mercoledì 15 ottobre 2008

Arroganza, bugie e demenza!


Il "buon" Silvano podestà fà circolare un volantino in cui accusa pesantemente tutti coloro che non sono d'accordo con il suo piano "PARK TAX" in particolare quelli del Partito Democratico (compreso Carradore?), probabilmente sono tutti compagni commercianti, visto che l'articolo sotto riportato dice che la Confommercio Sambonifacese è contraria. Certo, non è bello incendiare e compiere atti vandalici, si tratta di un gesto esecrabile che non condivido, ma come ragionare con chi ci riporta agli anni della Repubblica di Salò? Forse per la delibera di spesa d'acquisto dei parcometri, dell'appalto alla Multiservizi e la conseguente assunzione di 2 tecnici c'è stata l'approvazione del Consiglio?
Tra l'altro.... a breve ci sarà l'installazione di un centinaio di videocam in paese ...per la sicurezza..... poi magari anche avremo le ronde padane.... BRAVOOOO! E IO PAGOOO!!!

L'arena del 15/10/2008

SAN BONIFACIO. Tra i rischi maggiori soprattutto quello di perdere clienti sempre più attirati dai centri commerciali Confcommercio boccia il «piano parcheggi»La rivoluzione parchimetri non piace agli esercenti: otto su dieci sono contrari. E criticano il Comune

I commercianti delle vie coinvolte dalla «rivoluzione» parchimetri bocciano senza appello il piano parcheggi a pagamento dell’amministrazione: questo l’esito di un questionario che la Confcommercio di San Bonifacio ha inviato nei giorni scorsi ai negozianti locali. Il risultato, che fa emergere un 80 per cento di contrari, «è la conferma», sottolinea l’associazione, «della crescente distanza tra i commercianti e le scelte che questa amministrazione ha nel tempo assunto, operate sempre senza coinvolgere la nostra organizzazione, la più rappresentativa per il commercio». La contrarietà degli operatori nasce da un lato dall’assenza di considerazione per la categoria da parte del Comune, dall’altro dalla preoccupazione che con questa scelta - che segue altre come la chiusura di piazza Costituzione - il commercio locale perda ulteriormente capacità di attrazione a tutto vantaggio delle strutture commerciali che sono sorte alle porte del paese. «Questi timori», evidenzia ancora la Confcommercio, «trovano conferma nelle chiusure e nei trasferimenti di aziende storiche che si sono registrati in questi mesi, con conseguente perdita di valore di offerta e quindi impoverimento di flussi commerciali. Un dato di fatto che chiunque può riscontrare passeggiando per le vie del centro da dove sembra che anche il cinema Cristallo-Alexander possa trasferirsi». «Chiusure e trasferimenti», prosegue l’associazione, «sono la diretta conseguenza della difficoltà di operare in un contesto urbano ancora privo di un piano del traffico e che ricorre a soluzioni quale quella dei parchimetri con l’unico scopo di raccogliere risorse, senza peraltro che queste poi vengano indirizzate alla valorizzazione e all’aumento dei servizi per le aziende commerciali stesse». Confcommercio, ancora, ricorda come vi sia un importante parcheggio (il Palù) che però la clientela percepisce come lontano e quindi scomodo rispetto alle attività commerciali, oltre che poco sicuro, risultando così di fatto poco utilizzato; fatto, questo, segnalato da tempo all’amministrazione che però non è mai intervenuta per migliorare la situazione. I vertici sanbonifacesi dell’associazione chiedono quindi di sospendere il piano parchimetri e di aprire un tavolo di confronto con le categorie economiche, «tenendo conto che queste nel tempo hanno garantito una sostanziosa crescita socio-economica che ha consentito al paese di consolidare il ruolo di leader nell’est veronese. Dimenticare tutto ciò soprattutto in momenti difficili come quello che l’economia sta attraversando, è sicuramente un grave errore che non potrà che essere pagato anche in ambito locale», sostengono gli imprenditori commerciali. «Nella sola zona centrale di San Bonifacio, quella interessata dal piano parchimetri», conclude Confcommercio, «operano circa 100 aziende commerciali, alle quali poi vanno aggiunte tutte quelle di servizi come banche, assicurazioni, agenzie immobiliari, per un forza lavoro complessiva di almeno 600 unità».

sabato 4 ottobre 2008

da L'Arena del 4/10/08

Vale la pena leggera questo articolo, niente da meravigliarsi, è logico che a loro interessa solo il potere, nella logica di chi comanda fà il cavolo che vuole, e la Lega è ancora più arrogante degli altri partiti!
Ormai siamo a livelli di democrazia 0!!


ULSS 22. Il consigliere regionale impegnato a denunciare ciò che non va nelle aziende sanitarie veronesi. La direzione di Bussolengo non interviene nella querelle Scoppia il caso Falsirollo An chiede un’ispezioneFranchetto accusa: «Scandaloso che la Lega sistemi i suoi uomini» Sandri ribatte: «Tutto in regola». Giorgetti rincara: «Dall’Ora spieghi»«Non parlo perché, come dipendente Ulss, non sono autorizzato»
NICOLA FALSIROLLO DIRIGENTE ULSS 22
Siamo tornati alla politica clientelare: lavora chi è iscritto al partito
STEFANO VALDEGAMBERI ASSESSORE REGIONALE UDC

Camilla Ferro
Irritato: «L’assessore regionale alla sanità Sandri farebbe bene a tenere per sè i sentimenti nei miei confronti, così evita di stimolare i miei nei suoi». Ironico: «L’assunzione all’Ulss 22 del giovane dottore in legge Nicola Falsirollo a oltre 165 mila euro per due anni, su chiamata diretta da parte della direzione generale, quindi senza concorso, è un bel segnale per le migliaia di giovani veronesi in possesso dello stesso titolo di studio (ho due figli presto nelle stesse condizioni) che possono così sperare di trovare facilmente un posto di lavoro e per di più superpagato. Sì, davvero un bel segnale, se non ci fosse un piccolo particolare: essere iscritti alla Lega». Cinico: «Se non lo sei resti fuori dai giochi, senza tessera del Carroccio non si accede ad incarichi così mirati e così ben retribuiti... funziona in questo modo e ogni diversa spiegazione non fa che aggravare la posizione del direttore generale dell’Ulss 22, Alessandro Dall’Ora, e quella della Regione che, secondo l’assessore Sandri, avrebbe autorizzato l’assunzione del giovane segretario leghista di Zevio». Gustavo Franchetto, consigliere veneto dipietrista, stavolta ha deciso di parlare «senza risparmiare dettagli vergognosi». E promette di farlo ogni volta che si tratta di denunciare ciò che non funziona dentro le Ulss, «perché è ora di finirla con la spartizione incontrollata del potere e con la distribuzione clientelare degli incarichi ai colleghi militanti e agli amici degli amici». È scoppiato il bubbone. La vicenda è quella dell’assunzione all’azienda sanitaria di Bussolengo del segretario della Lega di Zevio, nonché assessore all’urbanistica, a Responsabile dell’Unità Complessa nel settore amministrativo su chiamata diretta di Dall’Ora. Falsirollo, 31 anni, è descritto da Sandri, nel tentativo di giustificare la insolita contrattualizzazione del dirigente, come «un giovane competente avvocato (in realtà praticante non avendo sostenuto l’esame per l’abilitazione e quindi l’iscrizione all’albo dei professionisti, ndr), che in passato ha anche collaborato con Unicredit (che c’entra, si chiede Franchetto?) e che quindi ha la competenza necessaria per svolgere questo alto incarico dentro l’Ulss». La vicenda ha inizio pochi giorni fa, esattamente il 30 settembre quando Franchetto presenta alla giunta regionale un’interrogazione immediata (Oggetto: Ulss 22, se ci sono forti padrini politici il lavoro è assicurato) in cui chiede di «conoscere i criteri con cui è stato assegnato l’importante ruolo a Falsirollo; se ci sono dentro alla stessa unità sanitaria altre assunzioni legate più all’appartenenza politica che alla competenza; dove sono state reperite le risorse per un compenso così elevato (85mila euro l’anno per 24 mesi); perché dentro la stessa Ulss ci sono forti lamentele delle cooperative sociali che non ce la fanno più a sopportare il ritardo dei pagamenti a causa delle difficoltà di bilancio». Franchetto non demorde: «Potevo essere ancor più pesante», commenta, «perché queste cose che gridano vendetta e non si può far finta di niente: c’è un nepotismo pesante, a tutti i livelli, nelle assunzioni. Non se ne può più, questo brutto giochetto deve finire». A chiudere la bocca al consigliere dell’Italia dei Valori apostrofandolo come «fustigatore» aizzato da Di Pietro, interviene subito l’assessore in pectore della sanità veneta, Sandri, mandandogli a dire che «l’assunzione di Falsirollo è pienamente legittima» e che «Dall’Ora aveva il nulla osta della Regione». Di male in peggio. «Hanno perso ogni senso del pudore», ribatte Franchetto, «perché la scelta di un responsabile del controllo gestione in ogni azienda, soprattutto se pubblica, si fa tramite accurata selezione dei candidati, non con una stretta di mano tra amici: la torta è di tutti e non solo di chi, con arroganza, crede di potersela mangiare perché è al potere, escludendo quelli che magari hanno più diritti di altri ma non sono iscritti al partito». Via allora ad una nuova interrogazione, presentata l’altro ieri sempre alla Giunta veneta, in cui facendo della triste ironia Franchetto ricorda all’assessore Sandri che, alla stregua di Falsirollo, pure lui ha due figli presto dottori in legge, «ahimè in cerca di lavoro e speranzosi di trovarlo tanto facilmente e tanto ben retribuito come è successo al neo laureato leghista». Sghignazza. Poi torna serio a puntare il dito contro la mala gestione dell’Ulss 22, ricordando a Sandri che «l’assunzione del segretario della Lega di Zevio stride ancora di più se paragonata a quanto sta accadendo nella stessa azienda sanitaria di Bussolengo, in difficoltà a far quadrare i conti, con le cooperative sociali in gravi difficoltà perchè ricevono pochi fondi e con i medici veterinari ancora da stabilizzare». E spiega: «Risulta che ce ne sono dieci precari, che hanno tutti lo stesso contratto forfettario da 35 ore settimanali che è illegale, che tutti sono stati ammessi alla regolarizzazione ma il direttore generale Dall’Ora non firma il bando di concorso. Quindi», domanda il consigliere, «cosa intende fare la Giunta di questi professionisti pagati molto meno dei dirigenti amministrativi (frecciatina a Falsirollo e al suo stipendio d’oro) e, soprattutto, non è opportuna un’ispezione urgente sulla gestione dell’Ulss 22?». Infine, per sdramattizzare la situazione, Franchetto la butta sul ridicolo: «È necessario provvedere ad una iscrizione di massa alla Lega per avere il posto garantito?». Messo da parte il botta-risposta istituzionale, il consigliere regionale dell’Italia dei Valori confessa di essere «molto preoccupato per come stanno andando le cose dentro le Ulss veronesi. I direttori generali hanno un enorme potere, troppo», spiega, «vengono scelti direttamente dal presidente della Regione che li riempe di soldi, non c’è alcun organo che ne controlli l’operato e il corretto funzionamento della macchina pubblica di cui sono alla guida. Si sentono padroni del mondo e, ogni tanto, lo dimostrano con i fatti. Ma questi fatti sono un’offesa per la gente che il lavoro se lo guadagna sul campo con tanta fatica...e questi fatti non devono accadere. Per questo ho deciso di portare a conoscenza di tutti la vicenda dell’assunzione di Falsirollo perché è emblematica di un mal costume che deve finire». Un’idea, su come potrebbero essere cambiate le cose, Franchetto ce l’ha. «Bisogna che la governance delle Ulss sia completamente rifatta: i direttori generali, lo ripeto, hanno troppo potere e nessuno a cui rendere conto. Quindi, è necessario ripristinare il Consiglio di amministrazione e i consiglieri non devono essere i soliti colleghi di partito ma i sindaci dei paesi che fanno parte di quella Ulss, perché loro sì sanno esattamente di cosa ha bisogno il territorio, mica i neo laureati iscritti ai partiti...». La battaglia di Franchetto è appena iniziata. «Voglio smuovere le acque e far riflettere chi deve», insiste, «perché il caso del giovane leghista praticante avvocato che, senza alcuna esperienza sul campo, arriva ad essere un dirigente strapagato di un ente pubblico, è scandaloso, lo ripeto, scandaloso e vergognoso». Non è faccenda di campagna elettorale o semplice attività di chi sta l’opposizione. A riprova delle sue buone intenzioni, Franchetto ricorda che «mi ha fatto i complimenti anche l’assessore regionale Valdegamberi, uno del centrodestra che con me, a livello di credo politico, ha poco in comune». E «bravo, era ora» gliel’hanno detto anche altri rappresentati della maggioranza, da An a Forza Italia. «Perché il fastidio che si prova davanti a certe ingiustizie», conclude Franchetto, «è trasversale a tutti i partiti, Lega esclusa».

giovedì 2 ottobre 2008

Il leghista Gentilini indagato a Venezia per "odio razziale"


Della serie: "non solo Polo"


Da "l'Unità" del 2.10.08


La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo sulle frasi contro gli islamici pronunciate dal vice sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini dal palco della Festa dei Popoli Padani a Venezia il 14 settembre scorso.
Lo scrive oggi la Tribuna di Treviso, indicando che l'ipotesi di reato è di istigazione all'odio razziale. I vertici della Procura veneziana non hanno voluto fare commenti alla notizia.
Dal palco di Riva degli Schiavoni a Venezia, il sindaco-sceriffo di Treviso se l'era presa con cui vuole far aprire moschee e centri islamici e aveva dichiarato di non voler vedere «neri, marroni o grigi che insegnato ai nostri bambini». Aveva tuonato «contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici», scagliandosi contro «i phone center, i cui avventori si mettono a mangiare in piena notte e poi pisciano sui muri: che vadano - aveva aggiunto - a pisciare nelle loro moschee».. Se l'era presa infine con «i bambini che vanno a rubare agli anziani».
L'azione della magistratura non sembra comunque turbare l'esponente leghista: «ho detto quelle cose - ha detto- perchè non voglio zingari che chiedano l'elemosina, clandestini che compiano atti illegali e, almeno per ora, moschee e centri islamici, perchè questo è un problema nazionale». Gentilini afferma di aver solo riportato le lamentele dei suoi concittadini e di voler continuare a battersi «per la disciplina, l'ordine e il rispetto delle regole». Per lui quelle frasi incriminate erano solo la trasposizione di lamentele dei cittadini di Treviso.
Evidentemente che conosce lui.

mercoledì 1 ottobre 2008

A SAN BONIFACIO MENO O PIU’ TASSE?

Dunque….da quest’anno scolastico la retta mensile per un bambino che deve frequentare l’asilo nido è aumentata di circa 100€ portandola a circa €400.
Sappiamo che la retta è commisurata al reddito, ma sappiamo anche che se un bambino va all’asilo nido è perché la madre lavora, magari part time con 500/600 € al mese: Il reddito limite è così basso che chiunque abbia un normale lavoro rientra nella tariffa massima.
E’ gravissimo che una giovane coppia, con mutuo o affitto, per poter mantenersi e far crescere un figlio debba pagare una cifra così spropositata, quando in altri paesi è un servizio sociale garantito.
Ma….a San Bonifacio il podestà deve far quadrare i conti, no? Visto che lo Stato centralista non contribuisce…eh! (a far pagare le spese legali per ricorsi contro il sindaco?)
Inoltre la grande novità è che nel centro ora ci sono le strisce blu , quindi si paga per parcheggiare l’auto, pertanto un pendolare che prende il treno pagherebbe circa 50/ 60€ al mese a meno di lasciare l’auto al parcheggio Palù, oltre 1 km dalla stazione del treno, intasando così il centro di auto che vanno e vengono, ma vi immaginate lasciare là l’auto per correre a prendere il treno? Ah, si…anche questo “servizio” verrebbe affidato alla Multiservizi con un introito preventivato di circa €400.000 l’anno. Niente male no? Per fortuna che ci hanno promesso pagare meno tasse!
L’unica nota positiva è che nel 2009 il Polo se ne andrà a casa (a Soave), sarebbe proprio da masochisti eleggerlo ancora (già l’abbiamo fatto e la maggioranza se n’è pentita amaramente).