mercoledì 25 giugno 2008

E se lo dice anche Mazza....è tutto dire!

Ah, a proposito, fra un'anno ci saranno le elezioni per il nuovo Sindaco, Toh! chi si rivede!
Comunque..... a prescindere da ciò, la sua analisi è attenta e intelligente.

SAN BONIFACIO. Mentre continua la polemica sul futuro del polo ospedaliero, una lettera dell’ex sindaco invita gli amministratori a collaborare per risultati concreti «Politici, svegliatevi o il paese muore» Pierdomenico Mazza: «Sedetevi attorno a un tavolo inutile il referendum, spetta a voi fare proposte serie»Da diversi anni le uniche novità sono le speculazioni edilizie PIERDOMENICO MAZZA EX SINDACO DI SAN BONIFACIO

Gianni Bertagnin
L’architetto Pierdomenico Mazza, ex sindaco di San Bonifacio e già presidente dell’Ulss 24, rientrato in questi giorni dalla Polonia, dove le sue realizzazioni stanno ottenendo ampi riconoscimenti pubblici, ha inviato a L’Arena una lettera aperta, indirizzata al mondo politico sambonifacese. Avendo letto le recenti polemiche sul parcheggio del nuovo ospedale, scrive: «Mi chiedo quale classe politica, di quale città del mondo, che abbia avuto l’opportunità di avere nel proprio territorio un ospedale moderno, si comporterebbe come si sta comportando la classe politica di San Bonifacio». Sugli insufficienti parcheggi del Fracastoro, Mazza dice: «Il progetto originale dell’ospedale da me approvato quando ero amministratore dell’Ulss 24 prevedeva parcheggi sufficienti: è stato solo l’inserimento del Distretto in un’area già satura a togliere gli spazi necessari per i parcheggi stessi; l’amministrazione comunale di allora avrebbe dovuto opporsi e far realizzare il Distretto nell’area ancora libera dei Dal Cero». Riferendosi poi al dibattito politico di questi giorni aggiunge: «Io credo che ai cittadini di San Bonifacio interessi poco il futuro destino politico del sindaco, ma che pretendano da lui che il problema venga affrontato e risolto: in questo modo si dimostra l’autorevolezza del sindaco e la sua capacità amministrativa; le soluzioni sono diverse», nota Mazza, «e basterebbe affrontare il problema con umiltà e cercando la collaborazione di tutti». E ancora: «Sentendo queste polemiche assurde e inconcludenti mi viene spesso il dubbio che forse, se avessi collocato l’ospedale in un comune vicino a noi, i sindaci passati e attuali avrebbero saputo come risolvere questo inesistente problema e forse avrei avuto qualche riconoscimento in più». Passando poi ai problemi urbanistici, l’ex sindaco afferma: «La classe politica sambonifacese farebbe meglio a osservare il degrado e la mancanza di sviluppo in cui si viene a trovare il nostro paese: alcune domeniche fa», sottolinea, «dopo parecchio tempo che non passavo per San Bonifacio, ho girato per il paese e ho avvertito uno stato di abbandono. Da diversi anni le uniche novità sono le speculazioni edilizie, oltretutto di cattivo gusto architettonico». E conclude: «È possibile che questa classe politica non abbia l’ambizione di lasciare un segno del proprio periodo amministrativo? L’unica opera pubblica di carattere comprensoriale, ma fatta con i soldi dei cittadini di San Bonifacio, è la caserma dei carabinieri, collocata in una posizione urbanisticamente inaccettabile. Se non ci fossero i cittadini extracomunitari il paese sarebbe deserto: quando un paese inizia una parabola di declino, è difficile l’inversione di rotta». Così l’architetto Mazza lancia un messaggio: «È ora che la classe politica attuale si svegli, che prenda in mano le sorti del nostro paese e, coinvolgendo tutte le forze sane e produttive, elabori una proposta da discutere con la collettività; il mio vuol essere un grido di allarme affinchè le forze politiche, quelle imprenditoriali, le categorie dei lavoratori, il mondo culturale e del volontariato si siedano attorno a un tavolo per discutere e cercare delle soluzioni che ridiano vitalità al nostro paese». E ancora: «È inutile fare dei referendum: spetta alla classe politica fare delle proposte serie e convincenti, con spirito futurista, e non perdere l’opportunità di descrivere il futuro del paese partendo da una realtà importante,che è la struttura ospedaliera invidiata da molti». Infine un suggerimento: «I nostri dirigenti politici approfittino dei voli a basso costo e vadano a vedere che cosa succede nel resto del mondo: tornerebbero a casa con la consapevolezza che si può fare molto di più per questo meraviglioso paese e per i suoi cittadini».

sabato 21 giugno 2008

A PROPOSITO DI SINDACI SCERIFFI

C’è chi dice che ce l’ho con Polo, e a questo punto devo fare una precisazione: con lui personalmente non ce l’ho, non ho mai bevuto un caffè assieme e non ci ho mai litigato, neanche lo conosco, al contrario di altri membri della sua famiglia con i quali ho avuto contatti diretti. Anzi, ho chiesto anche di avere un incontro personale con lui e mi è stato rifiutato per ben 2 volte, evidentemente la decantata democrazia leghista non contempla che un cittadino possa rivolgersi al Sindaco. Difatti poi il problema me l’ha risolto il difensore civico….. La mia avversità è squisitamente politica.
Per par condicio dovrei allora denunciare le malefatte di altri sindaci e allora …vamos!
Parliamo di Umberto Chincarini, sindaco del Comune di Peschiera del Garda dal 1994, rieletto più volte fino adesso. A quei tempi lavoravo proprio in quel paese per un cooperativa sociale di servizi, una “ONLUS”. Purtroppo è successo che la cooperativa sociale era sospettata di avere avuto appalti in cambio di voti, ed era sospettata di aver fatto qualche “combine” con la precedente amministrazione democristiana. Posso affermare con tutta sincerità che niente di più falso!
Comunque la tabula rasa è arrivata in pochi mesi: chiusa la mensa sociale (gestita da personale della cooperativa), affidato ad altri e poi smembrato il servizio di assistenza domiciliare, tolti tutti i servizi che riguardavano il sociale e per ultimo costretti a traslocare in altro Comune attiguo per poter continuare l’attività (di interesse sociale e in concerto con l’ULSS), visto che anche la sede era di proprietà del Comune di Peschiera del Garda.
Convocato in pubblica assemblea, il Signor Chincarini ha affermato tutto il contrario di quanto stava attuando. Dopo di ciò io ho perso il mio lavoro perché non c’erano più entrate e rinunciato a parte del mio stipendio perché altrimenti la cooperativa rischiava il fallimento.
Quindi, per vendetta politica e preconcetti i signori leghisti hanno letteralmente chiuso il settore sociale in un comune.
Come poi abbia risolto, non mi è dato di sapere, a me è bastato quanto ho vissuto in prima persona.

martedì 17 giugno 2008

Deliri.....salati!


Sull'ultimo numero del giornalino edito dal Comune "San Bonifacio notizie" ci sono ben 4 pagine a firma del Sindaco, contenenti parole deliranti di pura propaganda leghista. Ora, a parte il fatto che lo stampato dovrebbe essere neutrale e solo informativo, sorge naturale una domanda: chi paga? Ovvio! noi cittadini! Orbene.... se permettete io non sono d'accordo che le mie tasse vadano a finanziare simili orrori di un personaggio razzista e ipocrita.

Non solo, ma, qui di seguito, pubblico uno stralcio affinchè sia possibile rendersi conto delle assurdità xenofobe e delle sue contraddizioni politiche. Come afferma lui, sembra che sia affiliato alla Lega Nord, ma se non sbaglio i militanti della Lega sono molto nemici di Polo, allora? Come mai esulta per la recente avanzata alle elezioni? Forse gli assaltatori del campanile di San Marco ora sono soci di Calderoli & C.?

Cittadini di San Bonifacio....riuscite a vedere che tra ospedali, parcheggi, piano urbanistico, razzismo, aumento spese legali del bilancio comunale, isolamento politico, e quant'altro non mi viene in mente, il Sig. Polo sta rovinando il paese? Cari assessori che lo appoggiate siete ugualmente responsabili!!!!

lunedì 16 giugno 2008

La polemica sull’elenco della popolazione temporanea: per il sindaco crescono i residenti-fantasma. Immigrati, numeri da primato.

13 set 2005
[FONTE: L'Arena on line]


Cito qui di seguito un articolo che ho trovato, di qualche anno fà, che conferma quanto sia bugiardo il Sig. Silvano Polo il quale, con comportamenti decisamente contrari, smentisce sè stesso e si conferma ipocrita oltre che razzista, bloccando personalmente le pratiche.
Il registro della popolazione temporanea è solo un palliativo atto a creare situazioni sanzionatorie a causa dei tempi burocratici.


San Bonifacio. L’elenco della popolazione temporanea sarà decisivo per capire come sta cambiando il paese e quanto davvero incide il fenomeno migratorio sulle dinamiche della popolazione. Il sindaco Silvano Polo non ha dubbi: gli extracomunitari che vivono a San Bonifacio sono ormai il 15% della popolazione, contro una media nazionale del 2,3%. Un dato record che, se confermato, proietterebbe il comune al primo posto nel Veneto, superando anche Arzignano, fermo al 14%.
Rispondendo alle critiche mosse alla proposta di istituire l’elenco della popolazione temporanea, Polo tiene a chiarire l’equivoco sulla concessione della residenza agli extracomunitari, che in passato sollevò un mare di polemiche. «Non è vero», dice, «che io chieda i documenti per rifiutare la residenza a chi è senza casa o senza lavoro: a chi non ha né abitazione né lavoro il sindaco è obbligato a rilasciare comunque la residenza.«La residenza viene rifiutata solamente a chi dichiara il falso. Infatti», spiega Polo, «secondo la circolare ministeriale numero 8 del 29 maggio 1995, citata dall’ex sindaco Antonio Casu, chiedo a tutti, italiani e stranieri, ciò che loro stessi hanno dichiarato, ma lo faccio esclusivamente per accertarne la veridicità, cioè chiedo la documentazione solo per verificare se le dichiarazioni sono veritiere.
«Del resto», aggiunge Polo, «la circolare ministeriale esprime l’opinione personale del ministro ma non ha valore giuridico: hanno valore solo la legge del 1954 e il decreto presidenziale del 1989, citato da Casu, che però non è un’altra legge ma semplicemente il regolamento attuativo della legge del 1954».In merito alla nota diffida del Prefetto, il sindaco dice: «Per me è rimasta lettera morta, dopo le spiegazioni che ho fornito assieme al mio legale». E aggiunge: «Le stesse organizzazioni sindacali, che avevano innescato tutta quella querelle sulla stampa, messe al corrente della prassi utilizzata, che è di controllo e non pregiudizievole al rilascio della residenza, hanno compreso le motivazioni che sono alla base della mia azione.
«Infatti», sottolinea Polo, «non ho mai rifiutato la residenza a nessuno: la residenza viene rifiutata soltanto a chi dichiara il falso, come risulta scritto sullo stesso modulo di domanda, perché la dichiarazione che sostituisce l’atto notorio ha rilevanza penale e quindi ritengo che non sia degno di avere la residenza chi dichiara il falso, così come l’ho rifiutata a quell’extracomunitario che ha aggredito, nel corso di un accertamento, un nostro vigile urbano e che è stato quindi processato per direttissima».
Sull’istituzione dell’elenco della popolazione temporanea, il sindaco fa notare che «non essere residenti significa anche non contribuire al pagamento dei tributi locali per i servizi generici, che il Comune tassa in forma generalizzata; inoltre», sottolinea Polo, «significa non consentire al Comune di ricevere dallo Stato la quota di compartecipazione all’Irpef prodotta sul territorio (gli ex trasferimenti) e anche l’addizionale Irpef comunale, che sono dedotti dal domicilio fiscale».Con l’attuazione dell’elenco emergeranno i cosiddetti residenti sommersi, un numero che il sindaco ritiene considerevole. «Se il fenomeno» dice, «si rivelerà sensibile e significativo agli effetti del bilancio comunale, presenterò allo Stato la richiesta per ottenere trasferimenti adeguati, altrimenti valuterò se mettere una tassa di soggiorno, come c’è in certi Comuni». Perché, spiega, «con il 12 per cento di extracomunitari, il cui reddito si aggira su 7.500-8.000 euro all’anno, dov’è la ricchezza che arriverebbe da questi al Comune, come si va dicendo? Lo sarà, caso mai, per i loro datori di lavoro, ma non per il Comune». Il sindaco ritiene infatti che il numero reale dei domiciliati a San Bonifacio si aggiri, come detto all’inizio, sul 15%.
Sulla formazione dell’elenco dei domiciliati, Polo replica all’ex sindaco Casu: «Senza un’ordinanza specifica, i domiciliati non verranno mai ad autodenunciarsi. E poi perché dovrebbe essere il Comune che va a cercarli? È ingenuo sostenere che deve essere la polizia municipale che va a scovarli: sa cosa significa in termini di costi? E perché», si chiede Polo, «non si è preoccupato di attivare questo controllo annuale durante la sua Amministrazione, quando cioè si è registrata la maggiore impennata di extracomunitari e ha iniziato a manifestarsi anche l’altro fenomeno, quello della fuga degli italiani da San Bonifacio?».
E conclude: «Stendo un velo pietoso sulla situazione in cui versava l’Ufficio Anagrafe: un caos, se si pensa che è in corso una indagine della Procura. Sono consapevole che l’immigrazione non si può eliminare, ma quella indiscriminata e priva di ogni controllo che si è verificata a San Bonifacio va certamente messa sotto osservazione seriamente, tant’è che nell’ultimo anno l’incremento è stato il più basso dal 1999, nonostante siano aumentati i motivi di "attrazione" che San Bonifacio rappresenta per gli stranieri».
[origine: http://www.larena.it/ultima/oggi/provincia/Aae.htm]

mercoledì 11 giugno 2008

Tra Ettore e Achille.....dall'Arena del 11/06/2008

Cito il titolo "Omerico" perchè tra i 2 personaggi non saprei chi è il "migliore" tra gli eroi, ma almeno si nota come il Polo sia sempre più strafottente, e come il popolo sambonifacese sta pagando per le beghe tra politici... braviiii continuate così....a proposito quanto è lo stipendio di questi personaggi? (per questa volta sono d'accordo con Zigiotto... seppure con molti distinguo)

Camilla Ferro
«Eh no, adesso basta». Tiziano Zigiotto, consigliere regionale di Forza Italia, sanbonifacese doc, uno di quelli che ha fatto politica «cercando negli anni di portare a casa cose buone per la mia gente», che a Venezia ha sempre «perorato le cause del mio paese, mettendo davanti l’interesse pubblico e la salvaguardia del territorio», che ricorda il suo impegno personale per risolvere «questioni spinose come ad esempio quella della Tav», Zigiotto, si diceva, non ci sta ad essere attaccato dal sindaco Silvano Polo come il peggiore degli amministratori, una specie di Azzaccagarbugli che fa tanta confusione e che i problemi li crea invece di risolverli. Tra i due non corre buon sangue. La faccenda su cui stavolta volano giudizi e parole pesanti è quella del Girolamo Fracastoro: il parcheggio, l’area di ampliamento Dal Cero, il vecchio ospedale, la viabilità di zona. Polo attacca: «Tutti incompetenti quelli che hanno progettato questa cattedrale nel deserto», «è un grande malaffare», «l’ho sempre detto, si è trattato di una scelta sbagliata all’origine». Zigiotto ribatte: «La smetta di urlare e sbraitare e usi un po’ di buon senso, spendendosi per sistemare ciò che non va, ricordandosi che le bugie hanno le gambe corte». Polo: «Vogliono la terra per allargare il parcheggio? L’avranno solo alle mie condizioni: vendermi il vecchio ospedale». Zigiotto: «È assurdo e del tutto irragionevole, ma chi è lui per dire cosa deve o non deve fare la Regione? Lo sa Polo che se vogliamo andiamo direttamente dai privati a trattare la compravendita della terra o il suo affitto? I suoi ricatti sono inutili, anche perchè nell’accordo di programma non è definito alcun baratto dell’area Dal Cero in cambio del vecchio ospedale: in quel documento, invece, c’è l’impegno dell’amministrazione a cambiare la destinazione d’uso dello Zavarise-Manani da sanitaria a residenziale, cosa che non è mai stata fatta». Insiste il consigliere regionale: «Lui sì che è il campione mondiale di risse, insulti e battaglie legali inutili, fatte a spese dei contribuenti che nemmeno sanno, forse, quanto denaro il loro sindaco butta via con ricorsi e incarichi ad avvocati con l’unico intento di fermare lo sviluppo del paese: non ne ha vinta una di cause, lui che la sa tanto lunga... Tav docet». Zigiotto cerca comunque di conciliare: «Invece di perdere tempo, il mio sindaco, accetti di confrontarsi con gli altri sui problemi di San Bonifacio, si tolga di dosso tutta la boria che lo contraddistingue e venga a trattare con gli enti le questioni aperte con l’impegno che ogni primo cittadino dovrebbe avere, cioè risolvere i guai, non crearli: il paese deve andare avanti, è sciocco e assurdo mettersi di traverso boicottando la sua crescita». E ribadisce: «È da anni che lo invito a venire alla Conferenza di servizi per confrontarsi con le parti coinvolte nella vicenda Fracastoro per risolvere definitivamente i problemi. Non vuole, non si rende disponibile. Forse perchè ha la coda di paglia....». Il riferimento è chiaro: l’intricata querelle del parcheggio dell’ospedale. Così com’è oggi, è del tutto insufficiente per far fronte al fabbisogno delal gente: sono solo 230 i posti auto a disposizone del pubblico, a fronte di un bacino di 140mila utenti. L’unica possibilità per ingrandirlo, è quella di «sfondare» nell’area Dal Cero, quella già destinata ad uso sanitario «e che quindi i proprietari, se il sindaco agevolasse questa operazione», spiega Zigiotto, «prima o poi dovranno vendere all’Ulss. Il problema è che Polo ha deciso, urlando, che questa operazione non si deve fare per il semplice fatto che lui è sempre stato contrario al nuovo ospedale e quindi, tutto quello che lo riguarda, lo intralcia». Sotto sotto, fa intendere Zigiotto, la battaglia di Polo è quella di un «disperato che perde i pezzi della sua giunta e che già sta facendo campagna elettorale in vista delle Provinciali». Entra anche nel dettaglio: «Va in piazza ad urlare per far presa sull’opinione pubblica, lui, il salvatore della politica: in realtà, con il suo atteggiamento litigioso, si è isolato da tutti... in Comune non può più presentarsi e allora sta cercando consensi per la Provincia, cavalcando gli umori popolari e facendo guerra su tutto, perchè questa è la regola di chi deve assicurarsi i consensi: vince chi sbraita di più, chi va sui giornali a sparare giudizi e cattiverie gratuite...». Infine, l’ultima stoccata: «Vuole il vecchio ospedale indebitando il Comune per 7 milioni di euro? Dice di volerne cedere una parte all’Oasi ma lo sa che l’Oasi ha detto che non ha i fondi per affrontare l’acquisto e il restauro della struttura e che, nel caso si facesse l’operazione, dovrebbe chiedere finanziamenti alla Regione? A quel punto», chiude Zigiotto, «che interesse ha la Regione a cedere un immobile e prendere i soldi da una parte per poi tirarne fuori altrettanti dall’altra?»