VIOLENZA. L’interrogatorio fissato per l’ultimo giorno dell’anno Romeno atteso davanti al giudice. Si annunciano ordinanze e si chiedono leggi chiare
Comparirà davanti al giudice Marzio Bruno Guidorizzi l’ultimo giorno dell’anno. Marius Gavrib, il muratore di 22 anni della Romania accusato di aver violentato nel pomeriggio del giorno di Santo Stefano una signora di cinquant’anni che stava rientrando a casa, nell’est veronese. Il giovane, che non parla l’italiano ed è in grado di capire solo qualche parola, difeso dall’avvocato Eugenio Scaramellino deve rispondere oltre che di violenza sessuale anche di sequestro di persona (perchè secondo l’accusa ha trascinato la donna in una via laterale e lì l’ha immobilizzata), lesioni (l’ha colpita duramente al volto e in altre parti del corpo) e rapina (perchè dopo aver abusato della donna le ha strappato la catenina che aveva al collo). Accuse pesantissime che lo hanno fatto finire in carcere, dopo che a lui i carabinieri di San Bonifacio sono risaliti grazie alle segnalazioni dei suoi connazionali. Intanto alcuni amministratori dell’est veronese si interrogano sull’episodio. Il sindaco di San Bonifacio, Silvano Polo, che venerdì aveva rilasciato una dichiarazione per dire che l’episodio non era avvenuto nel suo Comune, ha preannunciato un’ordinanza con la quale inasprirà la sanzione «per chi non si iscrive nell’elenco della popolazione temporanea». Chi verrà trovato senza carta di identità, «sarà sanzionato con il pagamento di 500 euro». E il romeno non risulta, ha detto Polo, «nè residente, nè domiciliato a San Bonifacio». Un’altra ordinanza preannunciata da Polo riguarda poi l’autocertificazione. «Non saranno valide le autocertificazioni», dice, «né a scuola, né per fare i contratti di affitto, perché per questi atti pubblici è valida solo la residenza, nemmeno il domicilio». Polo punta poi il dito contro chi «sottoscrive contratti di affitto con gente che non è residente, senza nemmeno preoccuparsi se è in regola o meno». «Sono stato male», dice Antonio Carletto, sindaco di Monteforte d’Alpone. «Sono arrabbiato, anche col mio governo che s’è perso su virgole e cavilli di un decreto legge che doveva dare risposte e ora è tardivo. Io non sono e non sarò mai un sindaco sceriffo», aggiunge, «ma posso garantire sicurezza se ci sono leggi e regole che mi danno certi strumenti». Due mesi fa una retata notturna fatta da carabinieri e polizia municipale aveva scovato cinque clandestini: lui aveva ribadito che «Monteforte è un paese accogliente ma solo a patto che si rispettino le regole; quello che serve sono leggi chiare e certe che tengano conto del bisogno di sicurezza dei cittadini».
Che dire??
ogni scusa è buona!!
intanto mia moglie è rimasta per oltre un'anno senza documenti per colpa di Polo che "inasprisce"
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