ROMA - Berlusconi ''non e' un fascista'', ma rappresenta un ''pericolo, in primo luogo per l'Italia, ed un esempio negativo per tutti''. Cosi' il Financial Times, in un editoriale, parla del presidente del Consiglio italiano che, sottolinea, ''chiaramente non e' Mussolini: lui ha squadre di veline, non di camicie nere''. Per il quotidiano, ''il pericolo rappresentato da Berlusconi e' di ordine diverso rispetto a Mussolini. E' quello dei media che rendono meno seri i contenuti della politica, sostituendoli con l'intrattenimento. E' la spietata demonizzazione dei nemici e il rifiuto di garantire indipendenza alla concorrenza. E' quello di mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine forte, fatta della rivendicazione di infiniti successi surrogati da sostegno popolare''. Per il Financial Times, che definisce ''La Repubblica'' giornale di ''centro che tende a sinistra'' ed il ''piu' ostinato'' nel porre le domande ''sulla sua relazione con una teenager che vuole diventare velina'', se Berlusconi e' cosi' ''dominante'', la colpa e' anche di una ''sinistra assente'', di istituzioni deboli e spesso politicizzate e di un giornalismo che troppo spesso ha accettato un ruolo subalterno. Ma soprattutto la colpa e' di un uomo molto ricco, molto potente e sempre piu' spietato. (ANSA).
No, Berluska non è un fascista, è qualcosa più subdolo. Ricordiamo che all'inizio del ventennio, le camicie nere sono state finanziate da chi fascista non era (la classe borghese di allora). Ora la camicie sono verdi, i pitbull sono i leghisti che con la loro retorica razzista incitano le genti più ignoranti all'odio razziale, prima contro i terroni, ora contro gli stranieri, e si piazzano con il beneplacito di chi fascista non è, ma assomiglia tanto al ministro della propaganda nazionalsocialista.
No, Berluska non è un fascista, è qualcosa più subdolo. Ricordiamo che all'inizio del ventennio, le camicie nere sono state finanziate da chi fascista non era (la classe borghese di allora). Ora la camicie sono verdi, i pitbull sono i leghisti che con la loro retorica razzista incitano le genti più ignoranti all'odio razziale, prima contro i terroni, ora contro gli stranieri, e si piazzano con il beneplacito di chi fascista non è, ma assomiglia tanto al ministro della propaganda nazionalsocialista.
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