domenica 30 novembre 2008

un piccolo pro-memoria


La giornalista Diana de Feo, moglie del direttore di Tg4 Emilio Fede, è stata eletta in Campania nelle liste del Pdl.

"Una santa con l'aureola autorizzata", in questo modo la definiva l'Emilio nazionale qualche tempo fa.

Al contrario la nuova senatrice argomentava del marito:"Per mascherare i suoi passi falsi è sempre stato un grande bugiardo, ma le sue bugie hanno le gambe corte un centimetro. C’è sempre qualcuno che dice di averlo visto dove non dovrebbe essere".


C'è bisogno di aggiungere qualcosa?

domenica 23 novembre 2008

Il colmo per un leghista? Chiamarsi Negro di cognome!!


Sicuramente è un caso più unico che raro: un sindaco leghista (donna….) che viene destituita dopo appena 7 mesi di mandato! Deve proprio averle combinate grosse, per la cattiveria che sta esprimendo: Purtroppo è quanto stiamo assistendo ultimamente con questi sindaci sceriffi, che non accettano dialogo e non accettano neanche di diventare impopolari.
Costei, infermiera giovane e agguerrita, eletta da Bossi anche parlamentare, ha tolto la bandiera tricolore dal comune e il ritratto del Presidente Napolitano, ma soprattutto non rappresenta la cittadinanza di Arcole! Se ne deve rendere conto!
La cosa più dignitosa che potrebbe fare è quella di dedicarsi a studiare per entrare a lavorare in qualche ospedale (speriamo non a San Bonifacio, già pieno di problemi…) e provare a vivere con lo stipendio di infermiera, non a giocare a fare la parlamentare! (quanti € al mese????). Lasciamo l’arroganza ai suoi capi, che già ne hanno anche troppa!


leggiamo questo articolo dell'Arena:ARCOLE. L'ex sindaco spiazza il pubblico e accende le polemiche iniziando l'incontro con un quarto d'ora di anticipo: un assolo politico Rifiuta il contraddittorio e illustra i risultati raggiunti respingendo dati alla mano l'accusa di immobilismo GIOVANNA NEGRO
23/11/2008

L'incontro pubblico dell'ex sindaco di Arcole Giovanna Negro, convocato dalla Lega nord per venerdì sera, è iniziato con un quarto d'ora d'anticipo e si è concluso in gazzarra. Cogliendo tutti di sorpresa, la parlamentare ha infatti cominciato a parlare alle 20.45 e dopo mezz'ora si è fermata, senza accettare interventi e dando il «la» alle polemiche.Moltissimi hanno sentito poco o nulla del discorso e, comunque, sono rimasti fuori dalla sala civica, stipata di persone come forse non s'era mai visto. L'ex sindaco, vista la presenza di quasi tutti i consiglieri di opposizione, compresi quelli dell'Obelisco, ha avvertito fin dall'inizio «di non essere disponibile al confronto», ma di voler solo illustrare quello che ha fatto nei sette mesi nei quali ha amministrato, smentendo le varie dichiarazioni di chi l'ha mandata a casa, apparse su volantini e giornali: «Era meglio che prima di scrivere certe cose, si informassero».«Sono stata accusata di aver preso l'addetto stampa», ha affermato Negro, «è stata una necessità che si è evidenziata per poter comunicare correttamente ciò che stavamo facendo e comunque il costo è relativamente basso». Ha voluto spiegare anche perché non ha dato il patrocinio al Progetto «Radicchio di Verona Igp». «In realtà il Comune avrebbe dovuto organizzare una manifestazione per fare pubblicità a un'azienda del paese», ha affermato l'ex sindaco, con riferimento alla Napoleon che commercializza il prodotto. Tirandosi indietro Arcole, l'iniziativa è stata ospitata a San Bonifacio, organizzata da Provincia, Camera di commercio, Comuni e Consorzio.L'onorevole Negro ha voluto smentire anche le accuse sull'asilo nido comunale: «Non abbiamo fatto in tempo a convocare il Consiglio comunale per nominare il comitato di gestione», ha spiegato Negro, «ed essendo in scadenza la convenzione con la cooperativa, abbiamo stipulato una nuova convenzione che ha portato ad un risparmio sia per il Comune che per le famiglie».«Sono stata accusata di aver mandato via i bambini che non sono del paese dal nostro asilo nido: nello stato in cui si trovano le casse municipali, non potevamo sostenere anche questa spesa», ha chiarito.L'ex sindaco ha detto pure che Flavio Tosi ha ospitato la sua conferenza stampa a Verona «perché è un amico» e ha respinto le accuse di aver dato appuntamenti solo al mattino presto e di aver concesso poco tempo a cittadini e consiglieri perché doveva andare alla Camera: «Ho cercato di ascoltare sempre tutti».Ha respinto l'accusa di immobilismo, mostrando con una serie di diapositive di aver portato da Roma un contributo per il rifacimento del ponte sull'Alpone e di essere riuscita a prorogare il finanziamento del governo di 12 milioni di euro a favore del Consorzio di bonifica Zerpano per la fitodepurazione. Ha mostrato l'immagine del progetto di ampliamento della scuola elementare di Gazzolo: «Volevamo rifare la parte prefabbricata, costruendo la palestra e l'aula d'informatica che mancano».«E' grande il rammarico per non aver potuto continuare il mandato», ha confessato Negro, «ma prometto che mi ricandiderò». Terminato il discorso, l'ex vicesindaco, Massimo Mariotto ha chiesto di poter intervenire, ma gli attivisti leghisti non gli hanno permesso di parlare: «Dovevi andare in Consiglio a parlare, invece di venire qui».A questo punto sono volate accuse reciproche tra i leghisti e i vari esponenti che sedevano sia in minoranza che in maggioranza. Mentre la gente usciva dalla sala, le discussioni sono proseguite tra gruppetti di persone delle opposte fazioni, mentre la vigilessa e i tre carabinieri hanno garantito la sorveglianza, dato che gli animi si stavano surriscaldando.Alla fine l'ex sindaco ha dato appuntamento a venerdì 28 nella sala di Gazzolo, «per dar modo anche a altri cittadini di partecipare all'incontro». Zeno Martini


sabato 22 novembre 2008

No Park!


Ahahha!!! Ve l'immaginate il Polo in giro per i negozi del centro a chiedere "è vero che sei d'accordo con me?"

Intanto....per vivere a San Bonifacio si paga anche l'aria che si espira (si proprio quella che si butta fuori, quella che si inspira ce la passa l'ULSS...)


Il sindaco risponde a Confcommercio con un sondaggio diretto: «49 negozianti su 81 d'accordo sulla sosta a pagamento» Il sindaco ribatte: «Eccezionale consenso per la sosta gratuita, con l'emissione di ben 1.200-1.300 scontrini al giorno» SILVANO POLO

Il sindaco smentisce Confcommercio e sottolinea: la sosta a pagamento funziona, lo dicono i numeri


Il sindaco sambonifacese Silvano Polo, a conclusione di un suo personale sondaggio tra i commercianti del centro, replica dati alla mano alle critiche pesanti avanzate dalla Confcommercio e pubblicate sul nostro giornale lo scorso 15ottobre. Secondo l'associazione, l'80 per cento dei negozianti delle vie interessate all'introduzione del parcheggio a pagamento era contrario.Una tesi che il primo cittadino non ha condiviso e ha deciso di confutare: «Sono stato piuttosto irritato dall'articolo pubblicato contro i parcheggi a pagamento nel centro, perché si è trattato in sostanza di un meschino attacco contro l'Amministrazione comunale, anonimo, anche se celato dietro la sigla della Confcommercio, bugiardo nei dati diffusi (l'80 per cento di contrari), senza la minima preoccupazione verso i reali problemi e la cronica mancanza di soluzioni.«Questo è il motivo», spiega Polo, «per cui io, assieme all'assessore alle attività produttive, Emanuele Ferrarese e al direttore della Multiservizi, Andrea Burato, abbiamo visitato e intervistato i negozianti delle vie interessate dagli stalli blu, per verificare la veridicità della tesi di Confcommercio.«Da questa indagine», scrive, «è emerso che la Confcommercio non ha fatto alcun questionario, bensì un normale sondaggio, a una sola domanda. Il nostro risultato è stato di 49 favorevoli su 81 totali, 29 contrari e 3 che hanno risposto "non so", quindi ben diverso da quello della Confcommercio».Si chiede Polo: «Chi è che ha imbrogliato? I dati del Comune sono a disposizione negli uffici della Multiservizi, al contrario di quelli della Confcommercio, che si è rifiutata di fornirli alla stessa Amministrazione comunale, invocando una pretestuosa e immotivata tutela della privacy». Aggiunge il sindaco: «Questa parvenza di formalità, però, è servita agli autori del comunicato inviato alla stampa per infarcire il loro testo di ulteriori denigratori commenti («crescente distanza tra i commercianti e le scelte di questa Amministrazione»), di scuse assurde («la chiusura di piazza Costituzione alle auto...» e «parchimetri introdotti con l'unico scopo di raccogliere risorse») o immotivate («il parcheggio Palù scomodo e poco sicuro», «chiusure e trasferimenti di negozi che si sono registrati in questi mesi»). Sottolinea Polo: «Il parcheggio Palù è a soli 250 metri dal municipio, ma si dice sia molto scomodo e addirittura poco sicuro, sebbene non siano mai stati denunciati casi di violenza alcuna; e che dire delle "chiusure e trasferimenti registrati in questi mesi" ? Certo colpa di parcheggi a pagamento non ancora installati a quel tempo...», commenta ironico il sindaco. «Ma la cosa più eclatante e paradossale è l'accusa mossa ai parcheggi a pagamento, e cioè che farebbero fuggire i clienti non disposti a tirar fuori quattrini; ebbene», sottolinea Polo, «già in questi primi giorni ci si è accorti dell'eccezionale consenso che ha riscosso la sosta gratuita di 15 minuti, con l'emissione di ben 1.200-1.300 scontrini al giorno, a significare cioè che più di mille persone hanno trovato posto per parcheggiare l'auto e dopo breve sosta gratuita, fatta la loro commissione o consumazione, se ne sono andati!». Secondo Polo, «i vertici sambonifacesi dell'associazione si dovrebbero solo vergognare per la loro miopia, che li rende incapaci di dare la pur minima risposta ai problemi».Il sindaco critica anche «la loro sfacciata politicizzazione, che svilisce l'intera categoria» e la contrarietà pregiudiziale «dimostrata verso ogni innovazione e per l'ipocrisia dimostrata nelle occasioni di confronto che ci sono state». Gianni Bertagnin

sabato 1 novembre 2008

ancora sui parcheggi a pagamento. Fatelo smettere!

L'arena Mercoledì 29 Ottobre 2008
SAN BONIFACIO. Il consigliere regionale contrario all’introduzione della tariffa, Polo conferma la bontà della scelta Il parcheggio San Marco finisce in RegioneInterrogazione di Zigiotto: «Se diventa a pagamento si verifichi la procedura di assegnazione dei fondi»Il contributo fu concesso in funzione dei pendolari anche dei paesi limitrofi.
TIZIANO ZIGIOTTO CONSIGLIERE REGIONALE Nella zona stadio e stazione in arrivo altri 300 posti gratuiti.
SILVANO POLO SINDACO DI SAN BONIFACIO

Gianni Bertagnin
Mentre nessuna decisione è stata fino ad oggi presa dopo che il sindaco Silvano Polo ha sospeso temporaneamente l’avvio della sosta a pagamento al parcheggio San Marco, vicino alla stazione ferroviaria, il fatto nuovo è rappresentato da una interrogazione, a risposta scritta, presentata al Consiglio regionale del Veneto da Tiziano Zigiotto. Il consigliere regionale sambonifacese, premesso che il parcheggio in questione deve servire in gran parte per gli studenti e per i lavoratori che provengono anche da vari paesi limitrofi e vanno a prendere il treno, ricorda nel suo scritto: «Il parcheggio era stato inizialmente concepito quale servizio a pagamento poiché era di proprietà privata», aggiunge quindi che l’amministrazione comunale aveva chiesto un contributo alla Regione proprio con l’obiettivo di «rendere gratuito il servizio rispondendo alle richieste dei pendolari». Tale contributo, sottolinea Tiziano Zigiotto, fu concesso dalla Regione «in funzione dell’utilità del parcheggio per l’intero comprensorio e non solo per il Comune di San Bonifacio». Il consigliere ricorda poi che il parcheggio, «dopo le procedure messe in moto, divenne di proprietà comunale e che da qualche anno è libero», mentre ora l’amministrazione comunale «ha attuato la procedura per renderlo nuovamente a pagamento». Pertanto Zigiotto chiede alla giunta regionale e in particolare all’assessore ai trasporti Renato Chisso «di verificare la procedura per l’assegnazione del contributo; se l’amministrazione comunale di San Bonifacio può procedere a rendere il parcheggio a pagamento; se non vi sia un interesse anche delle amministrazioni comunali limitrofe; in caso si ravvisi la non procedibilità, di informare per iscritto l’amministrazione comunale di San Bonifacio». «Questa interrogazione mi lascia assolutamente indifferente», commenta il sindaco Silvano Polo, «ma toccherà un grande contenzioso sulle modalità di comportamento avuto con Vicenza, Verona, Padova o Mestre; anzi», aggiunge, «vorrei sapere cosa si è fatto in tre legislature quando con la famosa legge 122 sui parcheggi, che aveva portato addirittura la Regione a fare una graduatoria per il loro finanziamento, noi non abbiamo avuto nulla, mentre so che dopo anni molti di quei fondi sono stati reincamerati e noi eravamo fuori dalla graduatoria». «Aspetto volentieri di conoscere», aggiunge, «cosa risponderà la Regione a questa interrogazione propagandistica di Zigiotto e come possa mettere il naso dentro questa amministrazione, che non ha chiesto né avuto niente e ha risolto ugualmente i suoi problemi senza disturbare nessuno». In merito al riferimento ai Comuni contermini cointeressati al parcheggio della stazione ferroviaria, Polo afferma: «Le altre amministrazioni comunali che paghino, anche perché il contributo della Regione per il parcheggio San Marco è la metà di quello che è servito per attrezzarlo, oltre che per acquistarlo, per pagare l’affitto e per la manutenzione, tenendo presente che la precedente amministrazione Casu pagava per l’affitto 75 milioni di lire all’anno». Il sindaco Polo fa poi presente che si stanno ricavando nella zona dello stadio e del parcheggio San Marco circa altri 300 posti auto gratuiti; che la proposta da lui fatta al comitato spontaneo tra gli utenti di questo parcheggio, per concedere l’abbonamento gratuito a quanti sono sotto un certo livello di reddito, sembra non sia stata considerata; che le polemiche sollevate sono solo strumentali. Sul punto specifico il sindaco Silvano Polo sottolinea inoltre: «non mi sembra che i non residenti portino tanta ricchezza in paese, anche se così si dice, mentre invece vedo che portano qui i sacchetti delle loro immondizie». Il sindaco nota infatti che vicino alla stazione vengono trovati abbandonati molti sacchetti di questo tipo.