berlusconi, una difesa del primo ministro italiano». «Nonostante l'esasperazione dei toni dei commentatori stranieri, scrive Ward, una consistente maggioranza di elettori italiani continua a ignorare i loro avvertimenti sul primo ministro Silvio Berlusconi. Gli italiani continuano a preferire quest'uomo di 73 anni a qualsiasi altro personaggio sulla scena politica italiana. Ward spiega le ragioni per cui accade questo. Intanto, secondo lui, i politici italiani hanno una lunga tradizione nel tenere nascoste le proprie vite private. Con Berlusconi almeno «quello che vedi è quello che hai». L'analista ricorda che nonostante tutte le le intemperanze verbali (è «l'uomo che ha paragonato se stesso a Napoleone e Gesù») gli elettori italiani, hanno in tre occasioni, dagli anni Novanta ad oggi, scelto di farsi governare da lui. il Cavaliere è «l'unico politico del dopoguerra ad avere concluso un intero mandato di 5 anni» senza una crisi di governo. «Questo spiega perché, nonstante una intensa campagna estiva dei media di centrosinistra (che include 3 dei 4 principali quotidiani italiani, uno dei 2 principali newsmagazine , e 2 canali televisivi su sette) la maggior parte degli italiani, secondo i sondaggi ha deciso di non curarsi della storia delle escort e continua a dare fiducia al premier con il beneficio del dubbio». Anche riguardo alla storia dell'immunità, Ward nota che essa non è «una cosa unica nel panorama europeo: molte altre democrazie europee prevedono una forma di immunità simile a quella italiana fino al momento in cui i loro leader restano nel loro incarico».Una figura che divide e che polarizza le attenzioni di tutti «non è necessariamente una cosa cattiva in un paese dove i partiti politici hanno fatto sempre tutti i loro accordi a porte chiuse. Se i giudici riusciranno a farlo dimettere, si metteranno contro almeno metà dell'elettorato italiano. E una crisi costituzionale, conclude Ward, è l'ultima cosa di cui l'Italia in questo momento ha bisogno».
14 ottobre 2009
14 ottobre 2009
giovedì 8 ottobre 2009
Il Times: «Ha gettato vergogna sull'Italia, ora deve dimettersi»
«Silvio Berlusconi ha gettato vergogna su se stesso e sul suo paese con le sue buffonate sessuali e i suoi tentativi di evitare i processi. Ora si deve dimettere»: così il Times in un commento intitolato «Gotico italiano» a corredo dell'ampia copertura dedicata alla bocciatura del Lodo Alfano. L'articolo di cronaca titola: «I giudici danno un colpo mortale a Silvio Berlusconi». La vicenda ha grande spazio su tutti i giornali britannici. Dopo la sentenza della corte costituzionale, i processi contro il premier possono riprendere, dice il giornale: «Berlusconi è ora un imputato che affronta un processo penale».
«Berlusconi può restare al suo posto solo se il suo partito e i suoi alleati lo sostengono - argomenta il quotidiano - Ma sarebbero sciocchi a farlo. La disintegrazione della litigiosa sinistra ha convinto molti elettori che non c'è alternativa a Berlusconi, se l'Italia vuole un governo abbastanza forte da farle attraversare l'attuale, seria crisi. Berlusconi può quindi immaginare di essere ancora piuttosto popolare. È la classica auto-illusione di un uomo che si è convinto della propria propaganda, in larga parte portata dai giornali e dalle stazioni tv che possiede. Un'altra cosa che non ha capito è l'inquietudine generata dalla sua vicinanza con Vladimir Putin e Muammar Gheddafi, e il ridicolo che si è gettato addosso con le sue buffonate sessuali. Molti italiani hanno visto le rivelazioni sulle prostitute con indulgente divertimento. Ma il danno alla reputazione del suo paese, simboleggiato dal rifiuto di Michelle Obama di accettare il suo abbraccio, ha iniziato a mostrarsi: i suoi indici di popolarità hanno iniziato a cadere».
«Berlusconi - conclude Times - ha visto questo, così come la vicenda della corte costituzionale, come un complotto ordito dai suoi nemici politici. Non lo era. È nato dalla seria preoccupazione sull'onestà e la capacità di giudizio di un uomo che guida il governo di un'importante democrazia occidentale. Se il processo di Milano ricomincia, Berlusconi deve, come ogni altro cittadino, apparire in aula. Lì potrà esercitare il diritto di ogni cittadino a difendersi contro le accuse. Resta innocente finchè non sarà provato colpevole. Il processo, comunque, sarà un'enorme distrazione dal suo lavoro di primo ministro. Ha tentato di vivere al di sopra della legge; ora essa lo consumerà. È sicuramente il momento che Berlusconi smetta di mettere i suoi interessi prima di quelli del suo paese. Dovrebbe dimettersi».
«Berlusconi può restare al suo posto solo se il suo partito e i suoi alleati lo sostengono - argomenta il quotidiano - Ma sarebbero sciocchi a farlo. La disintegrazione della litigiosa sinistra ha convinto molti elettori che non c'è alternativa a Berlusconi, se l'Italia vuole un governo abbastanza forte da farle attraversare l'attuale, seria crisi. Berlusconi può quindi immaginare di essere ancora piuttosto popolare. È la classica auto-illusione di un uomo che si è convinto della propria propaganda, in larga parte portata dai giornali e dalle stazioni tv che possiede. Un'altra cosa che non ha capito è l'inquietudine generata dalla sua vicinanza con Vladimir Putin e Muammar Gheddafi, e il ridicolo che si è gettato addosso con le sue buffonate sessuali. Molti italiani hanno visto le rivelazioni sulle prostitute con indulgente divertimento. Ma il danno alla reputazione del suo paese, simboleggiato dal rifiuto di Michelle Obama di accettare il suo abbraccio, ha iniziato a mostrarsi: i suoi indici di popolarità hanno iniziato a cadere».
«Berlusconi - conclude Times - ha visto questo, così come la vicenda della corte costituzionale, come un complotto ordito dai suoi nemici politici. Non lo era. È nato dalla seria preoccupazione sull'onestà e la capacità di giudizio di un uomo che guida il governo di un'importante democrazia occidentale. Se il processo di Milano ricomincia, Berlusconi deve, come ogni altro cittadino, apparire in aula. Lì potrà esercitare il diritto di ogni cittadino a difendersi contro le accuse. Resta innocente finchè non sarà provato colpevole. Il processo, comunque, sarà un'enorme distrazione dal suo lavoro di primo ministro. Ha tentato di vivere al di sopra della legge; ora essa lo consumerà. È sicuramente il momento che Berlusconi smetta di mettere i suoi interessi prima di quelli del suo paese. Dovrebbe dimettersi».
mercoledì 23 settembre 2009
domenica 13 settembre 2009
Stranieri, scoppia il caso del trasferimento di soldi
IMMIGRATI. Una norma del pacchetto sicurezza impone ai «money transfer» di denunciare chi non ha il documento
Non si può farlo se non si ha il permesso di soggiorno. Ma la norma colpisce anche chi non è clandestino
- "L'Arena" 13/09/2009
Da lunedì scorso, infatti, è entrata in vigore, assieme al pacchetto sicurezza e alle nuove disposizioni in materia di sicurezza pubblica, la legge 94 del 15 luglio, che all'articolo 1 comma 20 obbliga gli agenti in attività finanziaria, ossia i «money transfer» come Western Union e Money Gram, a segnalare alle autorità tutti gli extracomunitari che chiederanno di inviare o ricevere denaro e saranno sprovvisti di permesso di soggiorno. La procedura però non fa alcuna differenza tra chi potrebbe essere realmente un clandestino e chi, invece, vive e lavora regolarmente in città e aspetta solo il rinnovo del permesso. Niente da fare nemmeno esibendo la ricevuta che le Poste Italiane rilasciano alla consegna del plico di richiesta o di rinnovo del permesso; quando l'addetto al money transfer registra i dati del documento presentato da chi deve versare o ricevere denaro, lo step successivo lo obbliga a confermare se il cliente è munito o meno del permesso di soggiorno. Se la risposta è positiva, inserendo il numero del permesso la procedura va avanti; in caso contrario il terminale manda una segnalazione all'agenzia di riferimento che la gira in automatico alla questura di competenza.
Inoltre, come spiega la legge, «gli agenti in attività finanziaria che prestano servizi di pagamento nella forma dell'incasso e trasferimento di fondi, acquisiscono e conservano per dieci anni copia del titolo di soggiorno se il soggetto che ordina l'operazione è un cittadino extracomunitario». E nonostante le rassicurazioni sul fatto che «il documento è conservato con le modalità previste con decreto del Ministro dell'Interno», la norma lascia perplessi i clienti delle agenzie sulla possibilità che un comune cittadino possa accumulare migliaia di dati sensibili per un periodo così lungo.
Pesantissime le conseguenze per gli agenti che omettano, entro 12 ore, l'apposita segnalazione all'autorità locale di pubblica sicurezza, trasmettendo i dati identificativi del «sospetto»: «il mancato rispetto di tale disposizione è sanzionato con la cancellazione dall'elenco degli agenti in attività finanziaria». Una procedura che non convince del tutto né le agenzie che si occupano dei trasferimenti - la sola Western Union in Italia è affidata a 5 grandi aziende che ogni giorno gestiscono quasi 100 mila trasferimenti di cui la maggior parte riguarda proprio extracomunitari - né le questure, che dovranno far fronte all'ondata di segnalazioni indistinte e automatiche. Da lunedì sono pervenute infatti, alla sola questura di Verona, circa 300 segnalazioni, che saranno girate all'ufficio immigrazione che le dovrà vagliare singolarmente, effettuare gli accertamenti e poi procedere qualora ci si trovi davanti a un caso di clandestinità o cestinare tutto e buttare vie ore di lavoro se invece si tratta di un permesso in fase di rilascio o di rinnovo. La questura della città deve ancora decidere quale casella di posta elettronica dedicare alle segnalazioni delle agenzie per evitare di ingolfare i sistemi tradizionali; il servizio, dopo una partenza penalizzata dalla grande quantità di segnalazioni, col tempo si velocizzerà, fanno sapere in questura, che ne prossimi giorni indicherà agli operatori un indirizzo mail riservato per le operazioni.
Ma che bravi i nostri leghisti, no? Lo straniero che da anni vive con il tagliandino ora non può più nemmeno mandare i soldi a casa! Vorrei ricordare una cosa: mia moglie è extracomunitaria, da anni viaggia con la ricevuta, le arriverà il permesso di 2 anni che sarà già scaduto, per fortuna non deve mandare soldi a casa, ma non può tornare a visitare i suoi parenti perchè senza il permesso non può uscire dall'Italia. Complimenti vivissimi a Maroni, Bossi & C.
lunedì 31 agosto 2009
De Magistris: "Si prepara il colpo di Stato d'autunno"
Credo che il popolo italiano debba essere consapevole che la maggioranza politica - di ispirazione piduista - tenterà di utilizzare le Istituzioni per portare a compimento - nei prossimi mesi- il più devastante disegno autoritario mai concepito dal dopoguerra in poi. Un vero golpe d’autunno. Da un punto di vista istituzionale si cercherà di rafforzare il progetto presidenzialista - di tipo peronista - disegnato su misura dell’attuale Premier. Poteri assoluti al Capo dello Stato eletto dal popolo. Elezioni supportate dalla propaganda di regime costruita attraverso il controllo quasi totale dei mezzi di comunicazione. Il Parlamento - coerentemente ad un assetto autoritario e verticistico del potere - ridotto ad organo di ratifica dei desiderata dell’esecutivo con le opposizioni democratiche messe in condizione di esercitare mera testimonianza. La distruzione dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura attraverso la sottoposizione del pubblico ministero al potere esecutivo con modifiche costituzionali realizzate illegittimamente con legge ordinaria (quale quella che subordina il Pm all’iniziativa della polizia giudiziaria e, quindi, del governo), nonché attraverso la mortificazione del suo ruolo attraverso leggi quale quella che elimina di fatto le intercettazioni (rafforzando quindi la cd. microcriminalità in modo, poi, da invocare poteri straordinari per combatterla).
La revisione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura – non però nella direzione di liberare tali fondamentali organi dalle influenze partitiche e di poteri che pure sono presenti – ma attraverso il rafforzamento della componente politica e partitocratica. La soppressione della libertà di stampa e del pluralismo dell’informazione formalizzando normativamente la scomparsa dei fatti. La disintegrazione della scuola pubblica, dell’università e della ricerca, in modo da favorire il consolidamento della sub-cultura di regime, quella per intenderci che ha realizzato il mito del «papi», ossia del padrone che dispensa posti e prebende. Il prossimo Presidente della Repubblica – il desiderio dei nuovi peronisti è ovviamente quello che Berlusconi diventi il Capo, il Capo di tutto e di tutti - dovrà avere ampi poteri e con questi anche il comando delle forze armate (dopo aver già ottenuto la gestione della sicurezza attraverso la sua privatizzazione con l’utilizzo delle ronde da lanciare magari a caccia di immigrati e omosessuali) in modo da poter governare anche eventuali conflitti sociali con la forza.
Sul piano economico e del lavoro la maggioranza prepara la repressione al dissenso ed al conflitto sociale causato da un disegno che punta a rafforzare le disuguaglianze attraverso una politica economica che consolida sempre più i poteri forti e squilibra fortemente il Paese come nei regimi (chi ha già tanto deve avere di più, mentre sempre di più saranno quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese), con l’assenza del contrasto all’evasione fiscale e l’approvazione di norme che rafforzano il riciclaggio del denaro sporco. Il furto delle risorse pubbliche che vanno a finire nelle tasche dei soliti comitati d’affari. Il mancato adeguamento dei salari al costo della vita. L’incapacità di favorire l’iniziativa economica privata fondata sulla libera concorrenza supportando, invece, la rapacità dei soliti prenditori. L’assenza di strategia che possa rilanciare il lavoro - pubblico e privato - fondandolo sulla meritocrazia e non sul privilegio e sull’occupazione della cosa pubblica (come, per fare un esempio, nella sanità). Assenza di politiche economiche fondate su sviluppo e lavoro, tutela delle risorse e rispetto della natura e della vita. Il saccheggio, in definitiva, della nostra «Storia».
Un progetto contro il nostro futuro. Il colpo di Stato - apparentemente indolore ed a tratti invisibile - reso possibile dall’istituzionalizzazione delle mafie, dalla loro penetrazione nelle articolazioni economiche e pubbliche del Paese, dal loro controllo del territorio, dalla capacità di neutralizzare la resistenza costituzionale. Un golpe senza armi - ma intriso di violenza morale - con l’utilizzo del diritto illegittimo,della creazione di norme in violazione della Costituzione. L’eversione attraverso l’uso di uno schermo legale. L’uccisione della democrazia dal suo interno. È necessario, quindi, che si realizzino subito le condizioni per una grande mobilitazione civile, sociale e politica che si opponga a questo disegno autoritario che stravolge gli equilibri costituzionali e l’assetto democratico del nostro Paese.
La revisione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura – non però nella direzione di liberare tali fondamentali organi dalle influenze partitiche e di poteri che pure sono presenti – ma attraverso il rafforzamento della componente politica e partitocratica. La soppressione della libertà di stampa e del pluralismo dell’informazione formalizzando normativamente la scomparsa dei fatti. La disintegrazione della scuola pubblica, dell’università e della ricerca, in modo da favorire il consolidamento della sub-cultura di regime, quella per intenderci che ha realizzato il mito del «papi», ossia del padrone che dispensa posti e prebende. Il prossimo Presidente della Repubblica – il desiderio dei nuovi peronisti è ovviamente quello che Berlusconi diventi il Capo, il Capo di tutto e di tutti - dovrà avere ampi poteri e con questi anche il comando delle forze armate (dopo aver già ottenuto la gestione della sicurezza attraverso la sua privatizzazione con l’utilizzo delle ronde da lanciare magari a caccia di immigrati e omosessuali) in modo da poter governare anche eventuali conflitti sociali con la forza.
Sul piano economico e del lavoro la maggioranza prepara la repressione al dissenso ed al conflitto sociale causato da un disegno che punta a rafforzare le disuguaglianze attraverso una politica economica che consolida sempre più i poteri forti e squilibra fortemente il Paese come nei regimi (chi ha già tanto deve avere di più, mentre sempre di più saranno quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese), con l’assenza del contrasto all’evasione fiscale e l’approvazione di norme che rafforzano il riciclaggio del denaro sporco. Il furto delle risorse pubbliche che vanno a finire nelle tasche dei soliti comitati d’affari. Il mancato adeguamento dei salari al costo della vita. L’incapacità di favorire l’iniziativa economica privata fondata sulla libera concorrenza supportando, invece, la rapacità dei soliti prenditori. L’assenza di strategia che possa rilanciare il lavoro - pubblico e privato - fondandolo sulla meritocrazia e non sul privilegio e sull’occupazione della cosa pubblica (come, per fare un esempio, nella sanità). Assenza di politiche economiche fondate su sviluppo e lavoro, tutela delle risorse e rispetto della natura e della vita. Il saccheggio, in definitiva, della nostra «Storia».
Un progetto contro il nostro futuro. Il colpo di Stato - apparentemente indolore ed a tratti invisibile - reso possibile dall’istituzionalizzazione delle mafie, dalla loro penetrazione nelle articolazioni economiche e pubbliche del Paese, dal loro controllo del territorio, dalla capacità di neutralizzare la resistenza costituzionale. Un golpe senza armi - ma intriso di violenza morale - con l’utilizzo del diritto illegittimo,della creazione di norme in violazione della Costituzione. L’eversione attraverso l’uso di uno schermo legale. L’uccisione della democrazia dal suo interno. È necessario, quindi, che si realizzino subito le condizioni per una grande mobilitazione civile, sociale e politica che si opponga a questo disegno autoritario che stravolge gli equilibri costituzionali e l’assetto democratico del nostro Paese.
sabato 18 luglio 2009
Elezioni comunali 2009
Questa volta non ho votato. Al ballottaggio non me la sono proprio sentita di mettere una x su nessuno dei 2 candidati. La persona che avevo votato al primo turno ha pensato di apparentarsi con Pasetto, controfigura del podestà (ex) Polo: non potevo, con tutta la più buona volontà, mettere la mia preferenza su nessuno che avesse a che fare con “quello”.
E’ una tristezza, mi viene alla mente il povero Giorgio Gaber, con le parole di una sua canzone “la mia generazione ha perso”, e devo dire che sono veramente deluso. Il panorama politico nazionale e locale è ben triste, Il nuovo sindaco, già eletto e commissariato tempo fa, è del partito di Berluska, indescrivibile, che con i suoi scagnozzi (dipendenti, puttanelle, venduti vari) non può esprimere la volontà dei cittadini, ormai edulcorati da tv-show.
Gli ideali di una volta sono ormai svaniti, ma almeno un po’ di decenza lasciatecela!
E’ una tristezza, mi viene alla mente il povero Giorgio Gaber, con le parole di una sua canzone “la mia generazione ha perso”, e devo dire che sono veramente deluso. Il panorama politico nazionale e locale è ben triste, Il nuovo sindaco, già eletto e commissariato tempo fa, è del partito di Berluska, indescrivibile, che con i suoi scagnozzi (dipendenti, puttanelle, venduti vari) non può esprimere la volontà dei cittadini, ormai edulcorati da tv-show.
Gli ideali di una volta sono ormai svaniti, ma almeno un po’ di decenza lasciatecela!
domenica 5 luglio 2009
Una gnocca al giorno leva il medico di torno
Dovunque Silvio Berlusconi vada,
a Palazzo Grazioli in quel di Roma
od a villa Certosa a punta Lada,
si distingue di gnocca un buon aroma
e lo inseguono torme di ragazze,
non si sa se per loro convenienza
oppur perché d’amore sono pazze.
Eccellon tutte quante in avvenenza,
sono castane, brune, rosse, bionde,
vestite, seminude, scollacciate,
di media taglia, esili, rotonde,
acqua e sapone oppure ben truccate.
Sono veline, giovani attricette,
escort, modelle, brillanti meteorine,
trombate ad un reality, soubrette,
ministre, show girl, billionairine,
troniste, ballerine, letteronze.
Le più colte qua e là son candidate,l
e altre sono dei gran pezzi di lonze
gradevoli d’aspetto e illetterate.
Trovano nelle case del premier,
oltre all’assai accogliente letto grande,
come narra Chirac, un bel bidet
dove le chiappe delle monacande
si son posate in grande quantità.
A ciascuna con gran galanteria
il Cavaliere un suo ricordo dà.
Perlopiù dona sol chincaglieria:
farfalline di strass dai bei colori,
biglie shocking da mettere alle dita,
ciondoli a tartaruga con decori,
qualche piccola statua ben scolpita,
braccialetti, minuscoli anellini,
catene per il collo o la caviglia,
piccole spille con i brillantini,
su disegno del premier, meraviglia!
Alle più fortunate il Cavaliere
ha fatto, invece, doni più importanti,
la ragione non è il caso di sapere.
Noemi ebbe un collier con i brillanti,
alcune han ricevuto un ministero,
altre una busta d’euro molto piena,
ad altre, infin ed il perché è un mistero,
fu offerta solo, ahimé, una ricca cena.
Una cosa a nessuna è mai mancata:
una canzon sul tema dell’amore
da Mariano Apicella strimpellata
e da Silvio cantata, man sul cuore.
Di queste cose parlano i giornali
e le television di tutto il mondo,
ad eccezion degli itali canali.
Per il complotto Silvio è furibondo,
ma agli italiani deve un risposta
a una domanda forse imbarazzante,
ma con la più profonda invidia posta
Le ha scopate davvero tutte quante?”
a Palazzo Grazioli in quel di Roma
od a villa Certosa a punta Lada,
si distingue di gnocca un buon aroma
e lo inseguono torme di ragazze,
non si sa se per loro convenienza
oppur perché d’amore sono pazze.
Eccellon tutte quante in avvenenza,
sono castane, brune, rosse, bionde,
vestite, seminude, scollacciate,
di media taglia, esili, rotonde,
acqua e sapone oppure ben truccate.
Sono veline, giovani attricette,
escort, modelle, brillanti meteorine,
trombate ad un reality, soubrette,
ministre, show girl, billionairine,
troniste, ballerine, letteronze.
Le più colte qua e là son candidate,l
e altre sono dei gran pezzi di lonze
gradevoli d’aspetto e illetterate.
Trovano nelle case del premier,
oltre all’assai accogliente letto grande,
come narra Chirac, un bel bidet
dove le chiappe delle monacande
si son posate in grande quantità.
A ciascuna con gran galanteria
il Cavaliere un suo ricordo dà.
Perlopiù dona sol chincaglieria:
farfalline di strass dai bei colori,
biglie shocking da mettere alle dita,
ciondoli a tartaruga con decori,
qualche piccola statua ben scolpita,
braccialetti, minuscoli anellini,
catene per il collo o la caviglia,
piccole spille con i brillantini,
su disegno del premier, meraviglia!
Alle più fortunate il Cavaliere
ha fatto, invece, doni più importanti,
la ragione non è il caso di sapere.
Noemi ebbe un collier con i brillanti,
alcune han ricevuto un ministero,
altre una busta d’euro molto piena,
ad altre, infin ed il perché è un mistero,
fu offerta solo, ahimé, una ricca cena.
Una cosa a nessuna è mai mancata:
una canzon sul tema dell’amore
da Mariano Apicella strimpellata
e da Silvio cantata, man sul cuore.
Di queste cose parlano i giornali
e le television di tutto il mondo,
ad eccezion degli itali canali.
Per il complotto Silvio è furibondo,
ma agli italiani deve un risposta
a una domanda forse imbarazzante,
ma con la più profonda invidia posta
Le ha scopate davvero tutte quante?”
Mafia, politica e affari: sette domande al Cavaliere.
di Carlo Cosmelli
Al Primo Ministro della Repubblica Italiana sono state rivolte dieci domande circa le sue relazioni con una ragazza minorenne invitata più volte anche a cene ufficiali. Fino ad ora si è rifiutato di rispondere. Si potrebbe fare uno sconto al Signor Silvio Berlusconi, chiedendogli di rispondere a sette domande. Signor Berlusconi, potrebbe rispondere pubblicamente a queste domande? PremessaLa Banca Rasini di Milano, di proprietà negli anni ’70 di Carlo Rasini, è stata indicata da Sindona e in molti documenti ufficiali di magistrati che hanno indagato sulla mafia, come la principale banca utilizzata dalla mafia per il riciclo del denaro sporco nel Nord - Italia. Di questa Banca sono stati clienti Pippo Calò, Totò Riina e Bernardo Provenzano, negli anni in cui formavano la cupola della mafia. In quegli stessi anni il Sig. Luigi Berlusconi lavorava presso la Banca, prima come impiegato, poi come Procuratore con diritto di firma e infine come Direttore. 1) Nel 1970, il procuratore della banca Luigi Berlusconi ratifica un'operazione molto particolare: la banca Rasini acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figurano Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus. Questo Luigi Berlusconi, procuratore con diritto di firma della banca Rasini, era suo padre? 2) Sempre intorno agli anni ’70 il Sig. Silvio Berlusconi ha registrato presso la banca Rasini ventitré holding come “negozi di parrucchiere ed estetista”, è lei questo Signor Silvio Berlusconi? 3) Lei ha registrato presso la banca Rasini, ventitré “Holding Italiane” che hanno detenuto per molto tempo il capitale della Fininvest, ed altre 15 Holding, incaricate di operazioni su mercati esteri. Le ventitré holding di parrucchiere, che non furono trovate ad una prima indagine della guardia di finanza, e le ventitré Holding italiane, sono la stessa cosa? 4) Nel 1979 il finanziere Massimo Maria Berruti che dirigeva e poi archiviò l’indagine della Guardia di Finanza sulle ventitré holding della Banca Rasini, si dimise dalla Guardia di Finanza. Questo signor Massimo Maria Berruti è lo stesso che fu assunto dalla Fininvest subito dopo le dimissioni dalla Guardia di Finanza, fu poi condannato per corruzione, eletto in seguito parlamentare nelle file di Forza Italia, e incaricato dei rapporti delle quattro società Fininvest con l’avvocato londinese David Mills, appena condannato in Italia su segnalazione della magistratura inglese? 5) Nel 1973 il tutore dell’allora minorenne ereditiera Anna Maria Casati Stampa si occupò della vendita al Sig. Silvio Berlusconi della tenuta della famiglia Casati ad Arcore. La tenuta dei Casati consisteva in una tenuta di un milione di metri quadrati, un edificio settecentesco con annesso parco, villa San Martino, di circa 3’500 metri quadri, 147 stanze, una pinacoteca con opere del Quattrocento e Cinquecento, una biblioteca con circa 3000 volumi antichi, un parco immenso, scuderie e piscine. Un valore inestimabile che fu venduto per la cifra di 500 milioni di lire (250'000 euro) in titoli azionari di società all'epoca non quotate in borsa, che furono da lei riacquistati pochi anni dopo per 250 milioni.(125'000 euro). Il tutore della Casati Stampa era un avvocato di nome Cesare Previti. Questo avvocato è lo stesso che poi è diventato suo avvocato della Fininvest, senatore di Forza Italia, Ministro della Difesa, condannato per corruzione ai giudici, interdetto dai diritti civili e dai pubblici uffici, e che lei continua a frequentare? 6) A Milano, in via Sant’Orsola 3, nacque nel 1978 una società denominata Par.Ma.Fid. La Par.Ma.Fid. è la medesima società fiduciaria che ha gestito tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss – di area corleonese e non – operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Signor Berlusconi, importanti quote di diverse delle suddette ventitré Holding verranno da lei intestate proprio alla Par. Ma.Fid. Per conto di chi la Par.Ma.Fid. ha gestito questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a questa società una parte così notevole dei suoi beni? 7) Signor Berlusconi da dove sono venuti gli immensi capitali che hanno dato inizio, all’età di ventisette anni, alla sua scalata al mondo finanziario italiano? Vede, Signor Berlusconi, tutti gli eventuali reati cui si riferiscono le domande di cui sopra sono oramai prescritti. Ma il problema è che i favori ricevuti dalla mafia non cadono mai in prescrizione, i cittadini italiani, europei, i primi ministri dei paesi con cui lei vuole incontrarsi, hanno il diritto di sapere se lei sia ricattabile o se sia una persona libera. P.S. Dato che lei è già stato condannato in via definitiva per dichiarazioni false rese ad un giudice in un tribunale, dovrebbe farci la cortesia di fornire anche le prove di quello che dice, le sole risposte non essendo ovviamente sufficienti. (3 luglio 2009)
Al Primo Ministro della Repubblica Italiana sono state rivolte dieci domande circa le sue relazioni con una ragazza minorenne invitata più volte anche a cene ufficiali. Fino ad ora si è rifiutato di rispondere. Si potrebbe fare uno sconto al Signor Silvio Berlusconi, chiedendogli di rispondere a sette domande. Signor Berlusconi, potrebbe rispondere pubblicamente a queste domande? PremessaLa Banca Rasini di Milano, di proprietà negli anni ’70 di Carlo Rasini, è stata indicata da Sindona e in molti documenti ufficiali di magistrati che hanno indagato sulla mafia, come la principale banca utilizzata dalla mafia per il riciclo del denaro sporco nel Nord - Italia. Di questa Banca sono stati clienti Pippo Calò, Totò Riina e Bernardo Provenzano, negli anni in cui formavano la cupola della mafia. In quegli stessi anni il Sig. Luigi Berlusconi lavorava presso la Banca, prima come impiegato, poi come Procuratore con diritto di firma e infine come Direttore. 1) Nel 1970, il procuratore della banca Luigi Berlusconi ratifica un'operazione molto particolare: la banca Rasini acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figurano Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus. Questo Luigi Berlusconi, procuratore con diritto di firma della banca Rasini, era suo padre? 2) Sempre intorno agli anni ’70 il Sig. Silvio Berlusconi ha registrato presso la banca Rasini ventitré holding come “negozi di parrucchiere ed estetista”, è lei questo Signor Silvio Berlusconi? 3) Lei ha registrato presso la banca Rasini, ventitré “Holding Italiane” che hanno detenuto per molto tempo il capitale della Fininvest, ed altre 15 Holding, incaricate di operazioni su mercati esteri. Le ventitré holding di parrucchiere, che non furono trovate ad una prima indagine della guardia di finanza, e le ventitré Holding italiane, sono la stessa cosa? 4) Nel 1979 il finanziere Massimo Maria Berruti che dirigeva e poi archiviò l’indagine della Guardia di Finanza sulle ventitré holding della Banca Rasini, si dimise dalla Guardia di Finanza. Questo signor Massimo Maria Berruti è lo stesso che fu assunto dalla Fininvest subito dopo le dimissioni dalla Guardia di Finanza, fu poi condannato per corruzione, eletto in seguito parlamentare nelle file di Forza Italia, e incaricato dei rapporti delle quattro società Fininvest con l’avvocato londinese David Mills, appena condannato in Italia su segnalazione della magistratura inglese? 5) Nel 1973 il tutore dell’allora minorenne ereditiera Anna Maria Casati Stampa si occupò della vendita al Sig. Silvio Berlusconi della tenuta della famiglia Casati ad Arcore. La tenuta dei Casati consisteva in una tenuta di un milione di metri quadrati, un edificio settecentesco con annesso parco, villa San Martino, di circa 3’500 metri quadri, 147 stanze, una pinacoteca con opere del Quattrocento e Cinquecento, una biblioteca con circa 3000 volumi antichi, un parco immenso, scuderie e piscine. Un valore inestimabile che fu venduto per la cifra di 500 milioni di lire (250'000 euro) in titoli azionari di società all'epoca non quotate in borsa, che furono da lei riacquistati pochi anni dopo per 250 milioni.(125'000 euro). Il tutore della Casati Stampa era un avvocato di nome Cesare Previti. Questo avvocato è lo stesso che poi è diventato suo avvocato della Fininvest, senatore di Forza Italia, Ministro della Difesa, condannato per corruzione ai giudici, interdetto dai diritti civili e dai pubblici uffici, e che lei continua a frequentare? 6) A Milano, in via Sant’Orsola 3, nacque nel 1978 una società denominata Par.Ma.Fid. La Par.Ma.Fid. è la medesima società fiduciaria che ha gestito tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss – di area corleonese e non – operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Signor Berlusconi, importanti quote di diverse delle suddette ventitré Holding verranno da lei intestate proprio alla Par. Ma.Fid. Per conto di chi la Par.Ma.Fid. ha gestito questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a questa società una parte così notevole dei suoi beni? 7) Signor Berlusconi da dove sono venuti gli immensi capitali che hanno dato inizio, all’età di ventisette anni, alla sua scalata al mondo finanziario italiano? Vede, Signor Berlusconi, tutti gli eventuali reati cui si riferiscono le domande di cui sopra sono oramai prescritti. Ma il problema è che i favori ricevuti dalla mafia non cadono mai in prescrizione, i cittadini italiani, europei, i primi ministri dei paesi con cui lei vuole incontrarsi, hanno il diritto di sapere se lei sia ricattabile o se sia una persona libera. P.S. Dato che lei è già stato condannato in via definitiva per dichiarazioni false rese ad un giudice in un tribunale, dovrebbe farci la cortesia di fornire anche le prove di quello che dice, le sole risposte non essendo ovviamente sufficienti. (3 luglio 2009)
mercoledì 10 giugno 2009
Casu esclude alleanze Pasetto farà l'«outsider»
SAN BONIFACIO. Lo schieramento di Pdl e Lega sfiora il successo al primo turno e si prepara al ballottaggio con ottimismo: «Non faremo apparentamenti con altre liste» Polo deluso: «S'è voluto punire il sottoscritto» Piasentin: «Contenti, ma si sperava di più» Andrioli felice: «Raddoppiati i voti del 2004»
Tra i protagonisti delle elezioni comunali, due soltanto sono i delusi: il candidato sindaco Gianni Storari e il sindaco uscente, che sosteneva Federico Pasetto. «Per me è stata una cocente delusione, molto amara», dice Silvano Polo, «considero questo mancato risultato una bocciatura o quanto meno una non considerazione di quanto fatto: si può pensare alla irriconoscenza della gente o al suo totale disinteresse: questo comportamento mi ha letteralmente scioccato, anche se il feeling con la popolazione si era già interrotto. Praticamente, mi sento al limite quasi dell'offesa. Se devo dare un giudizio», conclude Polo, «devo dire che l'elettorato sambonifacese si è comportato molto male con il suo sindaco, ma prendo atto che si è voluto non dico bocciare ma quasi punire il sottoscritto, per cui non so trovare una risposta logica» (IO DIREI CHE CASO MAI E' STAO IL PODESTA' POLO A COMPORTARSI DA CAFONE CON I CITTADINI, LUI E I SUOI TIRAPIEDI HANNO CHIUSO! n.d.r.). Storari: «La nostra proposta ai cittadini non è stata accolta: ci inchiniamo alla volontà degli elettori. Il mancato riconoscimento del sindaco uscente ritengo sia dovuto alla situazione ambigua scelta: un sindaco uscente si candida se è convinto di farcela».Apparentamenti? «Non è il caso», risponde, «ma nel caso non farei alleanze con la lista sfidante, con la quale non siamo in sintonia su tutto». Federico Pasetto, che andrà al ballottaggio, diversamente da Polo è soddisfatto del risultato della sua lista, se non altro perchè «è riuscito ad andare al ballottaggio contro una forza politica che alle europee ha ottenuto il 66 per cento» e perchè la sua lista è riuscito ad organizzarla «in soli tredici giorni».Antonio Casu ha mancato per poco la vittoria al primo turno: «Siamo soddisfatti perchè con la Lega siamo una coalizione vincente, avendo sfiorato il 50 per cento. Non faremo alcun apparentamento, nemmeno con le civiche, anche se con loro abbiamo rapporti di amicizia, perchè non vediamo identità di percorso, sentendoci isolati dal punto di vista politico». Casu non esclude anche una richiesta di revisione generale del conteggio delle schede perchè, dice, «non c'è stata uniformità, da parte dei presidenti dei seggi , nella valutazione dei voti e delle preferenze».Marco Andrioli ha conquistato oltre il 9 per cento dei voti: «Il nostro è un ottimo risultato, avendo raddoppiato i 500 voti ottenuti nel 2004, pur non avendo alle spalle, come civica, alcun finanziatore. La gente ha apprezzato il lavoro compiuto in questi anni; la nostra presenza in Consiglio ci consentirà di proseguire».Giuseppe Piasentin commenta: «Siamo contenti anche se si sperava di più, ma il dilagare di Lega e Pdl ovunque spiega tutto. Per quanto riguarda il mancato successo della coalizione, che rappresenta la continuità dell'attuale amministrazione, mi pare che fosse già da tempo nell'ordine delle cose, perchè l'interruzione del legame con la cittadinanza la dichiarò lo stesso sindaco Polo sei mesi fa. Quindi il risultato è solo la riconferma di quella sensazione che egli stesso aveva riconosciuto». Circa gli apparentamenti per il ballottaggio dice: «Quando qualcuno ci contatterà decideremo, anche se il panorama è talmente complesso che è difficile pensare che i giochi siano fatti».Soddisfatto anche Paolo Cannas: «Pur non avendo potentati alle spalle e pur essendo partiti solo l'ultima settimana, i nostri 748 voti sono un buon risultato, non potevamo sperare di più. Il mancato successo della lista sostenuta dal sindaco Polo era prevedibile, perchè la gente non era molto soddisfatta del modo di comportarsi del sindaco, che ha un suo carattere. Infatti, ha ottenuto solo 112 preferenze personali, contro le circa 700 ottenute in passato, il che sta a significare che non c'è stato grande gradimento per il sindaco uscente».Stefano Bissa, candidato sindaco dell'Udc escluso, sostiene che «tutti i partiti hanno pescato nel nostro elettorato» e che quindi, «se fossimo stati presenti i risultati sarebbero stati ben diversi». Nei prossimi giorni l'Udc deciderà se dare indicazioni ai propri elettori in vista del ballottaggio.
Tra i protagonisti delle elezioni comunali, due soltanto sono i delusi: il candidato sindaco Gianni Storari e il sindaco uscente, che sosteneva Federico Pasetto. «Per me è stata una cocente delusione, molto amara», dice Silvano Polo, «considero questo mancato risultato una bocciatura o quanto meno una non considerazione di quanto fatto: si può pensare alla irriconoscenza della gente o al suo totale disinteresse: questo comportamento mi ha letteralmente scioccato, anche se il feeling con la popolazione si era già interrotto. Praticamente, mi sento al limite quasi dell'offesa. Se devo dare un giudizio», conclude Polo, «devo dire che l'elettorato sambonifacese si è comportato molto male con il suo sindaco, ma prendo atto che si è voluto non dico bocciare ma quasi punire il sottoscritto, per cui non so trovare una risposta logica» (IO DIREI CHE CASO MAI E' STAO IL PODESTA' POLO A COMPORTARSI DA CAFONE CON I CITTADINI, LUI E I SUOI TIRAPIEDI HANNO CHIUSO! n.d.r.). Storari: «La nostra proposta ai cittadini non è stata accolta: ci inchiniamo alla volontà degli elettori. Il mancato riconoscimento del sindaco uscente ritengo sia dovuto alla situazione ambigua scelta: un sindaco uscente si candida se è convinto di farcela».Apparentamenti? «Non è il caso», risponde, «ma nel caso non farei alleanze con la lista sfidante, con la quale non siamo in sintonia su tutto». Federico Pasetto, che andrà al ballottaggio, diversamente da Polo è soddisfatto del risultato della sua lista, se non altro perchè «è riuscito ad andare al ballottaggio contro una forza politica che alle europee ha ottenuto il 66 per cento» e perchè la sua lista è riuscito ad organizzarla «in soli tredici giorni».Antonio Casu ha mancato per poco la vittoria al primo turno: «Siamo soddisfatti perchè con la Lega siamo una coalizione vincente, avendo sfiorato il 50 per cento. Non faremo alcun apparentamento, nemmeno con le civiche, anche se con loro abbiamo rapporti di amicizia, perchè non vediamo identità di percorso, sentendoci isolati dal punto di vista politico». Casu non esclude anche una richiesta di revisione generale del conteggio delle schede perchè, dice, «non c'è stata uniformità, da parte dei presidenti dei seggi , nella valutazione dei voti e delle preferenze».Marco Andrioli ha conquistato oltre il 9 per cento dei voti: «Il nostro è un ottimo risultato, avendo raddoppiato i 500 voti ottenuti nel 2004, pur non avendo alle spalle, come civica, alcun finanziatore. La gente ha apprezzato il lavoro compiuto in questi anni; la nostra presenza in Consiglio ci consentirà di proseguire».Giuseppe Piasentin commenta: «Siamo contenti anche se si sperava di più, ma il dilagare di Lega e Pdl ovunque spiega tutto. Per quanto riguarda il mancato successo della coalizione, che rappresenta la continuità dell'attuale amministrazione, mi pare che fosse già da tempo nell'ordine delle cose, perchè l'interruzione del legame con la cittadinanza la dichiarò lo stesso sindaco Polo sei mesi fa. Quindi il risultato è solo la riconferma di quella sensazione che egli stesso aveva riconosciuto». Circa gli apparentamenti per il ballottaggio dice: «Quando qualcuno ci contatterà decideremo, anche se il panorama è talmente complesso che è difficile pensare che i giochi siano fatti».Soddisfatto anche Paolo Cannas: «Pur non avendo potentati alle spalle e pur essendo partiti solo l'ultima settimana, i nostri 748 voti sono un buon risultato, non potevamo sperare di più. Il mancato successo della lista sostenuta dal sindaco Polo era prevedibile, perchè la gente non era molto soddisfatta del modo di comportarsi del sindaco, che ha un suo carattere. Infatti, ha ottenuto solo 112 preferenze personali, contro le circa 700 ottenute in passato, il che sta a significare che non c'è stato grande gradimento per il sindaco uscente».Stefano Bissa, candidato sindaco dell'Udc escluso, sostiene che «tutti i partiti hanno pescato nel nostro elettorato» e che quindi, «se fossimo stati presenti i risultati sarebbero stati ben diversi». Nei prossimi giorni l'Udc deciderà se dare indicazioni ai propri elettori in vista del ballottaggio.
domenica 7 giugno 2009
Un uomo solo al telecomando
Silvio Berlusconi ha annunciato nel programma "Matrix", trasmesso dall'emittente di sua proprietà Canale5, condotto da un suo dipendente: "Nei prossimi giorni farò un'azione mediatica per mostrare alla stampa straniera la vera situazione in Italia... La stampa americana ha fece bene a fare una campagna contro Bill Clinton: lui aveva mentito. Io no. Contro di me sono state dette solo calunnie e falsità".
Il guaio è che Berlusconi, come diceva Indro Montanelli, il più grande giornalista che lo conosceva bene, "è un bugiardo sincero: crede alle bugie che racconta". Ma questa volta ha fatto male i suoi conti, perché nell'ultimo mese ha mentito ripetutamente non solo alla stampa e alla tv italiane, ma anche a quelle straniere. Che, diversamente dalla gran parte di quelle italiane, non sono di sua proprietà. Dunque non sono abituate a prendere per buone le sue bugie. Per questo il Cavaliere è tanto nervoso: nelle ultime settimane la realtà che lo insegue da trent'anni minacciando il suo mondo virtuale, il suo Truman Show, gli si è pericolosamente avvicinata. E molte delle bugie su cui aveva edificato il suo successo imprenditoriale e politico sono andate in frantumi.
L'inizio della frana è iniziato con la sentenza di condanna in primo grado a 4 anni e 6 mesi dell'avvocato inglese David Mills, giudicato dal Tribunale di Milano colpevole di essersi fatto corrompere da Berlusconi con 600 mila dollari in cambio delle sue false testimonianze in due processi a carico del Cavaliere alla fine degli anni 90: quello per le tangenti pagate alla Guardia di Finanza che ispezionava alcune aziende del gruppo Berlusconi e quello per i fondi neri accumulati sulle società off-shore (64 in tutto, secondo la società di revisione Kpmg) create dallo stesso Mills, dislocate nei paradisi fiscali, occultate nei bilanci del gruppo e utilizzate per varie operazioni illecite.
Quella sentenza, che non ha potuto condannare Berlusconi come corruttore di Mills perché lo stesso Cavaliere ha sospeso i suoi processi per legge, è una "summa" della sua carriera imprenditoriale. E smentisce platealmente la sua immagine di self made man, di grande tycoon che si è "fatto da sé". In realtà -secondo i giudici- Berlusconi pagò il silenzio di Mills per nascondere le illegalità con cui era diventato il padrone dell'editoria e della tv commerciale negli anni 80.
Tramite le società off-shore del comparto occulto All Iberian infatti, secondo i giudici, il Cavaliere pagò 23 miliardi all'allora premier socialista Bettino Craxi, autore di varie leggi su misura per legittimare il monopolio incostituzionale berlusconiano sulle tv private; finanziò prestanomi per controllare occultamente i pacchetti azionari di una pay tv italiana (Telepiù) e un'emittente spagnola (Telecinco) aggirando le leggi antitrust; versò svariati miliardi in nero al suo avvocato Cesare Previti, che li usava anche per corrompere giudici (compreso il giudice Vittorio Metta, autore di una sentenza comprata che nel 1990 sottrasse la Mondadori, il primo gruppo editoriale italiano, al suo legittimo proprietario, Carlo De Benedetti, per girarlo a Berlusconi);e così via.
Se Mills avesse detto tutta la verità, Berlusconi avrebbe rischiato una pesante condanna nel processo Guardia di Finanza, che si chiuse invece con la condanna dei manager berlusconiani Salvatore Sciascia (per corruzione) e Massimo Maria Berruti (per favoreggiamento), ma con l'assoluzione del Cavaliere per "insufficienza di prove". Sciascia e Berruti, oggi, sono deputati nel partito di Berlusconi.
Non bastasse la sentenza Mills, ecco le inquietanti dichiarazioni di un'altra persona che il Cavaliere lo conosce bene, avendo vissuto con lui per ben 29 anni: la sua seconda moglie Veronica Lario, che ha annunciato il divorzio perché il marito-premier "frequenta minorenni" e "non sta bene".
L'equilibrio mentale e le frequentazioni di un capo di governo sono fatti pubblici, non "gossip" come il Cavaliere e i suoi dipendenti sparsi nelle tv e nei giornali hanno tentato di qualificarli.
Tantopiù se il protagonista ha sempre mescolato la sua vita privata e quella pubblica per accreditarsi come marito esemplare con una famiglia modello, distribuendo addirittura fotoromanzi patinati ai suoi elettori. Tantopiù se è solito recarsi in udienza dal Papa, baciargli devotamente l'anello e proclamarsi "difensore della famiglia tradizionale di santa Romana Chiesa". Professioni che mal si conciliano con le fotografie che lo ritraggono nella sua villa in Sardegna in compagnia di ragazze allegre e senza veli, per giunta aviotrasportate su aerei di Stato a spese dei contribuenti.
Lo stesso Berlusconi ha scelto di rispondere pubblicamente alle accuse della moglie, prima su Rai1, poi a France2, infine alla Cnn. Lì ha fabbricato varie versioni dei suoi rapporti con una ragazza napoletana, Noemi Letizia, che lo chiama "papi" e al cui 18° compleanno lui stesso ha preso parte a fine aprile. Ha raccontato di essere amico del padre della ragazza, Elio Letizia, messo comunale, perché "era l'autista di Craxi". Falso: Letizia non è mai stato l'autista di Craxi. Ha raccontato di aver "visto Noemi tre o quattro volte, sempre in presenza dei genitori". Falso: Noemi era con lui senza i genitori nel novembre scorso, a una cena ufficiale a Roma; ed era di nuovo con lui fra Natale e Capodanno, senza i genitori ma con un'amica, anch'essa minorenne, a Villa Certosa in Sardegna. Ha raccontato di aver conosciuto papà Letizia "oltre dieci anni fa", cioè intorno al 1997-98 e Noemi "durante una sfilata di moda": ma nel 1997-98 la ragazza aveva 6 o 7 anni e, per quanto precoce, difficilmente si esibiva in sfilate di moda.
Oltretutto Elio Letizia fa risalire l'amicizia al 2001, cioè a 8 anni fa, mentre l'ex fidanzato della ragazza giura che il Cavaliere non conosceva Elio, ma telefonò direttamente a Noemi per la prima volta nell'ottobre-novembre 2008, dopo averla vista in un book fotografico in abiti succinti. Resta da capire perché Berlusconi e Letizia non si decidano a dire la verità e, dunque, quale segreto nascondano.
Intanto si sgonfiano l'una dopo l'altra tutte le altre balle che hanno contribuito a consolidare il consenso berlusconiano. L'incauta promessa dell'immediata ricostruzione ("entro settembre") della città dell'Aquila devastata dal terremoto si sbriciola contro la scarsità di denaro pubblico a disposizione e suscita le ire dei terremotati, rinchiusi nelle tendopoli sotto il caldo torrido. E l'idea di trasferire il G8 all'Aquila rischia di trasformarsi in un boomerang, con scene di protesta in mondovisione.
Anche la brillante soluzione dell'emergenza-rifiuti a Napoli si sta rivelando un bluff: i rifiuti sono accumulati, tali e quali, senz'alcun trattamento, in alcune discariche ormai esaurite, mentre il famoso inceneritore di Acerra (che non potrebbe comunque bruciare tutto), inaugurato in pompa magna nel mese di marzo, non è ancora funzionante. Intanto la magistratura indaga sui responsabili governativi dello smaltimento rifiuti per truffa allo Stato.
Le promesse di maggior sicurezza contro la criminalità sbattono contro la triste realtà del paese dell'impunità. Gli sbarchi dei clandestini dall'Africa, da quando Berlusconi è tornato al potere, sono triplicati. Il governo ha fatto ricorso a brutali respingimenti in alto mare, scontrandosi con l'Onu e col mondo cattolico.
Qualche giorno fa, la questura di Roma ha tentato di nascondere due stupri avvenuti in poche ore nella Capitale (ora governata dal centrodestra): solo quando i giornalisti, informati da fonti ufficiose, han cominciato a tempestare la questura, hanno avuto finalmente conferma dei due fattacci, con 40 ore di ritardo.
Intanto Berlusconi, che aveva annunciato per metà giugno una visita alla Casa Bianca su invito di Barack Obama, fingeva di "rinviare" la spedizione: in realtà non c'era alcun invito.
Stessa tecnica menzognera è stata adottata per la cessione del campione brasiliano del Milan, Kakà, al Real Madrid: tutti ne parlano da settimane, ma il Cavaliere (padrone del Milan) preferisce prendere tempo, per annunciare la notizia solo dopo le elezioni, temendo la reazione degli elettori milanisti.
Se i contraccolpi delle balle sgonfiate non si faranno sentire già alle elezioni europee, è solo perché l'informazione - salvo rare eccezioni - è saldamente nelle mani di Berlusconi. "Un uomo solo al telecomando" lo definiva Enzo Biagi, altro grande giornalista.
Negli ultimi giorni il premier ha imperversato sui teleschermi con decine di monologhi negli studi di emittenti pubbliche e private, violando le regole della par condicio, perlopiù intervistato da suoi dipendenti genuflessi.
Uno di questi, nel programma Mattino Cinque (su Canale5), l'ha addirittura ringraziato "per aver accettato di farsi intervistare". Poi gli ha servito alcuni assist facili facili: "Perché la attaccano sul privato e la demonizzano?", "perché il Times la attacca?", "ci spieghi che cos'ha fatto il suo governo". Il conduttore di Porta a Porta, su Rai1, in due ore di finta intervista senza domande, gli ha domandato mellifluo: "Presidente, perché secondo lei la sua vicenda privata ha influenzato in modo così anomalo la campagna elettorale?".
Poi ha trasmesso un servizio sulla sua visita a Bari, un bagno di folla "quasi imbarazzante, il miglior antidoto ai veleni della politica", con un "indice di popolarità oltre il 70%" che consente al premier di "buttarsi alle spalle le vicende personale e tuffarsi tra la gente, deciso a non mollare". La direttrice dei servizi parlamentari della Rai, cioè del servizio pubblico, Giuliana Del Bufalo, al termine di un'intervista al premier, l'ha avvertito: "Ci resta un minuto, non c'è più tempo per altre domande". E Berlusconi: "Posso sfruttarlo io?". E la giornalista: "Si figuri, lei è il padrone di casa...".
Il guaio è che Berlusconi, come diceva Indro Montanelli, il più grande giornalista che lo conosceva bene, "è un bugiardo sincero: crede alle bugie che racconta". Ma questa volta ha fatto male i suoi conti, perché nell'ultimo mese ha mentito ripetutamente non solo alla stampa e alla tv italiane, ma anche a quelle straniere. Che, diversamente dalla gran parte di quelle italiane, non sono di sua proprietà. Dunque non sono abituate a prendere per buone le sue bugie. Per questo il Cavaliere è tanto nervoso: nelle ultime settimane la realtà che lo insegue da trent'anni minacciando il suo mondo virtuale, il suo Truman Show, gli si è pericolosamente avvicinata. E molte delle bugie su cui aveva edificato il suo successo imprenditoriale e politico sono andate in frantumi.
L'inizio della frana è iniziato con la sentenza di condanna in primo grado a 4 anni e 6 mesi dell'avvocato inglese David Mills, giudicato dal Tribunale di Milano colpevole di essersi fatto corrompere da Berlusconi con 600 mila dollari in cambio delle sue false testimonianze in due processi a carico del Cavaliere alla fine degli anni 90: quello per le tangenti pagate alla Guardia di Finanza che ispezionava alcune aziende del gruppo Berlusconi e quello per i fondi neri accumulati sulle società off-shore (64 in tutto, secondo la società di revisione Kpmg) create dallo stesso Mills, dislocate nei paradisi fiscali, occultate nei bilanci del gruppo e utilizzate per varie operazioni illecite.
Quella sentenza, che non ha potuto condannare Berlusconi come corruttore di Mills perché lo stesso Cavaliere ha sospeso i suoi processi per legge, è una "summa" della sua carriera imprenditoriale. E smentisce platealmente la sua immagine di self made man, di grande tycoon che si è "fatto da sé". In realtà -secondo i giudici- Berlusconi pagò il silenzio di Mills per nascondere le illegalità con cui era diventato il padrone dell'editoria e della tv commerciale negli anni 80.
Tramite le società off-shore del comparto occulto All Iberian infatti, secondo i giudici, il Cavaliere pagò 23 miliardi all'allora premier socialista Bettino Craxi, autore di varie leggi su misura per legittimare il monopolio incostituzionale berlusconiano sulle tv private; finanziò prestanomi per controllare occultamente i pacchetti azionari di una pay tv italiana (Telepiù) e un'emittente spagnola (Telecinco) aggirando le leggi antitrust; versò svariati miliardi in nero al suo avvocato Cesare Previti, che li usava anche per corrompere giudici (compreso il giudice Vittorio Metta, autore di una sentenza comprata che nel 1990 sottrasse la Mondadori, il primo gruppo editoriale italiano, al suo legittimo proprietario, Carlo De Benedetti, per girarlo a Berlusconi);e così via.
Se Mills avesse detto tutta la verità, Berlusconi avrebbe rischiato una pesante condanna nel processo Guardia di Finanza, che si chiuse invece con la condanna dei manager berlusconiani Salvatore Sciascia (per corruzione) e Massimo Maria Berruti (per favoreggiamento), ma con l'assoluzione del Cavaliere per "insufficienza di prove". Sciascia e Berruti, oggi, sono deputati nel partito di Berlusconi.
Non bastasse la sentenza Mills, ecco le inquietanti dichiarazioni di un'altra persona che il Cavaliere lo conosce bene, avendo vissuto con lui per ben 29 anni: la sua seconda moglie Veronica Lario, che ha annunciato il divorzio perché il marito-premier "frequenta minorenni" e "non sta bene".
L'equilibrio mentale e le frequentazioni di un capo di governo sono fatti pubblici, non "gossip" come il Cavaliere e i suoi dipendenti sparsi nelle tv e nei giornali hanno tentato di qualificarli.
Tantopiù se il protagonista ha sempre mescolato la sua vita privata e quella pubblica per accreditarsi come marito esemplare con una famiglia modello, distribuendo addirittura fotoromanzi patinati ai suoi elettori. Tantopiù se è solito recarsi in udienza dal Papa, baciargli devotamente l'anello e proclamarsi "difensore della famiglia tradizionale di santa Romana Chiesa". Professioni che mal si conciliano con le fotografie che lo ritraggono nella sua villa in Sardegna in compagnia di ragazze allegre e senza veli, per giunta aviotrasportate su aerei di Stato a spese dei contribuenti.
Lo stesso Berlusconi ha scelto di rispondere pubblicamente alle accuse della moglie, prima su Rai1, poi a France2, infine alla Cnn. Lì ha fabbricato varie versioni dei suoi rapporti con una ragazza napoletana, Noemi Letizia, che lo chiama "papi" e al cui 18° compleanno lui stesso ha preso parte a fine aprile. Ha raccontato di essere amico del padre della ragazza, Elio Letizia, messo comunale, perché "era l'autista di Craxi". Falso: Letizia non è mai stato l'autista di Craxi. Ha raccontato di aver "visto Noemi tre o quattro volte, sempre in presenza dei genitori". Falso: Noemi era con lui senza i genitori nel novembre scorso, a una cena ufficiale a Roma; ed era di nuovo con lui fra Natale e Capodanno, senza i genitori ma con un'amica, anch'essa minorenne, a Villa Certosa in Sardegna. Ha raccontato di aver conosciuto papà Letizia "oltre dieci anni fa", cioè intorno al 1997-98 e Noemi "durante una sfilata di moda": ma nel 1997-98 la ragazza aveva 6 o 7 anni e, per quanto precoce, difficilmente si esibiva in sfilate di moda.
Oltretutto Elio Letizia fa risalire l'amicizia al 2001, cioè a 8 anni fa, mentre l'ex fidanzato della ragazza giura che il Cavaliere non conosceva Elio, ma telefonò direttamente a Noemi per la prima volta nell'ottobre-novembre 2008, dopo averla vista in un book fotografico in abiti succinti. Resta da capire perché Berlusconi e Letizia non si decidano a dire la verità e, dunque, quale segreto nascondano.
Intanto si sgonfiano l'una dopo l'altra tutte le altre balle che hanno contribuito a consolidare il consenso berlusconiano. L'incauta promessa dell'immediata ricostruzione ("entro settembre") della città dell'Aquila devastata dal terremoto si sbriciola contro la scarsità di denaro pubblico a disposizione e suscita le ire dei terremotati, rinchiusi nelle tendopoli sotto il caldo torrido. E l'idea di trasferire il G8 all'Aquila rischia di trasformarsi in un boomerang, con scene di protesta in mondovisione.
Anche la brillante soluzione dell'emergenza-rifiuti a Napoli si sta rivelando un bluff: i rifiuti sono accumulati, tali e quali, senz'alcun trattamento, in alcune discariche ormai esaurite, mentre il famoso inceneritore di Acerra (che non potrebbe comunque bruciare tutto), inaugurato in pompa magna nel mese di marzo, non è ancora funzionante. Intanto la magistratura indaga sui responsabili governativi dello smaltimento rifiuti per truffa allo Stato.
Le promesse di maggior sicurezza contro la criminalità sbattono contro la triste realtà del paese dell'impunità. Gli sbarchi dei clandestini dall'Africa, da quando Berlusconi è tornato al potere, sono triplicati. Il governo ha fatto ricorso a brutali respingimenti in alto mare, scontrandosi con l'Onu e col mondo cattolico.
Qualche giorno fa, la questura di Roma ha tentato di nascondere due stupri avvenuti in poche ore nella Capitale (ora governata dal centrodestra): solo quando i giornalisti, informati da fonti ufficiose, han cominciato a tempestare la questura, hanno avuto finalmente conferma dei due fattacci, con 40 ore di ritardo.
Intanto Berlusconi, che aveva annunciato per metà giugno una visita alla Casa Bianca su invito di Barack Obama, fingeva di "rinviare" la spedizione: in realtà non c'era alcun invito.
Stessa tecnica menzognera è stata adottata per la cessione del campione brasiliano del Milan, Kakà, al Real Madrid: tutti ne parlano da settimane, ma il Cavaliere (padrone del Milan) preferisce prendere tempo, per annunciare la notizia solo dopo le elezioni, temendo la reazione degli elettori milanisti.
Se i contraccolpi delle balle sgonfiate non si faranno sentire già alle elezioni europee, è solo perché l'informazione - salvo rare eccezioni - è saldamente nelle mani di Berlusconi. "Un uomo solo al telecomando" lo definiva Enzo Biagi, altro grande giornalista.
Negli ultimi giorni il premier ha imperversato sui teleschermi con decine di monologhi negli studi di emittenti pubbliche e private, violando le regole della par condicio, perlopiù intervistato da suoi dipendenti genuflessi.
Uno di questi, nel programma Mattino Cinque (su Canale5), l'ha addirittura ringraziato "per aver accettato di farsi intervistare". Poi gli ha servito alcuni assist facili facili: "Perché la attaccano sul privato e la demonizzano?", "perché il Times la attacca?", "ci spieghi che cos'ha fatto il suo governo". Il conduttore di Porta a Porta, su Rai1, in due ore di finta intervista senza domande, gli ha domandato mellifluo: "Presidente, perché secondo lei la sua vicenda privata ha influenzato in modo così anomalo la campagna elettorale?".
Poi ha trasmesso un servizio sulla sua visita a Bari, un bagno di folla "quasi imbarazzante, il miglior antidoto ai veleni della politica", con un "indice di popolarità oltre il 70%" che consente al premier di "buttarsi alle spalle le vicende personale e tuffarsi tra la gente, deciso a non mollare". La direttrice dei servizi parlamentari della Rai, cioè del servizio pubblico, Giuliana Del Bufalo, al termine di un'intervista al premier, l'ha avvertito: "Ci resta un minuto, non c'è più tempo per altre domande". E Berlusconi: "Posso sfruttarlo io?". E la giornalista: "Si figuri, lei è il padrone di casa...".
venerdì 5 giugno 2009
e le comunali?
A proposito, dimenticavo che questo fine settimana si sono le elezioni per i l rinnovo del Consiglio di questo Comune, in fondo...il mio blog era nato come un'espressione personale del mondo locale.... scusate, mi sono distratto dal gossip.....che posso farci? mi piacciono le veline, oneste lavoratrici possibili candidate a qualsiasi elezione.
Quindi....che dire? di certo non darò il voto a voi leghisti e buffoni mediaset, nemmeno ai vari leccapiedi dei bottegai e piccoli imprenditori con SUV in leasing..... mi sà che me ne andrò al mare! Ops...in piscina.....ecchì se lo può permettere il mare? Ho l'entrata ridotta per disabili!
Quindi....che dire? di certo non darò il voto a voi leghisti e buffoni mediaset, nemmeno ai vari leccapiedi dei bottegai e piccoli imprenditori con SUV in leasing..... mi sà che me ne andrò al mare! Ops...in piscina.....ecchì se lo può permettere il mare? Ho l'entrata ridotta per disabili!
Tutto il mondo è "Pais"
Non posso pubblicare le foto della festa in Sardegna, perchè potrebbero castigarmi, e poi ho rabbia per non essere stato invitato....sapete com'è...io dovevo lavorare....sono della generazione "1000 euro", ma posso pubblicare il link:
http://www.elpais.com/global/
http://www.elpais.com/articulo/internacional/fotos/vetadas/Berlusconi/elppgl/20090604elpepuint_19/Tes
siete invitati a darci un'occhiata.
Forse sarò anche io a corto di idee come la sinistra in generale e mi limito ai gossip..... ma che posso fare? Non ho un cazzo da fare, mica devo pagare le bollette io! E neanche ho la social card! Ogni tanto d'Alema mi presta la barca, vado nelle proprietà di Di Pietro, insomma me la passo bene! Come la maggior parte dei soci di Franceschini, no? Ho solo invidia di non partecipare alle festicciole pagate dai poveracci che non arrivano a fine mese, vermi schifosi che non hanno voglia di lavorare, che vanno alle moschee assieme ai negri clandestini! E sopratutto sparlano male degli onesti leader con i giornalisti stranieri prezzolati da Murdock!
Gli italiani sono vittima di un complotto internazionale comunista sapevate? Meno male che Silvio c'èèèèèè!!!!
http://www.elpais.com/global/
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siete invitati a darci un'occhiata.
Forse sarò anche io a corto di idee come la sinistra in generale e mi limito ai gossip..... ma che posso fare? Non ho un cazzo da fare, mica devo pagare le bollette io! E neanche ho la social card! Ogni tanto d'Alema mi presta la barca, vado nelle proprietà di Di Pietro, insomma me la passo bene! Come la maggior parte dei soci di Franceschini, no? Ho solo invidia di non partecipare alle festicciole pagate dai poveracci che non arrivano a fine mese, vermi schifosi che non hanno voglia di lavorare, che vanno alle moschee assieme ai negri clandestini! E sopratutto sparlano male degli onesti leader con i giornalisti stranieri prezzolati da Murdock!
Gli italiani sono vittima di un complotto internazionale comunista sapevate? Meno male che Silvio c'èèèèèè!!!!
domenica 31 maggio 2009
Berlusconi: "Jamás he tenido relaciones picantes con menores"
Da "el Pays"
El Gobierno italiano afirma que la prensa internacional es "deshonesta"
Silvio Berlusconi, solo admite una pregunta sobre el caso Noemi. "¿Presidente, usted ha tenido relaciones digamos picantes, o más que picantes, con una menor de edad? La respuesta es: no, absolutamente no". Hablando a una cámara de televisión, el primer ministro italiano trató ayer de mitigar el culebrón que protagoniza, y juró "por sus hijos" que no ha mantenido relaciones sexuales con menores. Para dar más fuerza a la negativa, añadió que, si lo hubiera hecho, "habría dimitido un minuto después".
La frase fue seguida de nuevas invectivas contra jueces y periodistas, ante una asamblea de comerciantes, la Confesercenti, que fueron recibidas con abucheos. Al oírlos, Berlusconi dijo: "Sois solo cuatro o cinco, porcentualmente irrelevantes. Mañana dirán que he sido contestado".
Tras los editoriales críticos de varios diarios europeos, desde el Financial Times a EL PAÍS, Berlusconi aseguró: "Están a sueldo de la izquierda".
A la defensiva desde hace días, Berlusconi trata así de recuperar la iniciativa. Ha confesado a su círculo íntimo que su peor pesadilla es ser recibido por los italianos al grito de "pedófilo". Y sabe que el caso Noemi no se apagará fácilmente. La noche anterior, a su llegada al estadio Olímpico para asistir (entre cabezadas al lado del rey Juan Carlos) a la final de la Champions, fue saludado con gritos de "papi, papi", que es como ha trascendido que le llamaba la joven Noemi Letizia.
Convertido en un caso global por sus propias contradicciones (ha mentido repetidamente sobre el asunto), el caso Noemi implica cada día a más gente. Tres de sus cinco hijos han salido al paso de los ataques del líder de la oposición, Dario Franceschini, que había preguntado a sus compatriotas si confiarían la educación de sus hijos a Berlusconi. "Estamos orgullosos de los valores de nuestra familia", replicaron Marina y Piersilvio, sus vástagos mayores, y Luigi, segundo hijo de su matrimonio con Verónica Lario.
También ha hablado una tía de Noemi Letizia, la joven napolitana que copa las portadas, y ha desmentido la versión del primer ministro y el padre de la joven. Berlusconi entró en sus vidas a finales de 2008, no antes. "Cogió cariño" a la joven y la llamaba a menudo. Los padres pensaron que la relación ayudaría a Noemi a "entrar por la puerta grande" en el mundo del espectáculo.
La revista Espresso trasluce esa idea con un reportaje titulado El harén de Berlusconi, que narra el ambiente de las fiestas de fin de año en Villa Certosa (Cerdeña). Según la revista, el primer ministro reúne a medio centenar de mujeres de entre 20 y 30 años, y les ofrece joyas con forma de mariposa (una especie de sello que portan las amigas del magnate), canciones, bailes y una charla política. Las velinas llegan en avión privado y visitan las tiendas de la zona, donde gastan hasta 2.000 euros por cabeza a costa del benefactor.
Forse dovrei preocuuparmi delle prossime elezioni comunali, visto che ci sono dei gruppi in lista ben poco rassicuranti, ma cosa pretendere di più se abbiamo un capo del governo così?
El Gobierno italiano afirma que la prensa internacional es "deshonesta"
Silvio Berlusconi, solo admite una pregunta sobre el caso Noemi. "¿Presidente, usted ha tenido relaciones digamos picantes, o más que picantes, con una menor de edad? La respuesta es: no, absolutamente no". Hablando a una cámara de televisión, el primer ministro italiano trató ayer de mitigar el culebrón que protagoniza, y juró "por sus hijos" que no ha mantenido relaciones sexuales con menores. Para dar más fuerza a la negativa, añadió que, si lo hubiera hecho, "habría dimitido un minuto después".
La frase fue seguida de nuevas invectivas contra jueces y periodistas, ante una asamblea de comerciantes, la Confesercenti, que fueron recibidas con abucheos. Al oírlos, Berlusconi dijo: "Sois solo cuatro o cinco, porcentualmente irrelevantes. Mañana dirán que he sido contestado".
Tras los editoriales críticos de varios diarios europeos, desde el Financial Times a EL PAÍS, Berlusconi aseguró: "Están a sueldo de la izquierda".
A la defensiva desde hace días, Berlusconi trata así de recuperar la iniciativa. Ha confesado a su círculo íntimo que su peor pesadilla es ser recibido por los italianos al grito de "pedófilo". Y sabe que el caso Noemi no se apagará fácilmente. La noche anterior, a su llegada al estadio Olímpico para asistir (entre cabezadas al lado del rey Juan Carlos) a la final de la Champions, fue saludado con gritos de "papi, papi", que es como ha trascendido que le llamaba la joven Noemi Letizia.
Convertido en un caso global por sus propias contradicciones (ha mentido repetidamente sobre el asunto), el caso Noemi implica cada día a más gente. Tres de sus cinco hijos han salido al paso de los ataques del líder de la oposición, Dario Franceschini, que había preguntado a sus compatriotas si confiarían la educación de sus hijos a Berlusconi. "Estamos orgullosos de los valores de nuestra familia", replicaron Marina y Piersilvio, sus vástagos mayores, y Luigi, segundo hijo de su matrimonio con Verónica Lario.
También ha hablado una tía de Noemi Letizia, la joven napolitana que copa las portadas, y ha desmentido la versión del primer ministro y el padre de la joven. Berlusconi entró en sus vidas a finales de 2008, no antes. "Cogió cariño" a la joven y la llamaba a menudo. Los padres pensaron que la relación ayudaría a Noemi a "entrar por la puerta grande" en el mundo del espectáculo.
La revista Espresso trasluce esa idea con un reportaje titulado El harén de Berlusconi, que narra el ambiente de las fiestas de fin de año en Villa Certosa (Cerdeña). Según la revista, el primer ministro reúne a medio centenar de mujeres de entre 20 y 30 años, y les ofrece joyas con forma de mariposa (una especie de sello que portan las amigas del magnate), canciones, bailes y una charla política. Las velinas llegan en avión privado y visitan las tiendas de la zona, donde gastan hasta 2.000 euros por cabeza a costa del benefactor.
Forse dovrei preocuuparmi delle prossime elezioni comunali, visto che ci sono dei gruppi in lista ben poco rassicuranti, ma cosa pretendere di più se abbiamo un capo del governo così?
venerdì 29 maggio 2009
La stampa estera all'Unità: «In Italia un'anomalia»
Esterrefatti dall'assuefazione alle «menzogne» nelle vari versioni del premier sul caso Noemi, dalla debolezza dell'opposizione e, ancor di più, dall'indifferenza verso le vicende giudiziarie, ultima la sentenza Mills, dalle quali si è «immunizzato» per legge Silvio Berlusconi. Dai giornalisti della stampa estera, nel Forum de l'Unità, la considerazione comune sulla «anomalia» Italia: in nessun paese europeo sarabbe successo, un premier anche solo sospettato di corruzione si sarebbe dimesso, e sulle vicende private divenute pubbliche avrebbe risposto alle domande della stampa. I corrispondenti in Italia di varie testate hanno partecipato al Forum de l'Unità con il direttore Concita De Gregorio giovedì mattina: Miguel Mora dello spagnolo "El Pais", Alexander Smoltczyk del magazine tedesco "Der Spiegel", Eric Jozsef del francese "Liberation", Aldo Sofia della Radio-Tv svizzera "Rts", Michael Braun del quotidiano tedesco "Taz" (Rtw), Patricia Mayorga, giornalista e scrittrice cilena de "La Tercera", e Tana De Zulueta, giornalista, è stata parlamentare.Con accenti diversi, ma gli autorevoli colleghi condividono la pericolosià di quello che chiamano «laboratorio Italia»: da una inesistente legge sul conflitto d'interessi all'uso di media nell'esercizio del potere politico, dalla sperimentazione al di fuori delle garanzie sui diritti umani nel caso dell'immigrazione alle «pulsioni» xenofobe al linguaggio «da bar» divenuto di governo. Fra i giornalisti c'è chi ha vissuto sotto una vera dittatura e la tendenza è di non associare l'Era Berlusconi al regime fascista. Ma il «pericolo» di un indebolimento della democrazia è proprio in quella cultura del consenso che le tv berlusconiane hanno costruito negli ultimi venti-tren'anni.Dalla stampa europea, inoltre, nessuno sconto all'opposizione, guardata con stupore nella sua afonia (il «silenzio» alla sentenza Mills) o scarsa efficacia. Conseguenza della fine dei grandi partiti. Miguel Mora cita Pasolini, che nel '75 considerava vecchia la sinistra italiana. Vista da fuori, nessuno la trova rinnovata.
«Provolo, ci furono abusi» La Curia: «Ci scusiamo»
29/05/2009
Certo che tra Presidenti e preti.....non c'è tregua!!!
La Curia ammette l'esistenza di alcuni episodi e rassicura che nessuno degli accusati è più a contatto coi giovani. Nessuna responsabilità per Carraro. Conclusa l'indagine diocesana: contestati i numeri delle violenze e le denunce tardive.
Verona. È vero, ci sono stati dei casi di pedofilia all'interno dell'istituto Provolo. La dolorosa ammissione «di violenze fisiche e abusi sessuali» sui ragazzi sordomuti che lo frequentavano, accompagnata da «una umile richiesta di perdono» alle vittime e alla loro famiglie e dall'annuncio che i responsabili di una vicenda che suscita «grande amarezza e anche disgusto» pur «affidati alla misericordia di Dio non hanno il diritto di confidare in una inerte acquiescenza da parte della Chiesa», viene data in un comunicato ufficiale della Curia, a firma di monsignor Bruno Fasani, direttore dell'Ufficio stampa della diocesi.
La nota che lo accompagna dice che la diocesi vuole rendere noto «senza alcuna reticenza» quanto emerso nella «rigorosissima indagine» condotta, «perché sia fatta chiarezza sui fatti, senza alcuna volontà di insabbiare». Ma punta anche il dito contro l'Associazione sordi Provolo, da cui era partita nei mesi scorsi la denuncia di abusi, perché le maggiori ammissioni di responsabilità sono venute proprio da uno dei suoi membri più attivi.
L'INCHIESTA. Partendo dalle notizie apparse a inizio anno su L'Espresso, che denunciavano un numero impressionante di violenze fisiche e abusi sessuali subiti da ragazzi sordi, alunni del Provolo, tra il 1950 e il 1985, il vescovo Giuseppe Zenti e la Compagnia di Maria per l'educazione dei sordomuti, «pur nutrendo ragionevoli perplessità sia sulle proporzioni abnormi dei fatti denunciati, sia sulle effettive finalità di una così tardiva denuncia, si sono assunti», dice Fasani, «l'impegno di fare piena luce, senza riserve e senza reticenze, sui presunti abusi e di adottare di conseguenza severi provvedimenti nei confronti di eventuali responsabili, anche a prescindere dal decorso della prescrizione e nella dolorosa consapevolezza che nessun provvedimento disciplinare può cancellare la sofferenza delle vittime».
L'indagine ha coinvolto tutti i soggetti ancora in vita della congregazione religiosa, ai quali sono stati addebitati gli abusi, e anche il personale religioso e laico addetto alla cura sanitaria, igienica e domestica degli allievi. E in più ogni carta presente negli archivi della Curia e del Provolo è stata passata al vaglio.
L'ESITO. I fatti accertati sono di tre tipi. «Negli anni 1958-1965 risultano alcuni episodi di violenza fisica su due sordomuti nel contesto di una malintesa attività correttiva. Il religioso responsabile di tali comportamenti fu all'epoca allontanato dall'istituto Provolo e attualmente risulta deceduto», scrive Fasani, che continua: «Negli anni 1965-1967 due giovani aspiranti alla vita religiosa hanno manifestato problemi di disordine sessuale che li portavano a importunare e a coinvolgere sia altri aspiranti, sia alcuni allievi. Essi sono stati immediatamente allontanati». E infine, conclude, «dal 1965 al 1990 un fratello, non sacerdote, ha coinvolto in pratiche sessuali alcuni allievi della scuola professionale, cui era addetto. Lo stesso ha avuto anche alcune relazioni con sordomute adulte». Costui, «nel 2000, è stato uno degli ispiratori e fondatori dell'Associazione sordi Provolo ed è attivo componente della stessa» e «da almeno 15 anni non è più addetto ad alcuna attività educativa. È in atto un procedimento canonico di espulsione dalla congregazione religiosa a seguito dei fatti contestatigli e dallo stesso ammessi, anche pubblicamente». Questo passaggio induce a pensare che si tratti della stessa persona che nelle scorse settimane ha ammesso le proprie responsabilità con L'Espresso.
ASSOLTO CARRARO. Uno dei punti più controversi (e francamente poco credibili, ndr) era un presunto coinvolgimento del vescovo Giuseppe Carraro. «Nessun riscontro ai fatti denunciati è stato individuato, e risulta pertanto del tutto privo di fondamento ogni addebito, relativamente al vescovo dell'epoca monsignor Giuseppe Carraro», sottolinea la nota.
TENUTI LONTANI DAI GIOVANI. La maggior dei religiosi denunciati per gli abusi è ormai morta, segnala ancora Fasani, ma «nessuno dei viventi, destinatari delle accuse, risulta impegnato in attività educative o comunque a contatto con giovani, adolescenti e bambini.
ATTI AL VATICANO. Dopo la richiesta di perdono alle vittime vergognosamente abusate, tutto è stato «trasmesso alle autorità vaticane per l'iter previsto in queste circostanze e pertanto la diocesi di Verona considera concluso il proprio mandato, sia nella ricerca delle responsabilità sia per i provvedimenti da adottare», fa sapere Fasani, che invita a «non relegare in secondo piano l'opera assidua di preti, religiosi e laici che a Verona, in Italia e nel mondo intero dedicano senza riserve la loro vita, e talvolta anche la perdono, per dare a uomini e donne, adulti e bambini, particolarmente i più provati dalla vita, una luce di speranza».
mercoledì 27 maggio 2009
Financial Times: Berlusconi e' un pericolo per l'Italia
ROMA - Berlusconi ''non e' un fascista'', ma rappresenta un ''pericolo, in primo luogo per l'Italia, ed un esempio negativo per tutti''. Cosi' il Financial Times, in un editoriale, parla del presidente del Consiglio italiano che, sottolinea, ''chiaramente non e' Mussolini: lui ha squadre di veline, non di camicie nere''. Per il quotidiano, ''il pericolo rappresentato da Berlusconi e' di ordine diverso rispetto a Mussolini. E' quello dei media che rendono meno seri i contenuti della politica, sostituendoli con l'intrattenimento. E' la spietata demonizzazione dei nemici e il rifiuto di garantire indipendenza alla concorrenza. E' quello di mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine forte, fatta della rivendicazione di infiniti successi surrogati da sostegno popolare''. Per il Financial Times, che definisce ''La Repubblica'' giornale di ''centro che tende a sinistra'' ed il ''piu' ostinato'' nel porre le domande ''sulla sua relazione con una teenager che vuole diventare velina'', se Berlusconi e' cosi' ''dominante'', la colpa e' anche di una ''sinistra assente'', di istituzioni deboli e spesso politicizzate e di un giornalismo che troppo spesso ha accettato un ruolo subalterno. Ma soprattutto la colpa e' di un uomo molto ricco, molto potente e sempre piu' spietato. (ANSA).
No, Berluska non è un fascista, è qualcosa più subdolo. Ricordiamo che all'inizio del ventennio, le camicie nere sono state finanziate da chi fascista non era (la classe borghese di allora). Ora la camicie sono verdi, i pitbull sono i leghisti che con la loro retorica razzista incitano le genti più ignoranti all'odio razziale, prima contro i terroni, ora contro gli stranieri, e si piazzano con il beneplacito di chi fascista non è, ma assomiglia tanto al ministro della propaganda nazionalsocialista.
No, Berluska non è un fascista, è qualcosa più subdolo. Ricordiamo che all'inizio del ventennio, le camicie nere sono state finanziate da chi fascista non era (la classe borghese di allora). Ora la camicie sono verdi, i pitbull sono i leghisti che con la loro retorica razzista incitano le genti più ignoranti all'odio razziale, prima contro i terroni, ora contro gli stranieri, e si piazzano con il beneplacito di chi fascista non è, ma assomiglia tanto al ministro della propaganda nazionalsocialista.
domenica 17 maggio 2009
Italiani sempre più poveri, lo stipendio netto è tra i più bassi: lo dice l'Ocse
Alla fine...tante palle!! ma quello che conta è che stiamo andando sempre più indietro!!! e quello che più conta sono i soldi!! tutto il resto sono solo scuse per distogliere l'attenzione!
Gli italiani incassano ogni anno uno stipendio che è tra i più bassi tra i Paesi Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Con un salario netto di 21.374 dollari, l'Italia si colloca al 23/o posto della classifica dei 30 paesi dell'organizzazione di Parigi. Buste paga più pesanti non solo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, ma anche Grecia e Spagna. E' quanto risulta dal rapporto Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato. La classifica riguarda il salario netto annuale di un lavoratore senza carichi di famiglia. E' calcolato in dollari a parità di potere d'acquisto. Gli italiani guadagnano mediamente il 17% in meno della media Ocse. Salari italiani penalizzati anche se il raffronto viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19 (24.552).
Gli italiani incassano ogni anno uno stipendio che è tra i più bassi tra i Paesi Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Con un salario netto di 21.374 dollari, l'Italia si colloca al 23/o posto della classifica dei 30 paesi dell'organizzazione di Parigi. Buste paga più pesanti non solo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, ma anche Grecia e Spagna. E' quanto risulta dal rapporto Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato. La classifica riguarda il salario netto annuale di un lavoratore senza carichi di famiglia. E' calcolato in dollari a parità di potere d'acquisto. Gli italiani guadagnano mediamente il 17% in meno della media Ocse. Salari italiani penalizzati anche se il raffronto viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19 (24.552).
sabato 9 maggio 2009
La rabbia delle veline escluse
"Avevo già firmato dal notaio"
Chiara: "Me l'avevano chiesto loro". Giovanna: "Penalizzata dalle polemiche"Alcune avevano frequentato il corso di formazione organizzato dal Pdl
Le più ambiziose, candidatura in tasca, avevano frequentato la quattro giorni di via dell'Umiltà, prof d'eccezione i ministri Frattini e Brunetta. Stile corso rapido di recupero, 4 mesi in quattro giorni. Di politica, s'intende. Le più scottate, nel day after del bianchetto cancella "veline", sono le sfortunate che dopo gli strali di Veronica Lario si sono ritrovate fuori dopo aver firmato davanti al notaio. Segno distintivo per tutte, neanche a dirlo, giovani, carine e alla prima (mancata) candidatura. Ecco Chiara Sgarbossa, per esempio, 25 anni, veneta, ancora sta lì a chiedersi come le abbiano potuto "revocare" la firma apposta davanti al notaio: "Questa è una grande presa per i fondelli - protesta dalle colonne del "Mattino" di Venezia - Almeno fosse partita da me l'idea di candidarmi, mi è arrivata da loro. A Roma avanti e indietro, alberghi, aerei, treni, sempre a spese mie. Per ricevere le pacche sulle spalle da La Russa: "Signorina l'abbiamo appena candidata, mi lasci anche il numero di telefono, se ha bisogno per la campagna elettorale mi faccia uno squillo che io sono sempre disposto a dare consigli..." E la Matera, poi (unica sopravvissuta della categoria, ndr), al corso è stata sempre zitta, mentre io facevo le domande a Frattini. Ora risulterà solo che ero nel corso delle ex veline candidate da Berlusconi. Figura pessima". Le altre, la squadra di attrici, comparse tv e protagoniste di fiction si sono chiuse nell'amaro riserbo. Da Angela Sozio, la rossa del Grande fratello, a Susanna Petrone, valletta Mediaset di Guida al campionato, da Eleonora Gaggioli, l'Elisa di Rivombrosa, a Camilla Ferranti, star di Incantesimo. Giovanna Del Giudice, avvenente ex "meteorina" di Retequattro, 25enne, da un anno anche assistente di tre senatori (Ghigo, Rizzotti e Picchetto), la sua delusione invece la confessa: "Non protesto, ma un po' ci resto male. Avevo anche firmato dal notaio. Diciamo che siamo state un po' penalizzate da queste polemiche. Ma io tra 2 mesi mi laureo, giurisprudenza".
Ad un'altra giovane napoletana, Emanuela Romano, non ha giovato neanche il gesto estremo del padre, che ha provato a darsi fuoco davanti Palazzo Grazioli. Tra Sardegna e Sicilia si parla ancora del caso legato alla giovane cantante sassarese Cristina Ravot. Proprio lei che aveva animato più di una festa nella villa sarda di Silvio Berlusconi, è saltata in extremis sotto la scure del "repulisti", per lasciare posto a Francesca Masci, 39enne madre di tre figli che ora glissa: "La Ravot? Il suo nome non è mai stato sulle liste, solo sui giornali". A Bari, da dove proviene Barbara Matera unica starlette a risplendere nella lista Sud, si può immaginare come l'abbia presa l'europarlamentare uscente Pdl Marcello Vernola che si è dovuto fare da parte. Ma nell'improbabile classifica della delusione la palma l'ha conquistata Maria Elena Valanzano, 30 anni, forzista napoletana, tanto sicura di farcela da presentarsi sorridente alla conferenza stampa di presentazione delle liste mercoledì a Montecitorio. "Ero certa, mi hanno chiamato per firmare l'accettazione. Alla fine è stato penalizzato chi è meno protetto". È uscita dalla Sala del Mappamondo con gli occhi lucidi.
Ad un'altra giovane napoletana, Emanuela Romano, non ha giovato neanche il gesto estremo del padre, che ha provato a darsi fuoco davanti Palazzo Grazioli. Tra Sardegna e Sicilia si parla ancora del caso legato alla giovane cantante sassarese Cristina Ravot. Proprio lei che aveva animato più di una festa nella villa sarda di Silvio Berlusconi, è saltata in extremis sotto la scure del "repulisti", per lasciare posto a Francesca Masci, 39enne madre di tre figli che ora glissa: "La Ravot? Il suo nome non è mai stato sulle liste, solo sui giornali". A Bari, da dove proviene Barbara Matera unica starlette a risplendere nella lista Sud, si può immaginare come l'abbia presa l'europarlamentare uscente Pdl Marcello Vernola che si è dovuto fare da parte. Ma nell'improbabile classifica della delusione la palma l'ha conquistata Maria Elena Valanzano, 30 anni, forzista napoletana, tanto sicura di farcela da presentarsi sorridente alla conferenza stampa di presentazione delle liste mercoledì a Montecitorio. "Ero certa, mi hanno chiamato per firmare l'accettazione. Alla fine è stato penalizzato chi è meno protetto". È uscita dalla Sala del Mappamondo con gli occhi lucidi.
Veronica, addio a Berlusconi
"Ho deciso, chiedo il divorzio"
Ha conosciuto Berlusconi nel 1980, poi si sono sposati con ritocivile il 15 dicembre 1990. La first lady: chiudo il sipario.
A un'amica: "Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni"
MILANO - "Chiudo il sipario sulla mia vita coniugale". Dopo quasi trent'anni, i due si conobbero nel 1980 e si sposarono con rito civile il 15 dicembre 1990, le strade del presidente del Consiglio e di sua moglie, già spezzate sul piano sentimentale e personale, si dividono anche giuridicamente. Veronica Lario ha avviato le pratiche per la separazione e il divorzio da Silvio Berlusconi, portando a termine un percorso cominciato molto tempo fa come ammise lei stessa alla fine dell'estate 2008, quando confessò che all'eventualità di una separazione stava meditando da dieci anni. Ora ha scelto l'avvocato che la seguirà passo dopo passo davanti ai giudici: "Finalmente una persona di cui mi posso fidare fino in fondo". È una donna. Una professionista lontana dallo star system e dalla politica. L'ha sentita al telefono il primo maggio, l'avvocato era in vacanza su un'isola del Sud Italia. È stato in pratica il loro primo vertice sulla separazione. Veronica le ha spiegato: "Voglio tirare giù il sipario, ma voglio fare una cosa da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare lo scontro". Il legale le ha risposto: "Stia tranquilla. Parto subito, prendo un aliscafo e rientro immediatamente a Milano. Lei è consapevole che non sarà facile e che dovrà sopportare attacchi pesanti? È sicura di volerlo fare?". Nella risposta non ci sono state esitazioni: "So tutto. Voglio andare avanti". Ieri le due donne si sono incontrate a Macherio per studiare la strategia e si rivedranno molto presto, all'inizio della settimana. Vogliono stringere i tempi, evitare il contropiede di un uomo sempre molto abile a ribaltare le situazioni, capace di convocare una conferenza stampa per dire che il divorzio lo ha deciso lui per primo, e non la "signora".
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Naturalmente nei giorni scorsi Veronica ne ha discusso con i figli e le persone più vicine, un paio di amiche molto care, sottolineando ancora una volta le ragioni del suo distacco dalla vita pubblica del marito e insistendo sull'importanza che rappresenta per una donna come lei il valore della dignità: "Ora sono più tranquilla - ha confidato loro - . Sono convinta che a questo punto non sia dignitoso che io mi fermi qui. La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni". Per i suoi ragazzi - Barbara di 24 anni, Eleonora di 22 che studia negli Stati Uniti e Luigi di 20, il più legato al mito imprenditoriale e politico del papà - sono state ore di grande amarezza e di sofferenza, ma alla madre tutti e tre hanno assicurato che rispetteranno ogni sua decisione per dolorosa possa essere: "Non muoveremo mai un dito contro nostro padre, ma tu mamma fai ciò che ti fa stare bene". L'inizio della fine arriva la mattina di martedì 28 aprile. Veronica guarda i giornali, la sua attenzione si sofferma sull'articolo di "Repubblica" che svela come nella notte di domenica il premier si sia presentato a sorpresa in una villetta di Casoria, dove si celebravano i diciott'anni di Noemi Letizia. Lei è bella, bionda, studia da grafica pubblicitaria a Portici e sogna una carriera televisiva, tanto che avrebbe inviato il suo "book" fotografico al presidente del Consiglio in persona. Un album che avrebbe provocato la scintilla. Accanto a Noemi ci sono il padre Elio e la madre Anna. La ragazza chiama Berlusconi "papi", ai giornalisti dirà più tardi che lo conosce da tempo e che spesso lo va a trovare a Milano e Roma, "perché lui, poverino, lavora molto e non può sempre venire a Napoli". Il Cavaliere le ha portato un regalo, una collana d'oro giallo e bianco con pendente di brillanti. C'è chi mormora anche le chiavi di un'auto, ma Noemi smentisce. Veronica legge e rimane stupefatta, chiama al telefono un'amica: "Basta, non posso più andare a braccetto con questo spettacolo". A Roma infuria la polemica sulle "veline" pronte a entrare nelle liste elettorali del Pdl e ci sono, soprattutto, quella ragazzina di Casoria, Noemi, e la sua mamma Anna che si rivolgono a Berlusconi con gli affettuosi diminutivi di "papi" e "papino". Veronica non ce l'ha né con le giovani donne aspiranti europarlamentari né con Noemi. Interpreta la loro parabola quasi epicamente, come "figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica". La sconcerta, però, che il metodo da "ciarpame politico" non faccia scandalo, che quasi nessuno si stupisca, che "per una strana alchimia il paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore", come racconta a chi le sta vicino. Quell'imperatore è ancora suo marito ed è il padre dei suoi figli, un padre che, seppure invitato, non ha mai partecipato alla festa dei loro diciott'anni. Di fronte alla nuova pubblica offesa sceglie di replicare pubblicamente con una dichiarazione che manda all'agenzia Ansa soltanto dopo le dieci di sera. È stato infatti un giorno di angoscia a villa Belvedere. Barbara, incinta di sette mesi del suo secondo figlio, è stata ricoverata all'ospedale San Raffaele. Sono lunghe ore di ansia, c'è il rischio di un parto prematuro. Veronica Lario ha in casa il nipotino Alessandro, chiede alla segretaria Paola di fermarsi fino a mezzanotte. La misura è colma, il "ciarpame" non è soltanto politico. La mattina successiva Berlusconi dalla Polonia attiva la cortina fumogena e la contraerea dopo una notte di rabbia. Ordina che le "veline" spariscano quasi tutte dalle liste europee, ridimensiona il rapporto con Noemi a una antica conoscenza con il padre ex autista di Craxi (notizia poi smentita da Bobo Craxi e cancellata comicamente addirittura da un comunicato di Palazzo Chigi) e liquida con una battuta maschilista e greve l'indignazione della moglie, evitando di pronunciarne il nome e il ruolo: "La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra. Mi spiace". Rientrato a Roma, annulla un incontro in calendario per il giorno successivo con il presidente della Camera Gianfranco Fini. La sua intenzione è di andare a Milano, come fece due anni or sono, per ricucire lo strappo con Veronica. Non ci andrà, lo ferma la sua fidatissima segretaria Marinella. Veronica Lario, infatti, l'ha appena chiamata: riferisca a mio marito che non mi si avvicini, non ho più nulla da dire e nulla da ascoltare, tutte le parole sono state consumate. Giovedì i giornali del Cavaliere e i blog del Pdl fanno capire all'ex first lady di Macherio che aria tira. Dietro al "come si permette?" si scatena una minacciosa muta di cani. Il quotidiano "Libero" pubblica nella testata di prima pagina tre fotografie in bianconero della giovane attrice Veronica Lario a seno nudo. Il messaggio è più che mai trasparente, sembra arrivata l'ora dell'olio di ricino. Quando vede quelle fotografie la moglie del premier capisce, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere davvero sola e di essere minacciata. In quelle foto si sente "come davanti a un plotone di esecuzione qualche secondo prima della fucilazione". Alla figlia Barbara dice: "Sono molto preoccupata di ciò che potrà accadere, ma ho la libertà per andare avanti". Cala il sipario. La lettera affidata a "Repubblica" due anni fa da Veronica era un ultimatum. Qualche ora dopo Berlusconi inviò le sue scuse pubbliche alla moglie. Era il 31 gennaio 2007: "La tua dignità non c'entra, la custodisco come un bene prezioso nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata, il riferimento galante, la bagattella di un momento". A sigillo un grande bacio. Qualche mese dopo, ad appannaggio esclusivo dei settimanali patinati della famiglia, arrivarono le passeggiate della coppia mano nella mano nel giardino della villa in Costa Smeralda e sui moli di Portofino. Immagini che oggi sembrano lontanissime. "Mi domando in che paese viviamo - ha raccontato Veronica l'altro giorno a un'amica - , come sia possibile accettare un metodo politico come quello che si è cercato di utilizzare per la composizione delle liste elettorali del centrodestra e come bastino due mie dichiarazioni a generare un immediato dietrofront. Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata. Adesso dico basta".
(3 maggio 2009)
Ha conosciuto Berlusconi nel 1980, poi si sono sposati con ritocivile il 15 dicembre 1990. La first lady: chiudo il sipario.
A un'amica: "Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni"
MILANO - "Chiudo il sipario sulla mia vita coniugale". Dopo quasi trent'anni, i due si conobbero nel 1980 e si sposarono con rito civile il 15 dicembre 1990, le strade del presidente del Consiglio e di sua moglie, già spezzate sul piano sentimentale e personale, si dividono anche giuridicamente. Veronica Lario ha avviato le pratiche per la separazione e il divorzio da Silvio Berlusconi, portando a termine un percorso cominciato molto tempo fa come ammise lei stessa alla fine dell'estate 2008, quando confessò che all'eventualità di una separazione stava meditando da dieci anni. Ora ha scelto l'avvocato che la seguirà passo dopo passo davanti ai giudici: "Finalmente una persona di cui mi posso fidare fino in fondo". È una donna. Una professionista lontana dallo star system e dalla politica. L'ha sentita al telefono il primo maggio, l'avvocato era in vacanza su un'isola del Sud Italia. È stato in pratica il loro primo vertice sulla separazione. Veronica le ha spiegato: "Voglio tirare giù il sipario, ma voglio fare una cosa da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare lo scontro". Il legale le ha risposto: "Stia tranquilla. Parto subito, prendo un aliscafo e rientro immediatamente a Milano. Lei è consapevole che non sarà facile e che dovrà sopportare attacchi pesanti? È sicura di volerlo fare?". Nella risposta non ci sono state esitazioni: "So tutto. Voglio andare avanti". Ieri le due donne si sono incontrate a Macherio per studiare la strategia e si rivedranno molto presto, all'inizio della settimana. Vogliono stringere i tempi, evitare il contropiede di un uomo sempre molto abile a ribaltare le situazioni, capace di convocare una conferenza stampa per dire che il divorzio lo ha deciso lui per primo, e non la "signora".
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Naturalmente nei giorni scorsi Veronica ne ha discusso con i figli e le persone più vicine, un paio di amiche molto care, sottolineando ancora una volta le ragioni del suo distacco dalla vita pubblica del marito e insistendo sull'importanza che rappresenta per una donna come lei il valore della dignità: "Ora sono più tranquilla - ha confidato loro - . Sono convinta che a questo punto non sia dignitoso che io mi fermi qui. La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni". Per i suoi ragazzi - Barbara di 24 anni, Eleonora di 22 che studia negli Stati Uniti e Luigi di 20, il più legato al mito imprenditoriale e politico del papà - sono state ore di grande amarezza e di sofferenza, ma alla madre tutti e tre hanno assicurato che rispetteranno ogni sua decisione per dolorosa possa essere: "Non muoveremo mai un dito contro nostro padre, ma tu mamma fai ciò che ti fa stare bene". L'inizio della fine arriva la mattina di martedì 28 aprile. Veronica guarda i giornali, la sua attenzione si sofferma sull'articolo di "Repubblica" che svela come nella notte di domenica il premier si sia presentato a sorpresa in una villetta di Casoria, dove si celebravano i diciott'anni di Noemi Letizia. Lei è bella, bionda, studia da grafica pubblicitaria a Portici e sogna una carriera televisiva, tanto che avrebbe inviato il suo "book" fotografico al presidente del Consiglio in persona. Un album che avrebbe provocato la scintilla. Accanto a Noemi ci sono il padre Elio e la madre Anna. La ragazza chiama Berlusconi "papi", ai giornalisti dirà più tardi che lo conosce da tempo e che spesso lo va a trovare a Milano e Roma, "perché lui, poverino, lavora molto e non può sempre venire a Napoli". Il Cavaliere le ha portato un regalo, una collana d'oro giallo e bianco con pendente di brillanti. C'è chi mormora anche le chiavi di un'auto, ma Noemi smentisce. Veronica legge e rimane stupefatta, chiama al telefono un'amica: "Basta, non posso più andare a braccetto con questo spettacolo". A Roma infuria la polemica sulle "veline" pronte a entrare nelle liste elettorali del Pdl e ci sono, soprattutto, quella ragazzina di Casoria, Noemi, e la sua mamma Anna che si rivolgono a Berlusconi con gli affettuosi diminutivi di "papi" e "papino". Veronica non ce l'ha né con le giovani donne aspiranti europarlamentari né con Noemi. Interpreta la loro parabola quasi epicamente, come "figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica". La sconcerta, però, che il metodo da "ciarpame politico" non faccia scandalo, che quasi nessuno si stupisca, che "per una strana alchimia il paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore", come racconta a chi le sta vicino. Quell'imperatore è ancora suo marito ed è il padre dei suoi figli, un padre che, seppure invitato, non ha mai partecipato alla festa dei loro diciott'anni. Di fronte alla nuova pubblica offesa sceglie di replicare pubblicamente con una dichiarazione che manda all'agenzia Ansa soltanto dopo le dieci di sera. È stato infatti un giorno di angoscia a villa Belvedere. Barbara, incinta di sette mesi del suo secondo figlio, è stata ricoverata all'ospedale San Raffaele. Sono lunghe ore di ansia, c'è il rischio di un parto prematuro. Veronica Lario ha in casa il nipotino Alessandro, chiede alla segretaria Paola di fermarsi fino a mezzanotte. La misura è colma, il "ciarpame" non è soltanto politico. La mattina successiva Berlusconi dalla Polonia attiva la cortina fumogena e la contraerea dopo una notte di rabbia. Ordina che le "veline" spariscano quasi tutte dalle liste europee, ridimensiona il rapporto con Noemi a una antica conoscenza con il padre ex autista di Craxi (notizia poi smentita da Bobo Craxi e cancellata comicamente addirittura da un comunicato di Palazzo Chigi) e liquida con una battuta maschilista e greve l'indignazione della moglie, evitando di pronunciarne il nome e il ruolo: "La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra. Mi spiace". Rientrato a Roma, annulla un incontro in calendario per il giorno successivo con il presidente della Camera Gianfranco Fini. La sua intenzione è di andare a Milano, come fece due anni or sono, per ricucire lo strappo con Veronica. Non ci andrà, lo ferma la sua fidatissima segretaria Marinella. Veronica Lario, infatti, l'ha appena chiamata: riferisca a mio marito che non mi si avvicini, non ho più nulla da dire e nulla da ascoltare, tutte le parole sono state consumate. Giovedì i giornali del Cavaliere e i blog del Pdl fanno capire all'ex first lady di Macherio che aria tira. Dietro al "come si permette?" si scatena una minacciosa muta di cani. Il quotidiano "Libero" pubblica nella testata di prima pagina tre fotografie in bianconero della giovane attrice Veronica Lario a seno nudo. Il messaggio è più che mai trasparente, sembra arrivata l'ora dell'olio di ricino. Quando vede quelle fotografie la moglie del premier capisce, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere davvero sola e di essere minacciata. In quelle foto si sente "come davanti a un plotone di esecuzione qualche secondo prima della fucilazione". Alla figlia Barbara dice: "Sono molto preoccupata di ciò che potrà accadere, ma ho la libertà per andare avanti". Cala il sipario. La lettera affidata a "Repubblica" due anni fa da Veronica era un ultimatum. Qualche ora dopo Berlusconi inviò le sue scuse pubbliche alla moglie. Era il 31 gennaio 2007: "La tua dignità non c'entra, la custodisco come un bene prezioso nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata, il riferimento galante, la bagattella di un momento". A sigillo un grande bacio. Qualche mese dopo, ad appannaggio esclusivo dei settimanali patinati della famiglia, arrivarono le passeggiate della coppia mano nella mano nel giardino della villa in Costa Smeralda e sui moli di Portofino. Immagini che oggi sembrano lontanissime. "Mi domando in che paese viviamo - ha raccontato Veronica l'altro giorno a un'amica - , come sia possibile accettare un metodo politico come quello che si è cercato di utilizzare per la composizione delle liste elettorali del centrodestra e come bastino due mie dichiarazioni a generare un immediato dietrofront. Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata. Adesso dico basta".
(3 maggio 2009)
Elio e le storie tese
Dunque. Elio Letizia da Secondigliano, messo comunale, 12mila euro dichiarati all’anno, ha una figlia, Noemi, che veste firmato e va a scuola in Mercedes con autista. Lui conosce intimamente il premier, ma né lui né il premier spiegano come e quando si sono conosciuti. Anche Noemi conosce intimamente il premier: a 15 anni inviò un book di foto a Mediaset tramite un amico di Dell’Utri; poi, a 16-17 anni, iniziò a frequentare «papi» per tirargli su il morale col karaoke. Milano, Roma, Sardegna. Ma sempre, giura Ghedini, accompagnata dai genitori. Strano: i coniugi Letizia risultano separati da anni; e il Corriere ventila addirittura un’«amicizia particolare» tra Elio e un ex dirigente comunale. Quali armi di persuasione possieda Elio per convocare il premier da Milano alla circonvallazione di Casoria, posto da paura, non è dato sapere. Salvo credere al premier: «Elio voleva parlarmi delle candidature di Malvano e Martusciello». Uno è l’ex questore di Napoli, deputato Pdl; l’altro un consigliere regionale Pdl, fratello del coordinatore forzista in Campania. I due non han mai visto né conosciuto Elio. Che però, generoso com’è, li raccomandava lo stesso. Silvio rimane chiuso un’ora in aereo a Capodichino in attesa che Noemi entri alla festa. E, siccome ha deciso all’ultimo momento, le regala un collier che casualmente teneva in tasca, per ogni evenienza. Sempre casualmente, da sotto un tavolo, spunta un fotografo di «Chi» (Mondadori) per immortalare la scena. Tutto chiaro. Ecco perché Veronica e Mike Bongiorno trovavano perennemente occupato: era sempre al telefono con Elio.
venerdì 8 maggio 2009
domenica 3 maggio 2009
FEBBRE PORCINA
Segnatevi queste due frasi: “Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni… perché la ragazza minorenne la conosceva prima che compisse 18 anni: magari fosse sua figlia…”. “Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile”. Le ha pronunciate la moglie, da ieri ex, del nostro presidente del Consiglio, e le hanno raccolte la Repubblica e La Stampa. Memorizzatele perché non le sentirete mai citare in nessun tg o programma delle tv di regime. Lasciamo perdere quelle della ditta, dove chi dovrebbe informare è stipendiato dal tizio che va con le minorenni e non sta bene. Vediamo il “servizio pubblico”: i tg dell’ora di pranzo, i primi in onda dopo lo scoop dei due quotidiani. Tg2 (sempre così prodigo di gossip,anche sull’ultima starlette): 5 secondi da studio, meno che per il divorzio di Mel Gibson. Tg1: 15 secondi da studio, affidati all’affranta Susanna Petruni, che occulta le frasi-bomba di Veronica e riesce persino a chiudere con una vecchia frase del premier (ieri insolitamente taciturno): “La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra”. Tg3: breve servizio di 50 secondi, nemmeno un cenno alle minorenni e all’uomo malato, ordinaria amministrazione e chiusura con l’avvocato Ghedini (tornato sulla breccia dopo mesi di quarantena, causa lodo Alfano) che suona il silenzio su “un fatto privato”. Ma il fatto privato è il divorzio, così come le eventuali scappatelle dell’attempato Cavaliere di Hardcore, nonno settantatreenne di tre (prossimamente quattro) nipotini. Sono invece fatti pubblici, pubblicissimi, le dichiarazioni della persona che conosce meglio di tutti il nostro premier, e che lo definisce “uomo che frequenta le minorenni” e lo paragona a “una persona che non sta bene”. Febbre suina, par di capire. Ora, immaginiamo le stesse frasi in bocca alla signora Obama, o Zapatero, o Brown, e i commenti delle tv e dei giornali di tutto il mondo. Non nel gossip: nelle pagine politiche. Non per nulla l’Italia è di nuovo “semilibera” nella classifica di Freedom House. Quel che accadrà nelle prossime settimane è prevedibilissimo. I siti del Pdl e i fogli d’ordini del regime han già servito l’antipasto: “Il Giornale” con un attacco alzo zero alla “First Lady in sonno” che “danneggia il premier e il governo” diventando “nemica della maggioranza degl’italiani”; “Libero” (una testata, un ossimoro) con tre foto di Veronica giovane a seno nudo. Prossimamente su questi schermi, qualche vecchio filmino osè, magari allegato a uno degli house organ del Sultano. Insomma la massacreranno, com’è accaduto in questi 15 anni a chiunque si sia messo di traverso sulla strada del padrone d’Italia: dai pm di Mani Pulite alla Ariosto, da Montanelli a Biagi, da Santoro a Luttazzi, a tutti gli altri epurati. I servi e i killer stanno già oliando le mitragliatrici.
sabato 2 maggio 2009
Lista Berlusconi alle europee 2009
ITALIA NORD OCCIDENTALE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Ignazio La Russa; 3) Mario Walter Mauro; 4) Cristiana Muscardini; 5) Gabriele Albertini; 6) Valentina Aprea; 7) Fabrizio Bertot; 8 ) Vito Bonsignore; 9) Elena Centemero; 10) Maristella Cipriani; 11) Lara Comi; 12) Roberta Della Vecchia; 13) Isabella De Martini detta Susy; 14) Carlo Fidanza; 15) Giuseppe Menardi; 16) Nicola Orsi; 17) Laura Ravetto; 18) Licia Ronzulli; 19) Iva Zanicchi.
ITALIA NORD ORIENTALE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Alberto Balboni; 3) Sergio Antonio Berlato; 4) Micaela Biancofiore; 5) Laura Calò; 6) Antonio Cancian; 7) Giovanni Collino; 8 )Maria Gabriella De Maria; 9) Fabrizio Foriso; 10) Elisabetta Gardini; 11) Maurizio Paniz; 12) Fiorella Rigon; 13) Amalia Sartori della Lia.
ITALIA CENTRALE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Roberta Angelilli; 3) Stefano Zappalà; 4) Alfredo Antoniozzi; 5) Lucio Barani; 6) Paolo bartolozzi; 7) Alessandra Calcagno; 8 ) Carlo De Romanis; 9) Federico Eichberg detto Federico; 10) Barbara Mannucci; 11) Alfredo Pallone; 12) Mariarosaria Rossi; 13) Potito Salatto; 14) Marco Scurria.
ITALIA MERIDIONALE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Salvatore Tatarella; 3) Raffaele Baldassarre; 4) Giuseppe Gargani; 5) Franco Malvano; 6) Giacomo Mancini; 7) Mario Clemente Mastella; 8 ) Barbara Matera; 9) Erminia Mazzoni; 10) Aldo Patriciello; 11) Giuseppe Pedà; 12) Paola Pelino; 13) Giovanna Petrenga; 14) Umberto Pirilli; 15) Crescenzio Rivellini detto Enzo; 16) Luciana Scalzi; 17) Sergio Paolo Francesco Silvestris; 18) Maria Elena Stasi.
ITALIA INSULARE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Maddalena Calia; 3) Michele Cimino; 4) Salvatore Iacolino; 5) Giovanni La Via detto Lavia; 6) Francesca Masci; 7) Sebastiano Sanzarello; 8 ) Antonino Strano detto Nino.
Ho messo in rosso i candidati più scandalosi, almeno tra quelli che si conoscono, lasciamo perdere La Gardini e Iva Zanicchi, ma non sarà che Mastella viene ringraziato per aver fatto cadere il governo Prodi? Peccato non si possa incontrare alla Camera con la moglie di Emilio Fido!
E le altre soubrette? Perchè non ci sono più? propaganda della sinistra o cancellate all'ultimo momento per incalzare della stessa? Sarebbe troppo spudorato, no? Non ci basta la Carfagna?
ITALIA NORD ORIENTALE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Alberto Balboni; 3) Sergio Antonio Berlato; 4) Micaela Biancofiore; 5) Laura Calò; 6) Antonio Cancian; 7) Giovanni Collino; 8 )Maria Gabriella De Maria; 9) Fabrizio Foriso; 10) Elisabetta Gardini; 11) Maurizio Paniz; 12) Fiorella Rigon; 13) Amalia Sartori della Lia.
ITALIA CENTRALE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Roberta Angelilli; 3) Stefano Zappalà; 4) Alfredo Antoniozzi; 5) Lucio Barani; 6) Paolo bartolozzi; 7) Alessandra Calcagno; 8 ) Carlo De Romanis; 9) Federico Eichberg detto Federico; 10) Barbara Mannucci; 11) Alfredo Pallone; 12) Mariarosaria Rossi; 13) Potito Salatto; 14) Marco Scurria.
ITALIA MERIDIONALE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Salvatore Tatarella; 3) Raffaele Baldassarre; 4) Giuseppe Gargani; 5) Franco Malvano; 6) Giacomo Mancini; 7) Mario Clemente Mastella; 8 ) Barbara Matera; 9) Erminia Mazzoni; 10) Aldo Patriciello; 11) Giuseppe Pedà; 12) Paola Pelino; 13) Giovanna Petrenga; 14) Umberto Pirilli; 15) Crescenzio Rivellini detto Enzo; 16) Luciana Scalzi; 17) Sergio Paolo Francesco Silvestris; 18) Maria Elena Stasi.
ITALIA INSULARE: 1) Silvio Berlusconi; 2) Maddalena Calia; 3) Michele Cimino; 4) Salvatore Iacolino; 5) Giovanni La Via detto Lavia; 6) Francesca Masci; 7) Sebastiano Sanzarello; 8 ) Antonino Strano detto Nino.
Ho messo in rosso i candidati più scandalosi, almeno tra quelli che si conoscono, lasciamo perdere La Gardini e Iva Zanicchi, ma non sarà che Mastella viene ringraziato per aver fatto cadere il governo Prodi? Peccato non si possa incontrare alla Camera con la moglie di Emilio Fido!
E le altre soubrette? Perchè non ci sono più? propaganda della sinistra o cancellate all'ultimo momento per incalzare della stessa? Sarebbe troppo spudorato, no? Non ci basta la Carfagna?
«In Italia libertà dell'informazione sempre più ridotta»
L'Italia è il fanalino di coda d'Europa in termini di libertà di stampa, in buona parte per la «situazione anomala a livello mondiale» sul piano della proprietà dei media. L'allarme arriva dall'organizzazione americana Freedom House, che nel proprio rapporto annuale sullo stato di salute degli organi d'informazione retrocede il nostro paese e punta l'indice sul ruolo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, anticipando il rapporto ufficiale 'Freedom of the Press 2009' che verrà presentato al Newseum, il museo dell'informazione e del giornalismo a Washington. La classifica globale sulla libertà di stampa, relativa a 195 paesi, è diventata da anni uno dei principali prodotti di Freedom House, un'organizzazione non-profit indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, che ebbe come prima presidente Eleanor Roosevelt.Per il settimo anno consecutivo, la libertà dei giornalisti di fare il loro lavoro è diminuita nel mondo, secondo i ricercatori americani. Solo il 17% della popolazione mondiale vive oggi in paesi dove esiste una stampa che viene ritenuta pienamente libera. Freedom House assegna ai paesi una 'rating' che va da 0 (i più liberi) a 100 (i meno liberi) sulla base dell'analisi dell'ambiente legale, politico ed economico in cui lavorano i media. L'Italia è scesa dalla fascia alta, quella dei paesi liberi, alla fascia intermedia dei paesi «parzialmente liberi», con un rating di 32 che ne fa l'unico paese dell'Europa occidentale ad essere stato degradato. Solo la Turchia, se viene considerata come parte dell'Europa occidentale, risulta messa peggio. «Le cause della nostra decisione - afferma la Karlekar - sono legate all'aumento del ricorso ai tribunali e alle denunce per diffamazione, e anche all'aumento di intimidazioni fisiche ed extralegali da parte sia del crimine organizzato, sia di gruppi di estrema destra. Ma la concentrazione della proprietà dei media è il motivo principale del nostro voto e il problema principale dell'Italia, da questo punto di vista, è rappresentato dalla figura del premier»Freedom House afferma di non aver rilevato al momento segnali di attacco alla libertà dei media da parte del governo «come negli anni 2005 e 2006», ma Karlekar ritiene che per l'Italia sia urgente «affrontare il nodo della concentrazione dei media nelle mani di un solo magnate: è un caso unico al mondo». La libertà di stampa sembra radicata soprattutto nel nord d'Europa e nei paesi scandinavi: Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia occupano le prime cinque posizioni mondiali per il rapporto. I peggiori sono invece Corea del Nord (98), Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea e Cuba. Come tutte le classifiche, anche quella di Freedom House non è stata ovviamente in questi anni esente da critiche metodologiche, soprattutto per la tendenza spesso a considerare “liberi” paesi che semplicemente non hanno alcuna regolamentazione dei media.
giovedì 30 aprile 2009
Ospedale, interrogazione sui posti auto
L'amministratore è stato per due mattine di seguito a verificare la situazione: «Inaccettabile, un disastro, la gente non sa dove lasciare l'auto» Il consigliere regionale Franchetto chiede alla Giunta di costruire un parcheggio sopraelevato.
«La situazione del parcheggio dell'ospedale di San Bonifacio è insostenibile, basta con lo scarico di responsabilità: il piazzale va ingrandito o sopraelevato, i cittadini non ne possono più». A parlare è il consigliere regionale Gustavo Franchetto (Italia dei Valori) che al riguardo ha presentato un'interrogazione scritta. «L'assessore alla sanità veneta Sandro Sandri», denuncia, «e la quinta commissione dovrebbero mettere in programma, in modo urgente, un sopralluogo all'ospedale tra le 8 e le 10 del mattino, per capire quanto sia insopportabile la carenza di posti auto per i cittadini. Certo, l'assessore e i commissari troverebbero subito posto per le loro vetture, ma le centinaia di utenti che ogni giorno si recano agli ambulatori o vanno a trovare i propri famigliari ricoverati sono costretti a vere e proprie gimkane tra i vialetti e ad attese snervanti prima di lasciare l'auto. E spesso accade che le posteggino in divieto di sosta, con solerti vigili pronti a dare la multa. Il cittadino, insomma, è sempre quello che paga il conto». E poi, insiste Franchetto: «Del problema se ne parla da anni, da appena aperto il nuovo ospedale, ma nessuno è riuscito ad arrivare ad una soluzione. Ora la misura è colma. Alla carenza di posti si aggiunge la scarsa funzionalità dell'entrata per quanti, anziani o ammalati, vanno a trovare i propri parenti: una barriera tiene le auto lontane circa cinquanta metri dalla porta d'entrata e, nelle giornate di pioggia e vento non si possono accompagnare le persone più deboli fino all'ingresso. Ma i progettisti hanno niente da dire? E i vari direttori, che nell'Ulss 20 abbondano, hanno niente da segnalare? Ho passato due mattinate davanti all'ospedale», confessa Franchetto, «nell'orario mattutino, e c'era di che vergognarsi come pubblico amministratore. Tutto ciò premesso, chiedo alla Giunta regionale quanto segue: di dare indicazioni urgenti alla direzione regionale competente per allargarsi nell'area adiacente o, se questo è impossibile, per sopraelevare il piazzale con strutture agili, come fatto all'aeroporto di Verona-Villafranca». Franchetto insiste: «Chi deve rispondere dei servizi al cittadino presso l'ospedale? Il Comune, il direttore generale dell'Ulss, il responsabile della Direzione regionale edilizia? Ci sarà pure un responsabile...».
UN RESPONSABILE C'E', MA NON LO AMMETTE....VERO CARO PODESTA'?
«La situazione del parcheggio dell'ospedale di San Bonifacio è insostenibile, basta con lo scarico di responsabilità: il piazzale va ingrandito o sopraelevato, i cittadini non ne possono più». A parlare è il consigliere regionale Gustavo Franchetto (Italia dei Valori) che al riguardo ha presentato un'interrogazione scritta. «L'assessore alla sanità veneta Sandro Sandri», denuncia, «e la quinta commissione dovrebbero mettere in programma, in modo urgente, un sopralluogo all'ospedale tra le 8 e le 10 del mattino, per capire quanto sia insopportabile la carenza di posti auto per i cittadini. Certo, l'assessore e i commissari troverebbero subito posto per le loro vetture, ma le centinaia di utenti che ogni giorno si recano agli ambulatori o vanno a trovare i propri famigliari ricoverati sono costretti a vere e proprie gimkane tra i vialetti e ad attese snervanti prima di lasciare l'auto. E spesso accade che le posteggino in divieto di sosta, con solerti vigili pronti a dare la multa. Il cittadino, insomma, è sempre quello che paga il conto». E poi, insiste Franchetto: «Del problema se ne parla da anni, da appena aperto il nuovo ospedale, ma nessuno è riuscito ad arrivare ad una soluzione. Ora la misura è colma. Alla carenza di posti si aggiunge la scarsa funzionalità dell'entrata per quanti, anziani o ammalati, vanno a trovare i propri parenti: una barriera tiene le auto lontane circa cinquanta metri dalla porta d'entrata e, nelle giornate di pioggia e vento non si possono accompagnare le persone più deboli fino all'ingresso. Ma i progettisti hanno niente da dire? E i vari direttori, che nell'Ulss 20 abbondano, hanno niente da segnalare? Ho passato due mattinate davanti all'ospedale», confessa Franchetto, «nell'orario mattutino, e c'era di che vergognarsi come pubblico amministratore. Tutto ciò premesso, chiedo alla Giunta regionale quanto segue: di dare indicazioni urgenti alla direzione regionale competente per allargarsi nell'area adiacente o, se questo è impossibile, per sopraelevare il piazzale con strutture agili, come fatto all'aeroporto di Verona-Villafranca». Franchetto insiste: «Chi deve rispondere dei servizi al cittadino presso l'ospedale? Il Comune, il direttore generale dell'Ulss, il responsabile della Direzione regionale edilizia? Ci sarà pure un responsabile...».
UN RESPONSABILE C'E', MA NON LO AMMETTE....VERO CARO PODESTA'?
domenica 26 aprile 2009
Coca nel bagaglio: arrestata segretaria Lega Nord
Notizie dalla RSI (tv svizzera) cose che mai vengono pubblicate in Italia.... beh...anche i leghisti sono umani (o no?)
E`una dipendente del Parlamento italiano una delle due persone arrestate, lo scorso due aprile a Lugano, con otto chili di cocaina in valigia. Insolito sequestro, quello avvenuto il 2 Si tratta, infatti, della segretaria del gruppo parlamentare della Lega Nord a Roma. Insieme a lei, lo ricordiamo, è stato arrestato anche un uomo. Entrambi provenivano dal Brasile. Le Guardie di confine hanno scovato lo stupefacente stipato in alcune vaschette di alimenti. Non è chiaro se la droga fosse destinata al mercato ticinese, oppure se dovesse rientrare in Italia passando per lo scalo luganese, dove forse la coppia – di 40 e 50anni – sperava in controlli meno severi. In ogni caso, i due non avrebbero mai avuto alcun legame col Ticino.
E`una dipendente del Parlamento italiano una delle due persone arrestate, lo scorso due aprile a Lugano, con otto chili di cocaina in valigia. Insolito sequestro, quello avvenuto il 2 Si tratta, infatti, della segretaria del gruppo parlamentare della Lega Nord a Roma. Insieme a lei, lo ricordiamo, è stato arrestato anche un uomo. Entrambi provenivano dal Brasile. Le Guardie di confine hanno scovato lo stupefacente stipato in alcune vaschette di alimenti. Non è chiaro se la droga fosse destinata al mercato ticinese, oppure se dovesse rientrare in Italia passando per lo scalo luganese, dove forse la coppia – di 40 e 50anni – sperava in controlli meno severi. In ogni caso, i due non avrebbero mai avuto alcun legame col Ticino.
venerdì 24 aprile 2009
Eurognocca
Nella foto: Angela Sozio prepara un emendamento sulla cassa integrazione
Commovente lo sforzo con cui il capo dello Stato ricorda Bobbio e raccomanda il rispetto della Costituzione contro i pericoli autoritari. Eroico l’impegno con cui insigni intellettuali organizzano a Torino la Biennale della Democrazia. Fatiche, temiamo, vane. Il Cavaliere, che festeggerà il 25 aprile in un paese raso al suolo non dal terremoto, ma dalla sua cultura degli abusi e dei condoni, tanto per far capire ai superstiti che la Liberazione è di là da venire, non ha replicato al monito del Presidente al simposio subalpino. «Per non fare polemiche», spiegano pietosamente i giornalisti al seguito. In realtà aveva altro da fare. Era impegnatissimo in un tourbillon di incontri al vertice con le sue prossime candidate alle europee, ciascuna munita di curriculum di tutto rispetto: le gemelle De Vivo, reduci dall’Isola dei Famosi e da un summit a Palazzo Grazioli; Barbara Matera, già «letteronza» a Mai dire domenica e comparsa in Carabinieri; Angela Sozio, ex del Grande Fratello, ma soprattutto celebre per aver trascorso alcune ore nel cenacolo di Villa Certosa sulle ginocchia del premier; Camilla Ferranti, reduce da Incantesimo e sorella di un consigliere comunale di Terni; Eleonora Gaggioli, direttamente dai set di Don Matteo ed Elisa di Rivombrosa. Per dimostrare il suo europeismo a prova di bomba, il Cainano manda al Parlamento europeo le ragazze che non è riuscito a piazzare a Raifiction né al ministero delle Pari Opportunità. Come commenterebbe, con la dovuta prudenza, uno dei giornalisti al seguito: che il premier, Dio non voglia, stia diventando euroscettico?
mercoledì 22 aprile 2009
Polo rilancia: è pronto ad aiutare una lista amica
Quest'anno ci sarà il rinnovo del Consiglio Comunale e l'elezione del nuovo sindaco. Ancora non so chi votare, a dire il vero mi domando se esiste qualcuno che valga la pena di votare come rappresentante sambonifacese e amministratore del Comune.
MA SO CHI NON VOTERO':
CHIUNQUE SIA STATO O SIA COLLABORAZIONISTA DEL PODESTA' POLO.
Quindi, caro Mariano Mariotto, sappi che io non sarò un tuo elettore, nè di nessuno che inserisca nella lista qualche galoppino dell'attuale regime.
SAN BONIFACIO. A poco più di due settimane dalla presentazione delle liste, soltanto tre i gruppi politici già in campo Il sindaco uscente sosterrà un candidato «che si è comportato correttamente con me» E domani Mariotto illustra l'Italia dei valori
22/04/2009
Tante voci e poche certezze. A poco più di due settimane dalla scadenza per la presentazione delle liste (il 9 maggio), a San Bonifacio i giochi sono tutt'altro che fatti per le candidature e le alleanze alle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno. Una incertezza che non si era mai vista. In campo, al momento, ci sono la lista di Antonio Casu, che sosterrà l'aspirante sindaco del centrodestra, frutto del possibile accordo fra Pdl e Lega, la civica «Vivere San Bonifacio» che candida Marco Andrioli, e la lista «Storari per il dialogo» che punta su Gianni Storari.Una novità in realtà c'è, e riguarda il sindaco uscente Silvano Polo, il quale conferma che non si candiderà a primo cittadino, ma non intende restare alla finestra. E potrebbe essere il regista di una lista che sta nascendo: «Devo capire se ci sono candidati disposti a portare avanti quel che la mia amministrazione ha realizzato e completare le opere avviate: a questo possibile candidato darò una mano, non so ancora in che modo, se partecipando come consigliere o sotto un'altra forma: la situazione è ancora molto fluida. Comunque», sottolinea Polo, «sarà una persona che riterrò meritevole e che si è comportata correttamente nei miei confronti in questi anni da sindaco».Perchè questa decisione ? «Qualcuno si è dispiaciuto», risponde Polo, «della mia decisione di non ricandidarmi, facendomi presente che molte sono le opere ancora da terminare». Polo aggiunge che la sua partecipazione sarà come «soggetto politico appartenente al movimento della Liga Veneta Repubblica, che ha rinunciato alla candidatura per le provinciali, considerando la Provincia un ente da sopprimere». E conclude: «La Liga Veneta Repubblica è un movimento che si è sempre comportato onestamente, con dei bei distinguo anche nei confronti della Lega per quanto riguarda gli interessi del Veneto».Il panorama politico si è arricchito anche di un nuovo soggetto politico, guidato dall'assessore uscente ai servizi sociali Mariano Mariotto, già della civica Città solidale. Da questa è nata la sezione dell'Italia dei Valori, il movimento politico di Antonio Di Pietro. Mariotto, che al momento figura come coordinatore del collegio 13, scrive che la sua civica, costituita 15 anni fa, nacque proponendo «di non fare politica in funzione dei partiti e della loro collocazione, ma con la finalità di risolvere i problemi della città, per integrare tutti in modo solidale, senza pregiudizi e proponendo vecchi temi ma sempre attuali: la partecipazione e la trasparenza, le politiche sociali e la qualità della vita, la cultura per l'integrazione e la salvaguardia del territorio».E ancora: «Ora ci sembra di trovare questo medesimo orizzonte nell'Italia dei valori e per mantener vive e attuali le proposte di Città solidale abbiamo ritenuto utile far nascere una sezione di questo partito». Mariotto aggiunge che il primo passo sarà la partecipazione alle elezioni amministrative con un proprio programma e un proprio candidato sindaco. «Usciamo da una stagione di collaborazione col sindaco Silvano Polo», scrive Mariotto, «col quale ci siamo alleati per realizzare un programma di azioni concrete; i patti sono stati rispettati e le politiche sociali e per la qualità della vita a San Bonifacio hanno fatto un passo avanti: ora proponiamo di proseguire su questa strada, potenziando e integrando i servizi alla persona». La sezione dell'Italia dei Valori sarà presentata domani alle 21, in sala Barbarani. Interverrà il senatore Antonio Borghesi, responsabile delle politiche economiche del partito, il coordinatore provinciale Alberto Tivelli e Gustavo Franchetto, candidato alle elezioni europee per il collegio Nordest.
MA SO CHI NON VOTERO':
CHIUNQUE SIA STATO O SIA COLLABORAZIONISTA DEL PODESTA' POLO.
Quindi, caro Mariano Mariotto, sappi che io non sarò un tuo elettore, nè di nessuno che inserisca nella lista qualche galoppino dell'attuale regime.
SAN BONIFACIO. A poco più di due settimane dalla presentazione delle liste, soltanto tre i gruppi politici già in campo Il sindaco uscente sosterrà un candidato «che si è comportato correttamente con me» E domani Mariotto illustra l'Italia dei valori
22/04/2009
Tante voci e poche certezze. A poco più di due settimane dalla scadenza per la presentazione delle liste (il 9 maggio), a San Bonifacio i giochi sono tutt'altro che fatti per le candidature e le alleanze alle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno. Una incertezza che non si era mai vista. In campo, al momento, ci sono la lista di Antonio Casu, che sosterrà l'aspirante sindaco del centrodestra, frutto del possibile accordo fra Pdl e Lega, la civica «Vivere San Bonifacio» che candida Marco Andrioli, e la lista «Storari per il dialogo» che punta su Gianni Storari.Una novità in realtà c'è, e riguarda il sindaco uscente Silvano Polo, il quale conferma che non si candiderà a primo cittadino, ma non intende restare alla finestra. E potrebbe essere il regista di una lista che sta nascendo: «Devo capire se ci sono candidati disposti a portare avanti quel che la mia amministrazione ha realizzato e completare le opere avviate: a questo possibile candidato darò una mano, non so ancora in che modo, se partecipando come consigliere o sotto un'altra forma: la situazione è ancora molto fluida. Comunque», sottolinea Polo, «sarà una persona che riterrò meritevole e che si è comportata correttamente nei miei confronti in questi anni da sindaco».Perchè questa decisione ? «Qualcuno si è dispiaciuto», risponde Polo, «della mia decisione di non ricandidarmi, facendomi presente che molte sono le opere ancora da terminare». Polo aggiunge che la sua partecipazione sarà come «soggetto politico appartenente al movimento della Liga Veneta Repubblica, che ha rinunciato alla candidatura per le provinciali, considerando la Provincia un ente da sopprimere». E conclude: «La Liga Veneta Repubblica è un movimento che si è sempre comportato onestamente, con dei bei distinguo anche nei confronti della Lega per quanto riguarda gli interessi del Veneto».Il panorama politico si è arricchito anche di un nuovo soggetto politico, guidato dall'assessore uscente ai servizi sociali Mariano Mariotto, già della civica Città solidale. Da questa è nata la sezione dell'Italia dei Valori, il movimento politico di Antonio Di Pietro. Mariotto, che al momento figura come coordinatore del collegio 13, scrive che la sua civica, costituita 15 anni fa, nacque proponendo «di non fare politica in funzione dei partiti e della loro collocazione, ma con la finalità di risolvere i problemi della città, per integrare tutti in modo solidale, senza pregiudizi e proponendo vecchi temi ma sempre attuali: la partecipazione e la trasparenza, le politiche sociali e la qualità della vita, la cultura per l'integrazione e la salvaguardia del territorio».E ancora: «Ora ci sembra di trovare questo medesimo orizzonte nell'Italia dei valori e per mantener vive e attuali le proposte di Città solidale abbiamo ritenuto utile far nascere una sezione di questo partito». Mariotto aggiunge che il primo passo sarà la partecipazione alle elezioni amministrative con un proprio programma e un proprio candidato sindaco. «Usciamo da una stagione di collaborazione col sindaco Silvano Polo», scrive Mariotto, «col quale ci siamo alleati per realizzare un programma di azioni concrete; i patti sono stati rispettati e le politiche sociali e per la qualità della vita a San Bonifacio hanno fatto un passo avanti: ora proponiamo di proseguire su questa strada, potenziando e integrando i servizi alla persona». La sezione dell'Italia dei Valori sarà presentata domani alle 21, in sala Barbarani. Interverrà il senatore Antonio Borghesi, responsabile delle politiche economiche del partito, il coordinatore provinciale Alberto Tivelli e Gustavo Franchetto, candidato alle elezioni europee per il collegio Nordest.
venerdì 10 aprile 2009
Lo sciamano
Ecco s’avanza una nuova specie animale, orribile incrocio genetico tra lo sciacallo e il caimano: lo Sciamano. Passeggia sulle rovine d’Abruzzo invitando gli sfollati ad «andare al mare per le vacanze pasquali» e a farsi un bel «fine settimana in campeggio» (ieri i giornali italiani riportavano i commenti indignati della stampa estera, per prendere le dovute distanze). Manda a zonzo tra le macerie tre ministri aviotrasportati al giorno con telecamera incorporata (come se non bastassero il terremoto e le visite di Sgarbi, del cuoco Vissani e del cosiddetto principe Emanuele Filiberto): un modo come un altro per farsi campagna elettorale gratis. S’imbroda per la portentosa tempestività dei soccorsi, tutt’altro che immuni da pecche. Approfitta della sciagura per regalare l’ennesimo condono agli amici evasori, camuffato da «scudo fiscale», dopo avere sdegnosamente respinto le offerte d’aiuto di Obama. In compenso, non una parola sul rinvio delle norme antisismiche voluto un mese fa dal suo partito; e men che meno sul fatto che l’ospedale crollato all’Aquila lo costruì tra gli altri la Cogefar-Impregilo (se ne vanta nel suo sito), che ci ha regalato l’emergenza monnezza a Napoli (infatti lui l’ha molto elogiata un mese fa ad Acerra) e, se tutto va bene, ci regalerà presto il Ponte sullo Stretto. Infine lo Sciamano annuncia «il nuovo reato di sciacallaggio, con pene severe» (forse non sa che il furto aggravato è già punito fino a 10 anni di galera, il triplo del falso in bilancio). Ma non tutti i mali vengono per nuocere: col nuovo reato, forse è la volta buona che finisce dentro.
giovedì 9 aprile 2009
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